Ponte sullo Stretto, il benaltrismo di Calenda: “investire sulle ferrovie”

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Calenda non si sbilancia quando si parla di Ponte sullo Stretto: “il riscatto del Sud passa attraverso l’emancipazione data dalla cultura, dall’istruzione e dal lavoro”

“Si parla del ponte sullo Stretto di Messina e ci sono 1,7 miliardi per le ferrovie che nessuno spende. Questa deve essere la linea dei riformisti: andare al sud a spiegare che c’è una strada di riscatto, attraverso l’emancipazione che viene data dalla cultura, dall’istruzione e dal lavoro”. E’ quanto ha affermato il leader di Azione, Carlo Calenda, ai microfoni di SkyTg24. “Altrimenti stiamo costruendo un divario che diventa un mare”, spiega. “Se la tua unica prospettiva è prendere il reddito di cittadinanza, è chiaro che le persone che sono scolarizzate, che si sono impegnate, se ne vanno via, al nord o fuori dall’Italia”.

Il rappresentante del Terzo Polo aveva già affrontato in passato ai nostri microfoni il tema del Ponte sullo Stretto, anche in quel caso la sua risposta era stata molto criptica e poco decisa: “si dovrebbe smettere di parlarne e nel caso realizzarlo. Se ci sono i fondi europei si può fare, ma non ne parliamo più, perché è un dibattito infinito. Se ne parla da un milione e mezzo di anni”. Una visione che dovrà essere chiarita, visto che gli alleati renziani di Italia viva sostengono chiaramente la costruzione dell’opera di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria.

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