Rischio guerra nucleare, Usa: “pronti a trattare con Mosca”. E Orsini accusa la stampa italiana

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L’allarme lanciato da Biden preoccupa il mondo Occidentale: le considerazioni dopo l’avvertimento del presidente americano

“Siamo pronti a cercare una soluzione diplomatica”: è quanto ha dichiarato il Segretario di Stato americano Antony Blinken, che si trova in visita ufficiale in Perù. Dopo l’allarme di un possibile Armageddon nucleare avanzato da Joe Biden, il rappresentante della Casa Bianca afferma che il suo Paese è “pronto” a cercare una soluzione diplomatica con la Russia sul conflitto in Ucraina, ma ha spiegato anche che Mosca starebbe andando “nella direzione opposta”, prendendo come esempi la mobilitazione dei riservisti, il tentativo di annessione del territorio ucraino e le minacce nucleari del presidente russo Vladimir Putin“Quando la Russia dimostrerà seriamente di essere disposta a intraprendere la strada del dialogo, noi saremo pronti. Noi ci saremo”, ha dichiarato Blinken in una conferenza stampa a Lima.

Tuttavia, il capo della diplomazia statunitense ha assicurato che “purtroppo, al momento, tutto punta nella direzione opposta”“Il fatto è che la Russia e il Presidente Putin non hanno mostrato alcun interesse per la diplomazia”, ha rimproverato, per poi aggiungere che che sia gli Stati Uniti che il presidente ucraino Volodymir Zelensky hanno detto da tempo che la guerra “può essere risolta solo attraverso la diplomazia”.

La situazione è stata commentata dal prof. Alessandro Orsini: “questa mattina Biden ci fa sapere che rischiamo un’apocalisse nucleare e che Putin non sta bluffando. Adesso la Casa Bianca mostra una gran voglia di trattare: Putin deve avere dato un ultimatum riservato a Washington. La notizia è uscita negli Stati Uniti quando gli italiani dormivano, alle 02:03”. Secondo l’esperto di geopolitica, “il nostro Paese ha dato prova di essere scientificamente immaturo nell’affrontare una crisi internazionale così grave, cioè di essere privo delle categorie concettuali e delle teorie necessarie ad affrontare una sfida di tale portata. È il tema dell’autonomia dell’Università italiana rispetto al potere politico e alla Nato; il tema dell’autonomia e dell’indipendenza dei dipartimenti di scienza politica e degli istituti di ricerca privati rispetto ai governi di turno. Non lotto per le mie idee, ma per l’autonomia e l’indipendenza dell’Università italiana dalle segreterie di partito. Una società resta libera fino a quando gli studiosi non sono costretti a compiacere il presidente del Consiglio di turno per il tramite di un giuramento solenne (fascismo) o sotto la pressione di masse isteriche manipolate dall’alto (democrazia liberale). Ripeto ai miei studenti ciò che ho sempre detto in aula: la prima qualità di uno studioso è una qualità extra-scientifica: il coraggio”.

“Dal 24 febbraio 2022 a oggi, l’Italia non ha funzionato come una società libera; non ha rispettato le regole fondamentali che sorreggono le società libere. Il codice politico, nella società libera teorizzata da Popper, non deve mai prendere il sopravvento sul codice scientifico (Niklas Luhmann). L’Italia deve lavorare molto per il consolidamento delle libertà liberali e non deve mai abbassare la guardia. Le nostre libertà sono una costruzione quotidiana e possono morire. Televisioni, radio e quotidiani, con le dovute eccezioni, hanno dato pessima prova di sé. Possiamo fare meglio. E adesso speriamo che Biden si renda conto che la sua conduzione della crisi in Ucraina è stata disastrosa. Speriamo che le colombe prendano il sopravvento sui falchi prima che sia troppo tardi. Viva la società libera”, conclude Orsini.

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