Bassetti e l’ipotesi di Ministro della Salute: Green Pass e vaiolo delle scimmie, ecco le sue idee

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L’infettivologo ha spiegato che l’Italia deve guardarsi ancora su due fronti, ovvero il Covid e il vaiolo delle scimmie: “mai più obblighi e Green Pass non ne voglio sentir parlare. In questo momento bisogna puntare sulle scorte di vaccini”

I virologi sono diventati davvero le star televisive di questi ultimi due anni e mezzo di pandemia del Covid-19. Lo dimostra il fatto che in molti si sono lanciati in politica nei propri territori, ma c’è chi addirittura potrebbe spingersi oltre il confine locale: alla domanda se fare il ministro della Salute, l’infettivologo Matteo Bassetti risponderebbe “sì!”“Mi sento un uomo dello Stato, perché lavoro per un’università pubblica, per un ospedale pubblico e ho sempre lavorato per il pubblico. Se me lo chiedessero non mi tirerei indietro, andrei a servire il mio Paese”, ha detto nel corso del suo intervento nel programma ‘Zona Bianca’. Il prossimo ministro della Salute, secondo il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, dovrà rispondere a molte sfide: dalla gestione della pandemia da Covid-19 a quella più recente del vaiolo delle scimmie, mettere alla guida un infettivologo sarebbe la giusta soluzione.

E sul fronte Covid cosa farebbe Bassetti se fosse ministro? “Se nel 2021 abbiamo dovuto correre molto velocemente per mettere in sicurezza una parte significativa del nostro paese – ha detto su Rete 4 – oggi nessuno parla più di obblighi e nessuno dovrebbe più parlare di green pass. L’immunità mista (vaccino più immunità naturale) dà una fortissima protezione nei confronti della malattia grave. La quarta dose, quindi, dovrà essere riservata unicamente alle persone anziane e fragili poi, quando in autunno arriveranno i vaccini aggiornati, penseremo se estenderli anche alle altre persone”. “I vaccini aggiornati sulle varianti omicron da 1 a 5 funzionano – ha rassicurato su Facebook – . E’ tutto nelle mani degli enti regolatori. EMA dovrebbe approvarli entro settembre, speriamo che ci riescano anche prima”.

L’assunto di base da cui parte Bassetti per motivare il ‘mai più obblighi’ nei confronti del Covid è differenziare: “un conto era l’anno scorso, un altro quest’anno. Non confondiamo le due cose, perché di green pass in autunno non se ne deve proprio parlare. È stata una misura presa in un certo momento e, pur non essendo stata gradita da una parte, è stata funzionale al raggiungimento dell’obiettivo: portare il 90% degli italiani ad avere una copertura vaccinale. Oggi, avendo raggiunto questa percentuale, non è più il caso di continuare sul percorso del green pass”.

E sul fronte vaiolo delle scimmie, Bassetti invita l’Italia a prendere posizione: “C’è un problema di dosi di vaccino – ha scritto su Twitter – negli Stati Uniti la FDA autorizzerà che con una dose si potranno vaccinare 5 persone. Un modo per moltiplicare per 5 i vaccini disponibili. Urge la stessa decisione anche in Europa e in Italia”. Da ultima, ma non per ultima, la riforma della Sanità, che “non funziona”. Per il professore di Malattie infettive dell’Università degli studi di Genova è “una riforma arruffata e populista. Le case e gli ospedali di comunità sono solo l’ultima iniziativa fallimentare di questo ministro della salute. Dove si troveranno medici e infermieri che dovranno lavorare sette giorni su sette e h 24?”.

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