Diamo le armi all’Ucraina aggredita, ma sbattiamo in galera un vecchietto che si difendeva dagli aggressori: ad Acireale l’ultimo cortocircuito dello Stato

StrettoWeb

L’arresto di Giuseppe Battiato ad Acireale, sbattuto in galera a 72 anni per essersi difeso di notte nella propria abitazione invasa dai ladri, svela il paradosso dello Stato che invece sostiene l’Ucraina con armamenti pesanti “per aiutare gli aggrediti a difendersi dagli aggressori”

Ad Acireale un vecchietto di 72 anni, Giuseppe Battiato, ha ucciso due ladri che da anni lo vessavano e minacciavano con l’obiettivo di rubargli la proprietà, un piccolo podere agricolo alle pendici dell’Etna. Il povero pensionato da tempo era vittima di violenze e soprusi da parte dei delinquenti, due cugini catanesi, che gli avevano intimato di abbandonare il proprio terreno e in più occasioni gli avevano già rubato i prodotti realizzati con il sudore e la fatica del proprio lavoro. Quando i due ladri, alle tre di ieri notte, hanno addirittura fatto irruzione nella casa dell’anziano, lui ha reagito sparando con una pistola calibro 7,65 regolarmente detenuta, uccidendo i criminali. “La tenevo sotto il cuscino per difendermi, avevo paura di subire altre violenze e altri furti come era già avvenuto in passato” ha spiegato il 72enne agli investigatori. L’uomo è completamente incensurato: per tutta la vita ha rispettato le regole dello Stato, ha pagato le tasse, è stato un cittadino esemplare. E adesso è finito in carcere per essersi difeso nella propria casa e nel cuore della notte da chi voleva rubargli la proprietà.

Fermo restando che la morte – anche del peggior criminale – è sempre qualcosa di doloroso che non rallegra alcuno, e che al tempo stesso è aberrante pensare di vivere in una società in cui la gente è costretta a farsi giustizia da sè rispetto al crimine (ma questo non dipende dagli onesti cittadini che si difendono, bensì dallo Stato che non riesce a tutelarli dai criminali), ci chiediamo quanto sia coerente sbattere in carcere un vecchietto, per giunta dipinto sui media come un “pistolero” che avrebbe ucciso “due ragazzi perché gli avevano rubato quattro limoni“, mistificando completamente la verità delle cose, mentre il nostro Governo sta inviando armi pesanti ad un Paese extracomunitario come l’Ucraina per difendere la sua “sovranità” dall’invasione della Russia di Putin. Quante volte i nostri principali leader politici ci ripetono che è giusto schierarsi “dalla parte dell’aggredito e contro l’aggressore“, quante volte ci hanno detto che “la pace giusta si ottiene con le armi“, quante volte ci hanno detto che “chi invade il terreno altrui è nel torto a prescindere dall’entità della reazione“?

Sono queste le motivazioni che hanno spinto l’Italia a schierarsi anche militarmente al fianco dell’Ucraina, inviando armi e disponendo sanzioni molto pesanti alla Russia nonostante queste sanzioni stiano provocando enormi ripercussioni economiche anche sulla vita degli stessi italiani. Ma alla luce di questi principi che hanno determinato il posizionamento del nostro Paese rispetto alla guerra della Russia in Ucraina, com’è accettabile che invece in Italia per gli italiani vigono regole diverse, e cioè che in Italia chi è aggredito e si difende da un aggressore viene addirittura sbattuto in prigione? Delle due, l’una: o il 72enne di Acireale deve essere non in carcere, ma osannato tra la gente come un eroe; oppure al contrario stiamo sbagliando ad inviare la armi all’Ucraina.

La triste storia di Giuseppe Battiato, come sappiamo bene, non è isolata. Sono migliaia gli italiani esposti alla pubblica gogna, arrestati, incarcerati o nella migliore delle ipotesi indagati, per essersi legittimamente difesi da ladri e criminali. Ma nel caso di Battiato c’è anche di più: la Coldiretti è intervenuta parlando di “vero e proprio farwest in atto nel settore agricolo, dove si moltiplicano furti e razzie. La paura dilaga nei campi dove ci si sta organizzando con ronde e servizi di vigilanza notturni ma con il ripetersi di questi fenomeni molti imprenditori si stanno scoraggiando e addirittura non denunciano più le razzie sempre più frequenti“. Il problema è enorme ed è un problema di sicurezza, ordine pubblico e rispetto delle regole. Quelle regole che lo Stato italiano si prodiga per far rispettare a Putin, combattendolo anche con le armi, ma evidentemente trascura a casa propria. Dove poi incolpa e addirittura sbatte in galera chi, da aggredito, si difende esattamente come sta facendo l’Ucraina dalla Russia.

 

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