Blanco, Gianni Morandi, Amadeus e sua moglie Giovanna. E quella faccia tosta di Benigni

Sanremo 2023: pensieri in libertà

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C’è qualcosa che è andato storto se siamo arrivati dalla generazione di Gianni Morandi e quella di Blanco. Perchè quello di Blanco non è un problema individuale, ma la più realistica rappresentazione di un’intera generazione di disagiati cresciuti con la pretesa di avere soltanto diritti senza dover rispettare alcun dovere. Ragazzini abituati ad avere qualsiasi cosa e quindi impreparati alla vita. Una generazione di viziati arrivati a 20 anni pensando che tutto gli sia dovuto, e poi destinati ad esplodere alla prima piccola difficoltà.

E quello di Gianni Morandi non è un pregio individuale: è la più realistica rappresentazione di un’intera generazione di persone semplici cresciute nel sacrificio e orgogliose di aver conquistato tutto con il proprio impegno e il sudore della fronte. Persone basate su sani valori e principi al punto che pur dopo aver ottenuto il successo hanno mantenuto quell’umiltà che oggi gli consente di sporcarsi le mani e aiutare laddove ce ne sia bisogno.

Il problema è quello della generazione di mezzo. Quella di Amadeus e sua moglie Giovanna, che anzichè insegnare l’educazione e il rispetto al ragazzo violento e bizzoso, lo pregano di tornare a cantare e invitano il pubblico a non contestarlo. Quella generazione che denuncia il professore per violenza dopo un sacrosanto rimprovero al “povero figlioletto“. Che poi cresce Blanco, appunto.

E poi c’è Benigni. Che lui sì è fuori da ogni generazione. Non fa testo, è qualcosa a parte. Benigni lo sa che nel 2021 abbiamo fatto il Festival di Sanremo mentre gli italiani dovevano rispettare coprifuoco e lockdown. E certamente sa anche che nel 2022 lo abbiamo fatto con il Super Green Pass: eravamo costretti a mostrare un Qr-Code per entrare in pizzeria, salire sugli autobus e persino per andare a lavorare. E Benigni riesce a trovare il coraggio di andare oggi, nel 2023 delle libertà ritrovate, a Sanremo a farci il predicozzo sulla libertà e sulla Costituzione. Lo fa oggi, oggi che siamo liberi, e non uno o due anni fa quando liberi non lo eravamo. Ma evidentemente a lui stava bene così. L’importante, per lui, non è la libertà nè la Costituzione ma la parte politica da contestare e quella da sostenere. E infatti questo coraggio poteva trovarlo, e addirittura raccogliere gli applausi del gretto popolino, solo una faccia tosta come la sua.

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