La democrazia cristiana

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La realtà è quasi sempre contraddittoria. Quella politica, specie in questa fase storica, lo è molto di più. Se solo si pensa che sono tornati prepotentemente di moda i democristiani, ho come un trasalimento. Vi si faccia caso.
Da qualche mese abbiamo assistito ad inviti insistenti rivolti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a replicare la sua positiva esperienza istituzionale al Quirinale. Devo aggiungere che il Capo dello Stato ha sempre resistito alle molte richieste tenendo ferma la barra del diniego. Negli ultimi giorni leggiamo che uno dei personaggi che ha ottime possibilità di essere eletto Capo dello Stato risponde al nome di Pierferdinando Casini. Una figura spesso sottovalutata dai giornali italiani. Ancora. Paolo Cirino Pomicino, per anni demonizzato, la fa da padrone sui media di casa nostra, offrendo qua e là scampoli di antica sapienza politica.
Domenica pomeriggio il pezzo forte. Guardando alla televisione “Rebus”un bel programma condotto da Corrado Augias e Giorgio Zanchini, che va in onda su Rai tre, ho sentito con le mie orecchie Luciano Canfora, un intellettuale di qualità, collocato notoriamente a sinistra nella geografia politica italiana, fare il nome di Rosi Bindi come Presidente Ideale di questa nostra complicata Repubblica. Si tratta, come si vede, di persone, tutte appartenenti in passato alla Democrazia cristiana.
Possibile? Mi sono detto frastornato, ma questo è uno scherzo – è proprio il caso di dirlo – da preti. Una schiera di democristiani invocati oggi come salvatori della patria è un inedito nella storia repubblicana. Per anni abbiamo assistito alle invettive più feroci, alla derisione più bruciante nei confronti della Dc e dei suoi uomini e adesso, per incanto, a quasi venti anni dalla sua scomparsa, la politica non trova di meglio che esaltarne la loro indispensabilità.
E si tenga conto che non stiamo parlando di De Gasperi.
Stiamo parlando di quelli venuti dopo. Nessuno di loro appare storicamente paragonabile a quel gigante. Come si spiega un fenomeno così bizzarro? Tento una spiegazione. La politica attraversa oggi, nel nostro Paese una forte crisi. La società italiana, sembra di conseguenza più propensa ad abbandonare in tutta fretta gli slogan, di cui si era cibata in questi decenni e ad affidarsi, con l’aiuto della docile saggezza del tempo, a raffronti più sereni. E il raffronto, si sa, è una funzione spontanea della nostra mente. Difficile da eludere.

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