Reggio Calabria, la testimonianza dei pazienti Covid guariti con le terapie domiciliari: “che emozione vedere i medici, gli unici ad aiutarci mentre tutti ci abbandonavano” [FOTO E VIDEO INTERVISTE]

Comitato Terapia Domiciliare Covid
StrettoWeb

Tra pianti di emozione e gioia nel vedere i medici che si sono presi cura di loro nei momenti di malattia e stress psicologico: il racconto delle pazienti Covid curate dai medici del Comitato Terapia Domiciliare Covid

“Ciao dottore, sono Francesca”, ed entrambi sono scoppiati a piangere. E’ iniziato con questo episodio molto emozionante l’evento “La sanità territoriale e le terapie domiciliari precoci” che si è tenuto oggi pomeriggio in Piazza Duomo a Reggio Calabria. Il dott. Nino Pignataro, originario di Oppido Mamertina, è stato avvicinato da una ex paziente che è stata curata e salvata dal Covid dal medico calabrese. Un momento toccante che testimonia il grande lavoro fornito dai professionisti del Comitato Terapia Domiciliare Covid, ritenuti dei veri e propri “angeli” per l’importante supporto medico e psicologico che offrono gratuitamente a coloro che risultano positivi e manifestano i sintomi. Molti malati lamentano la totale assenza dei medici di base, ed è stata forse questa la mancanza più grande di questo periodo di pandemia: senza ovviamente generalizzare, perché molti di coloro che sono conosciuti come “medici di famiglia” svolgono il loro lavoro in maniera professionale, ma molti pazienti purtroppo hanno raccontato di essere stati praticamente abbandonati da alcuni di loro. La signora Francesca invece, vedendo nel dott. Pignataro il proprio salvatore, ha ritenuto giusto ringraziarlo questa sera in Piazza regalandogli un mazzo di origano ed alcuni lavori artistici da lei realizzati.

Ai nostri microfoni sono pervenute diverse testimonianze, in modo particolare quella della signora Michela Cilione e di una operatrice sanitaria. “Mi sono emozionata moltissimo a rivedere il dottore, mi ha ricordato il periodo in cui io e mio marito siamo stati male. Il medico di base, le Usca, nessuno ci ha aiutato. ‘Se lei parla, significa che ancora sto bene’, mi sentivo rispondere, da lì ho capito perché col Covid si finisce in terapia intensiva”, ha affermato la signora Cilione. “Io non ero ancora vaccinata – prosegue – , ma essendo giovane non temevo gravi complicanze. Quella situazione però, sommato al continuo bombardamento mediatico, che per giorno e notte trasmette notizie di Covid, ha avuto effetto di lavaggio del cervello. Il dottore mi ha dato un sopporto morale, perché ha capito che ero terrorizzata. La paura abbassa le difese immunitarie come mai avrei immaginato”. L’operatrice sanitaria invece era vaccinata da maggio, ma comunque ha avuto il Covid nel mese di agosto: “non sono state usate terapie dell’altro mondo, come molti dicono infangando l’operatore di questi medici. Ci hanno offerto sia supporto medico che psicologico”.

Covid, le testimonianze da Reggio Calabria: “ecco come i medici ci curavano con le terapie domiciliari” [VIDEO]

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