Sospesa ordinanza su tachipirina e vigile attesa, c’è una precisazione. E “Speranza deve dimettersi, senza quel protocollo non avremmo 140 mila morti”

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Le parole dell’Avvocato Erich Grimaldi, leader del gruppo di terapie domiciliari e protagonista del ricorso che ha portato il Tar ad annullare la circolare sul protocollo di tachipirina e vigile attesa. Commentata la sospensione del Consiglio di Stato, con una precisazione…

“Nessun annullamento”. Lo precisa Erich Grimaldi – l’Avvocato e leader del gruppo di terapie domiciliari di cui fanno parte anche Salvatore Totaro e Nino Pignataro – colui che insieme alla collega Valentina Piraino ha presentato il ricorso che aveva portato il Tar ad annullare il protocollo di tachipirina e vigile attesa, sentenza sospesa poi ieri dal Consiglio di Stato. Ma Grimaldi, intercettato da Il Giornale, tiene a chiarire alcuni concetti in merito a quest’ultima decisione: “Il ministero ha presentato appello due giorni fa e il presidente Franco Frattini ha scelto di sospendere l’efficacia della sentenza, rimandando tutto all’udienza del 3 febbraio. Bisogna però essere precisi: non è stato annullato il provvedimento del Tar. È solo un decreto cautelare. Se me lo aspettavo? Il ricorso sicuramente sì, altrimenti si sarebbe dovuto dimettere Speranza. E forse anche la sospensione”, spiega Grimaldi, che illustra anche le ragioni che hanno spinto i medici a rimanere condizionati al protocollo, senza “trasgredire”: “Anche se nel testo non c’è scritto ‘prescrizioni’, quando il ministero dice cosa fare e non fare, di fatto sta costringendo il medico a rispettare le indicazioni. Se il ministero si fosse limitato a indicare quali farmaci possono essere utili contro il Covid, ok. Ma se invece – come accaduto – al medico viene detto di aspettare che il paziente sviluppi febbre sopra i 38 e una saturazione non inferiore a 90, di prescrivere paracetamolo o fans, e di non usare cortisone, eparina, antibiotico… beh: di fatto si sta indicando al medico cosa fare. Quindi lui, per non rischiare, applica queste raccomandazioni”.

E a chi pensa che nessuno rispetti comunque più il protocollo, Grimaldi replica: “Non è vero. Al Comitato terapia domiciliare sono arrivate migliaia di richieste di persone lasciate a casa con la vigile attesa. È successo in prima, seconda e terza ondata. E continua ad avvenire oggi. Ma noi non possiamo sostituirci al servizio sanitario nazionale, abbiamo solo pochi medici volontari, quindi dobbiamo correggere gli errori all’origine. Cosa fare, quindi? Non solo dimostrare la macroscopica irragionevolezza e l’illogicità delle indicazioni terapeutiche della ‘vigile attesa’, atteso che abbiamo depositato degli studi secondo cui il paracetamolo non è indicato per il Covid. Ma anche far capire che l’intervento contro la malattia deve essere precoce: il trattamento della Covid va fatto senza attendere che i pazienti mostrino febbre”.

Poi, la chiosa finale: Se penso che Speranza debba dimettersi? Assolutamente sì. La sua gestione dell’emergenza, sia col governo Conte che con quello Draghi, è stata fallimentare: se non avessero dimenticato la medicina territoriale, e non avessero emesso quella circolare, forse oggi non avremmo 140mila morti“.

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