Cosa manca a Reggio Calabria per diventare meta del turismo mondiale? Una città frenata da arroganza e presunzione dell’io

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Panorami da sogno, luoghi di grande rilevanza storica, arte, cultura, eccellenze del territorio. Reggio Calabria ha tutto per diventare una fra le mete più gettonate del turismo mondiale: ma perchè questo non accade?

Ci vorrebbe un’enciclopedia per raccontare la situazione e le condizioni sociali della città di Reggio Calabria che da diversi decenni è stata abbandonata al suo destino da chi doveva dare il suo totale contributo per permettere di vivere in una società civile, come meriterebbe per la sua storia secolare. Oggi, più che mai, la città degna erede della Magna Grecia che nei secoli passati è stata tra le più importanti di quel periodo storico per operatività politica ed economica, avrebbe necessità e, per certi versi, diritto di ritornare agli antichi splendori.

Non manca nulla a questa Città. Bellezza, clima, storia ultra millenaria, mare meraviglioso, opere d’arte, spiagge incontaminate, montagne selvagge da esplorare, un litorale costiero che solo ad attraversarlo apre scenari di una bellezza sublime con i suoi palazzi “liberty”, con un Museo-casa dei Bronzi di Riace che ospita anche opere poco conosciute ma, allo stesso tempo, di grande importanza. Lo Stretto di Messina (ci domandiamo perché non si chiama Stretto di Messina e Reggio) che ammirandolo dall’aereo sembra di atterrare a San Francisco (USA), i suoi frutteti e la sua coltivazione del bergamotto unica al mondo. Luoghi magici come Chianalea di Scilla e la cittadina di Gerace. Il Castello Aragonese, la Cattedrale le cui origini sono da ricondurre agli inizi del secondo millennio, il Lungomare adornato dagli alberi secolari che D’Annunzio definì “il chilometro più bello d’Italia” (pare che qualcuno, stravolgendo la Storia lo definì “il chilometro più lungo d’Italia”). Il Fenomeno della Fata Morgana, il porto, l’aeroporto. Il lido, meta negli anni’60 di tutti i più grandi artisti nazionali ed internazionali e tante altre opere e luoghi che rappresentano lo splendore della massima cultura calabrese.

E allora, cosa manca a questa Città per diventare una meta indiscutibile del turismo mondiale? Subito dopo il terremoto del 1908 che distrusse Reggio e Messina, e dopo l’ultima Guerra Mondiale, Reggio è stata ricostruita da uomini e donne lungimiranti, da personaggi che hanno anteposto su tutto gli interessi e la crescita della città con il loro impegno con la loro passione che li facevano sentire orgogliosi di essere reggini, da Professionisti di valore internazionale che realizzarono lavori prestigiosi tanto da indicare la nostra città con l’appellativo di “Reggio bella e gentile“. E allora ci riproponiamo la stessa domanda: perché tutto ciò non ha rappresentato un “trampolino di lancio” per Reggio? A nostro modesto avviso tutto è da imputare ad una parte dei suoi uomini e donne degli ultimi decenni che, anziché lavorare uniti per raggiungere “la meta” si sono “sparpagliati”. Si è diffusa, con il passare degli anni, l’arroganza e la presunzione dell’IO, l’invidia di chi, incapace, ha tentato con i modi più subdoli di soverchiare chi, con il lavoro, i sacrifici e l’orgoglio, cercava di far crescere la socialità e la cultura ereditata dai nostri antenati. Oggi quella razza di donne e uomini dignitosi sta scomparendo sempre di più lasciando spazio a chi usa comportamenti che prevaricano il senso più alto della Democrazia e che operano come se dovessero vivere in eterno.

“‘A LIVELLA” DI TOTÒ PROBABILMENTE NON L’HANNO MAI LETTA O NON L’HANNO CAPITA OPPURE PENSANO CHE SIA… UNA BARZELLETTA.

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