Messina, ci sono fantasmi in città? Ecco gli edifici infestati, tra storia e credenze

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Palazzi, castelli, ex ospedali: ecco i luoghi infestati di Messina

Storie, leggende, semplici credenze popolari. Anche a Messina ci sono degli edifici infestati che tra mistero e timore colgono la curiosità di cittadini e visitatori. Ma quando un luogo si definisce “infestato”? Quando si pensa che sia abitato da entità non meglio definite. Oggi questi luoghi sono accomunati da un passato che si pensa segnato da una morte tragica. Nel Medioevo, invece, le infestazioni potevano derivare dalla mancata sepoltura di uno degli abitanti della casa. A tal proposito, legata alla città dello Stretto, nel 1981 usciva il libro dello scrittore Ranieri D’Altarocca (Romolo Cappadonia) “Fantasmi a Messina”, il primo di questo genere divenuto subito un best-seller: l’autore raccontava di fenomeni paranormali che si verificavano in città, dando anche consigli e indicazioni per gli appassionati che volevano recarsi sui luoghi dove essi avvenivano.

Fra i tanti casi esaminati, il celebre “cane Matteo”, un animale di grande stazza che si manifesta presso la scalinata della “Rampa del Sole”, un certo Matteo che, morto, s’incarnò nel cane che parla con voce umana. L’“uomo che pende”, invece, si manifesta accanto alla piazzetta dov’è il monumento a San Pio davanti al Santuario Madonna di Pompei, col cappio al collo e sospeso ad un albero a circa 4 metri da terra. Sul viale Boccetta, all’altezza della Chiesa dell’Immacolata, si vede un “ragazzo che corre”: percorre un breve tratto, lancia un urlo e scompare. Nella terrazza davanti al Sacrario di Cristo Re, a notte inoltrata, una donna prende il passante sotto braccio per poi sparire. Ma l’apparizione più terrificante è quella dell’“uomo con la testa in mano”, a ridosso del muro di cinta della Fiera, davanti alla Chiesa di S. Maria di Porto Salvo.

Palazzi, castelli, ospedali… a Messina ci sono posti che sono infestati da entità ultraterrene. Il cosiddetto “Castello del Duca” a Faro Superiore è uno di questi. Si tratta di una dimora gentilizia abbandonata e in rovina decorata da affreschi appartenuta a Vincenzo Loffredo marchese di Cassibile, nato a Messina nel 1860. Il 5 aprile 1903, poi, fu riconosciuto Duca di Ossada, da qui il nome del complesso di Faro Superiore. Si racconta dell’apparizione di una bambina sul tetto e testimonianze riferiscono di colpi secchi all’interno, respiri come rantoli, apparizioni vestite di bianco che passano velocemente da una finestra all’altra. I fenomeni paranormali nel cinquecentesco Castello Gonzaga sono stati studiati da Giandomenico Ruta ed esposti nel suo libro “Nel segreto di Forte Gonzaga. Sette mesi all’inferno, una storia vera” (2018), vissuti da una ragazza alle prese con arcaiche forze del male. Anche il dismesso e abbandonato Ospedale “Regina Margherita” è sede di eventi paranormali. Va ricordata anche la cosiddetta “Villa Elettra” nella collina di Montesanto, una costruzione che non fu mai possibile completare per gli inquietanti fenomeni paranormali che si verificarono e che si verificano ancora oggi.

Il M.A.P. (Messina Attività Paranormali)

Non tutti sanno che nella città dello Stretto esiste il M.A.P., è un gruppo di appassionati del mistero che da anni è impegnato nella ricerca e nello studio di fenomeni paranormali in castelli, forti, ville in abbandono. Presieduto da Giuseppe Coppolino e dotato di strumentazione adeguata, ha condotto ricerche a Messina presso la fortezza abbandonata del Castellaccio. In questo luogo, oltre ad apparizioni femminili nelle finestre bifore della costruzione all’interno, una delle sedi della “Città del Ragazzo” fondata da padre Nino Trovato nel 1949, si sentono respiri notturni e risate di bambini. Una voce registrata dal M.A.P. urla, chiaramente, “aiutatemi!”.

Le ricerche del gruppo sono state effettuate, oltre che nell’antico Casale “fantasma” di Massa San Nicola nel Comune di Messina, anche presso l’abbandonato ex Ospedale “Regina Margherita”. Qui, fra le spettrali corsie della struttura sanitaria sorta negli anni ’30 del Novecento, oltre a fotografare strane lame di luce di origine ignota e apparizioni di sagome di figure, di notte fu possibile registrare in una stanza vuota il suono inquietante di un carillon. Nel Castello Gonzaga i ragazzi del M.A.P. fotografarono, nella galleria sotterranea, uno strano personaggio, che potrebbe essere un soldato dell’epoca.

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