Giorgio Riggio, il “madonnaro” della pasta di pizza: la nuova vita a Londra, “con Reggio nel cuore”

  • maestro giorgio riggio mosaico di pizza
  • mosaico giorgio riggio
  • mosaico giorgio riggio
  • mosaico giorgio riggio
  • mosaico giorgio riggio
  • mosaico giorgio riggio
/
StrettoWeb

La storia del Maestro Giorgio Riggio: dopo una vita passata a Reggio Calabria, in riva allo Stretto, adesso la sua seconda carriera è a Londra. Punto di riferimento dei “Crazy Pizza” di Flavio Briatore, il professionista reggino è stimato in Italia e nel mondo per le sue esibizioni acrobatiche e i mosaici realizzati con la pasta di pizza. Le foto e i video

“Tutto ciò che faccio è dedicato a Reggio Calabria, al mio paese, ai miei amici. Il mio pensiero è sempre in riva allo Stretto e in ogni azione cerco di inserire l’immagine della terra in cui sono nato”. Parole d’amore miste a nostalgia sono quelle che Giorgio Riggio ha speso per la sua città, Reggio Calabria. Il destino lo ha condotto lontano, il treno della vita lo ha trasportato a Londra, metropoli dove adesso è perfettamente integrato, dove ha un lavoro importante ed è uno dei professionisti più fidati che lavorano all’interno del Crazy Pizza di Flavio Briatore. Definirlo pizzaiolo sarebbe riduttivo, lui che da ragazzo era un Professore di Lettere, poi col tempo si è inventato lo “Spinning” acrobatico, peculiarità del famoso locale Calypso, situato nella frazione di Bocale.

Il destino, dicevamo, ha portato il suo corpo fisicamente in Inghilterra, ma il cuore di Giorgio Riggio non si è mai mosso di un centimetro. Lo ha giurato durante una chiacchierata telefonica, mentre uscendo dal lavoro alle 22 (le 21 a Londra) prendeva i mezzi per tornare nel suo appartamento. “A Reggio mi chiamavano ‘Il madonnaro della pasta di pizza’, ho sempre avuto la passione di realizzare l’arte con gli impasti”, afferma ai nostri microfoni. Ed è proprio da questo soprannome che è iniziata la nostra conversazione, perché in questi giorni il professionista si è inventato il volto della Regina Elisabetta con un mosaico di pizza, un omaggio per il Giubileo di Platino che celebra il 70° Anniversario del Regno. L’opera dedicata a “Queen Elisabeth” sarà esposta il 5 di giugno presso la chiesa cattolica “Our Lady of Dolours” in Fulham Road, nel distretto di Kensington & Chelsea. “In questa cattedrale – spiega –  c’è il quadro di Carlo Acutis, uno studente italiano proclamato beato dalla Chiesa cattolica. Conosco il parroco, ha voluto che esponessi il mio mosaico lì”.

Giorgio Riggio: lo “spinning pizza” e i suoi mosaici conosciuti in Italia e nel mondo

Nonostante la sua assenza dalla Calabria da circa 6 anni, Giorgio Riggio è ancora un personaggio molto conosciuto ed apprezzato. In città, ma non solo: può infatti vantare il titolo di Campione del mondo di pizza artistica, è stato un modo per esportare il nome di Reggio in giro per l’Italia e per il mondo. “Il mio primo mosaico – afferma – è stato esposto alla Fiera di Rimini, ben 15 anni fa, ho realizzato il Cupido. Per la mia terra però ho creato diverse opere: in occasione della processione della Madonna della Consolazione ho fatto esporre in un famoso negozio del Corso Garibaldi l’altare del Duomo, sempre realizzato con gli impasti. Al Calypso era famoso anche il mio presepe di pasta di pizza, oppure i lavori per la Chiesa del Carmine a Pellaro, mentre ad agosto ogni anno rappresentavo l’altare del Santuario di Polsi per un gemellaggio con San Luca in onore della Madonna della Montagna”. Oltre agli eventi locali, vanno menzionati quelli di spessore internazionale: Riggio nel suo percorso ha composto il mosaico per la Madonna di Pompei, ha esportato la tarantella calabrese nei famosissimi magazzini Harrods, ed inaugurato nel 2005 il Carnevale di Rio. E’ proprio in Brasile che, alla presenza di 240.000 spettatori e 150 televisioni, ha portato in alto la bandiera del gruppo pizzaioli Italia insieme ai colleghi Tato Saraniti e Paolo Coppola. Di seguito il video.

L’arte del pizzaiolo è, ormai dal 2017, tra le tradizioni del “patrimonio immateriale” dell’Unesco ed il reggino Riggio ha scalato negli anni tutte le classifiche delle competizioni internazionali fermandosi, negli ultimi dieci anni, in Gran Bretagna. Dopo Montecarlo e Porto Cervo, Flavio Briatore ha voluto mettere un’altra bandierina in Italia, a Roma, dove in via Veneto non ha voluto rinunciare allo spettacolo acrobatico, interpretato dal giovane pizzaiolo Valentino Rotaru, romano preparato a Londra dal Maestro Giorgio. “Sono andato via da Reggio, volevo stare con mia figlia – racconta ancora nel corso dell’intervista – . Lei anche si è inserita in questo mondo, collabora con grandi professionisti. Io sono felice, adesso sto bene, posso guardare avanti a testa alta. Sono fiero di lavorare nei locali di Flavio Briatore, unici nel suo genere per il grande impegno e l’immensa importanza che si dà alla qualità dei prodotti e all’immagine”. E le sorprese non finiscono qui, Riggio nel prossimo mese di giugno è stato invitato al campionato internazionale “Pizza senza Frontiere” in qualità di giudice.

I Crazy Pizza di Briatore: “vi spiego perché è un modello da seguire”

La catena Crazy Pizza di Flavio Briatore spopola in Italia e all’estero, ma qual è la particolarità vincente che li rende unici? Giorgio Riggio spiega: “intanto si dà estrema importanza alla cura della location, l’atmosfera che si vive all’interno del locale non si trova facilmente, ti dà subito l’impressione di essere in un clima di festa. Tu entri per mangiare e ti diverti allo stesso tempo grazie alle esibizioni dei dipendenti. E poi non è vero che i prezzi sono più alti di altri posti, anzi tutt’altro. Il personale è preparato, ti accoglie col sorriso e ti fa sentire a tuo agio, non è un aspetto secondario. Poi nei locali si dà importanza alla qualità: gli affettati che condiscono la pizza vengono tagliati tutti al momento e poi vengono utilizzati prodotti italiani, penso al salame calabrese o alla ventricina abruzzese. Altro aspetto positivo è che il team di Briatore è composto per la stragrande maggioranza di lavoratori italiani, si va alla ricerca soprattutto di nostri connazionali”.

Lo “spinning pizza” è il punto forte dei locali: “l’impasto grande delle dimensioni con cui lo metto in pratico io non si trova da altre parti. E comunque ci tengo a sottolineare che per lo spettacolo non adoperiamo la pizza vera, quella che serviamo ai tavoli. Vogliamo evitare qualsiasi tipo di spreco e poi è pericoloso. Anche per le immagini dei mosaici, uso quello che a Londra chiamano “declined”, cioè la parte finale degli impasti, ho usato sempre materiale che altrimenti sarebbe stato cestinato”. Insomma, a pensarci una roba spaziale per la realtà di Reggio Calabria, invece non è così: “nel mio locale c’era la pizza acrobatica, ora lo fanno in tanti. Sono stato io il primo a creare la pizza acrobatica, vincendo nel 2003 il titolo di Campione del mondo con il team Bocale di Calabria. Ho fatto tante esibizioni, comparse in tv, eventi nazionali e internazionali. Sono ricordi bellissimi, sono felice della vita che ho fatto, non ho alcun rimpianto. Ora vivo in un appartamento a Londra, sono con mia figlia, mi trovo bene e non desidero altro. Nel mio percorso ho fatto un’esperienza inconsueta: prima ero padrone, poi sono stato garzone, forse mi sarebbe stata più utile al contrario, ti aiuta a capire cosa c’è “dietro le quinte”, ciò che succede con i dipendenti”.

Il reddito di cittadinanza, i tempi che cambiano e una certezza: “se ami il tuo lavoro, non lavori neanche un giorno”

Dal racconto della sua vita ad un tema più generale, perfetto da affrontare con un professionista che nella sua carriera è stato sia titolare che dipendente di un’attività di ristorazione. In Italia c’è grande difficoltà a reperire personale (camerieri, pizzaioli, cuochi, barman), ma anche in Inghilterra la situazione è complicata: “qui stiamo impazzendo a trovare lavoratori – spiega Giorgio Riggio – , è il risvolto della medaglia introdotto della Brexit. Le persone per entrare hanno bisogno dell’invito al Consolato, poi bisogna dimostrare di poter garantire uno stipendio ai ragazzi che si trasferiscono. Insomma, è un lungo percorso burocratico, non sempre facile da risolvere. Ora qualcuno si trova, ma è davvero difficile lavorare quando si è in pochi”.

Mentre a Londra il problema è di carattere burocratico, in Italia in molti danno la colpa al reddito di cittadinanza. “Su questo discorso appoggio il capo – sottolinea Riggio – , i giovani mandiamoli a lavorare. Il sussidio economico diamolo piuttosto a chi ha davvero bisogno di soldi per vivere, adesso è dato a ruota libera, i giovani non hanno alcun interesse ad imparare un mestiere. Stanno a casa mantenuti dai genitori, vanno al mare ad agosto, perché provare a cercare un’occupazione quando hai il reddito garantito. Flavio Briatore ha aperto sezioni a Montecarlo, in Sardegna, cerca di dare posti di lavoro, ma posso garantire che ha difficoltà a trovare giovani italiani che vogliono lavorare. Io sono a Londra da tempo, ma c’è gente che mi chiama da Reggio per trovare personale, mi chiamano tanti locali per aiutarli a procuragli qualcuno. Quel che cerco di trasmettere nei locali di Briatore è l’entusiasmo ai più giovani, ho sempre lavorato anche quando stavo poco bene e non ero al meglio fisicamente. Dopo alcuni momenti tristi della vita, adesso posso dire che mi sento soddisfatto”.

In chiusura il Maestro Riggio chiude con una massima e una dedica a Reggio Calabria: “ho imparato che se veramente ami il tuo lavoro, allora non lavori neanche un giorno. E’ questa la mia gioia, poi tutto quello che faccio lo dedico ai miei amici in Italia. Il mio operato è dedicato a Reggio Calabria, a Bocale e Pellaro dove sono cresciuto, ai miei amici. Il mio pensiero è sempre rivolto a lavoro. Non sputo nel piatto dove ho mangiato, sono orgoglioso della persona che sono e di quello che mi ha dato la vita. A Reggio ho lasciato un buon ricordo di me, in ogni discorso e azione le mie origini sono fondamentali, la mia immagine è quella di Reggio, ho sempre appoggiato la mia città. Non è vero che è piena di difetti, posso dire che tutto il mondo è paese, la mia terra è sempre nel cuore”.

Condividi