Superlega, l’ex premier Giuseppe Conte: “caparbiamente contrario a chi uccide sana e aperta competizione sportiva”

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Giuseppe Conte contrario alla Superlega: l’ex premier esprime il suo dissenso contro un format che “uccide la sana e aperta competizione sportiva”

Il progetto della Superlega, nuova competizione fondata da 12 fra i più grandi club calcistici al mondo, continua a fare incetta di critiche. Il meccanismo che consente la partecipazione ‘di diritto’ ai 12 club fondatori, per altro 12 grandi potenze del calcio mondiale, rischia di andare contro al principio della meritocrazia del calcio, per altro escludendo la quasi totalità degli altri club di livello e prestigio ovviamente inferiore.

Fra le tante voci che hanno espresso il loro dissenso c’è anche quella di Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio italiano, che sui social ha scritto: “NON È SOLO QUESTIONE DI CALCIO. Oggi tanti appassionati di calcio si trovano spaesati, amareggiati. Immagino alcuni anche arrabbiati. Di sicuro si sentono depredati del sogno più bello che lo sport riesce a disseminare in ogni angolo del pianeta: la possibilità che la propria squadra del cuore – non fa niente se piccola, priva di blasone e con scarsi mezzi finanziari – possa sovvertire i favori dei pronostici e riuscire a prevalere su un prato verde, come fu per Davide contro Golia.

I campi di calcio, da quelli di terriccio nascosti in periferia fino ai grandi palcoscenici mondiali, sono motore di cambiamento e di aggregazione, fonte di speranza e di tante legittime aspirazioni per i giovani, sia che vivano nei grandi centri urbani sia che vivano in paesini in cerca di riscatto. Ma lo sport, prima di tutto, è strumento di inclusione e fattore che cementa le relazioni umane.

Non viviamo fuori dal mondo e siamo consapevoli che, a certi livelli e in certi settori, anche lo sport diventa business, per cui si coagulano interessi economici che impongono di rendere pienamente sostenibili gli investimenti fatti. Ma la remunerazione degli investimenti va cercata rispettando i valori alla base dello sport, non stravolgendone completamente il significato.

Chi oggi lavora per realizzare il progetto della Superlega e persegue una logica elitaria che prescinde dalla qualità del gioco, dal merito sportivo e dallo spirito di solidarietà, sappia che ci vedrà caparbiamente “contro”, come appassionati di calcio e come sportivi.

Chi uccide il principio di una sana e aperta competizione sportiva per abbracciare ciniche ragioni contabili, si assume il grave rischio di spegnere la magia del calcio e la passione che esso suscita, perché come ha osservato Papa Francesco ‘dietro a una palla che rotola c’è quasi sempre un ragazzo con i suoi sogni e le sue aspirazioni'”.

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