Acr Messina, Cosimo “Cocchino” D’Eboli a StrettoWeb: “Campionato un po’ falsato dalla pandemia, ma stiamo lavorando bene. Futuro? Riportare il calcio che conta in questa città…”

StrettoWeb

L’intervista esclusiva di StrettoWeb al responsabile dell’area tecnica dell’Acr Messina Cosimo D’Eboli, per tutti “Cocchino”

E’ il Deus ex machina dell’Acr Messina. Cosimo D’Eboli – per tutti “Cocchino” – da qualche mese è diventato (ma solo ufficialmente) il nuovo responsabile dell’area tecnica del club giallorosso. Già da quest’estate però, in silenzio e lontano dalle luci dei riflettori, aveva gettato le basi per costruire qualcosa di importante e che guardasse al medio-lungo periodo. Al momento, e di questo bisogna darne atto, i fatti gli stanno dando ragioni. L’Acr guida infatti la classifica del girone I di Serie D, ma le dirette concorrenti hanno ancora qualche gara da recuperare. La situazione attuale, con un occhio al rush finale di stagione, è stato il tema di discussione dell’intervista che il dirigente ha rilasciato alla redazione di StrettoWeb.

Direttore, ad inizio stagione avrebbe pensato di trovarsi in questa posizione di classifica a marzo?

“Il buon lavoro svolto inizialmente ci ha portato a pensare sempre positivo. Certo, altre società devono recuperare delle partite e bisogna stare attenti a tutto, ma noi siamo consapevoli di avere una rosa importante, speravamo in questa situazione di classifica e io ci credo”.

Qual è il segreto?

“Abbiamo gettato le basi per una sorta di equilibrio tra società e squadra. La proprietà ci è vicina, ci ascolta, ci lascia lavorare. E con il lavoro ho costruito l’organico pezzo dopo pezzo. Poi, l’organizzazione di gioco e un mister meticoloso hanno fatto il resto. In Serie D, tra l’altro, non bisogna dimenticare la regola degli Under. E noi, in tal senso, abbiamo fatto una scelta precisa”. 

Con tutte le difficoltà del caso legate al Covid: i continui rinvii e i recuperi da giocare molti mesi dopo non aiutano nessuno, né chi deve rincorrere e né chi – come voi – vive con l’ansia di conoscere i risultati delle dirette concorrenti.

“Questa pandemia ha defenestrato un po’ tutto, anche a livello di Lega. E’ stato un campionato un po’ falsato, adesso ancora più di prima a causa dei rinvii. E’ una cosa assurda. Recuperare a marzo-aprile partite rinviate mesi fa vuol dire giocare con delle motivazioni differenti specie se in una squadra le cose non vanno già bene. Io ho sempre combattuto perché si giocasse subito la partita rinviata, senza aspettare troppo. In ogni caso la pandemia l’ha fatta da padrona e continua ad essere così. La speranza è che scompaia, ma ci vorrà ancora qualche mese”. 

E dal punto di vista economico e sanitario, che difficoltà ha trovato il club nel gestire la situazione?

“L’aspetto legato alla tifoseria è sicuramente il più importante, credo che il girone D sia quello in cui influisce di più a livello di numeri. I dati provenienti dai botteghini sono eloquenti, ci sono delle problematiche. Dal punto di vista sanitario dico invece che siamo stati bravi e fortunati. Da noi non c’è stato alcun contagiato. Merito anche di un protocollo tutto nostro in cui vigiliamo sui calciatori e sulla loro salute. Li terniamo sotto visura, li controlliamo personalmente. Questo, anche unito al loro buon senso. A prescindere da ciò, però, le difficoltà sul campo sono state mitigate dalla forza di questo organico, costruito bene. Ovviamente non siamo i soli”.

Ecco, appunto: quale avversario teme di più tra le dirette concorrenti?

“Io rispetto tutte le antagoniste, ma non temo nessuno. Potrei indicarle 5-6 squadre, costruite bene e che stanno lottando lì insieme a noi, ma non bisogna dimenticare tutta una serie di fattori che alla lunga potrebbero pagare. Penso alle gare da recuperare in ritardo, ad esempio”.

Quindi niente nomi?

“Le potrei citare la Gelbison, che zitta zitta è lì. Poi l’Fc Messina, l’Acireale, il Licata, e io ci metterei dentro anche il Dattilo, squadra ben costruita che ha avuto qualche incidente di percorso in casa e si è allontanata. Mi viene da pensare anche al San Luca e all’ottimo lavoro di Cozza. Diciamo che è un campionato livellato verso l’alto”.

E se fosse l’Acr Messina l’unico avversario di se stesso in questo rush finale?

“Sono d’accordo. Io lo dico sempre: siamo il giudizio di noi stessi. Facciamo bene fino alla fine e il 6 giugno tireremo le somme”.

E, tirate le somme, se tutto va come deve andare, quali sono gli obiettivi futuri dell’Acr Messina?

“La proprietà è stata chiara inizialmente. Facciamo gli scongiuri ma, una volta arrivati in Lega Pro, scatta il secondo anno di questa gestione Sciotto-Del Regno-Bove. Tassello dopo tassello, l’obiettivo è di riportare a Messina il calcio che conta. Altro che Serie D, questa città non merita neanche la C…”

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