Scuola, in Lombardia riaprono le superiori: il Tar boccia l’ordinanza della Regione

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E’ stato accolto il ricorso presentato dai genitori milanesi del comitato ‘A scuola’, sospesa di fatto l’ordinanza del Presidente Attilio Fontana

Le scuole superiori in Lombardia potrebbero ripartire con didattica mista da venerdì prossimo, 15 gennaio 2021. Lo ha stabilito oggi la prima sezione del Tar della Lombardia (presidente Domenico Giordano), che ha sospeso l’ordinanza della giunta Fontana, accogliendo di fatto il ricorso presentato dai genitori milanesi del comitato ‘A scuola’. Secondo il tribunale amministrativo, che richiama anche il piano di rientro redatto dalla Prefettura di Milano (“di cui il provvedimento regionale non tiene conto”), la decisione di prolungare la Dad al 100% per gli istituti secondari di secondo grado fino al 25 gennaio non sarebbe stata di “competenza regionale” fintanto che fossero valse le misure del Dpcm del 3 dicembre 2020 (che disponeva la didattica in presenza al 75% della popolazione studentesca dal 7 al 10 gennaio). Viceversa dall’11 gennaio 2021 al 16 gennaio 2021 la didattica è disciplinata dal decreto legge 1/2021, che impone di garantire l’attività in presenza almeno al 50 per cento.

“Sino al 15 gennaio – si legge infatti nel testo della sentenza – non c’è spazio per una competenza regionale diretta a introdurre misure più restrittive”. “Sino alla permanenza dell’efficacia del Dpcm 3 dicembre 2020 – spiega ancora la prima sezione del Tar Lombardia – il quadro normativo esclude la possibilità di un intervento regionale in tema di disciplina dell’attività didattica, tanto che il Dpcm stesso prevede l’applicazione di misure più restrittive solo qualora il ministro della Salute abbia accertato la sussistenza in un certo ambito territoriale regionale di uno ‘scenario di tipo 4’ e di un livello di rischio ‘alto’, senza fare salvo alcun potere di disciplina regionale”. Il ministero della Salute però, scrivono i giudici amministrativi, non avrebbe “accertato alcuna situazione tale da imporre in via esclusiva la didattica a distanza”. Dunque, concludono, “deve essere sospesa l’ordinanza impugnata nella parte in cui disciplina la didattica a distanza, imponendola al 100%, nel periodo compreso tra i giorni 11 gennaio e 15 gennaio 2021”. A partire dal 16 gennaio, viceversa, può tornare in campo la Regione con le sue dirette competenze, a questo punto non più in contrasto con la legislazione nazionale.

Inoltre, sul fronte caldo degli assembramenti, cuore dell’ordinanza regionale, i togati tagliano corto: “L’ordinanza, da un lato, interviene per gestire un rischio di assembramenti solo ipotizzato, dall’altro, affronta tale rischio adottando una misura che paralizza la didattica in presenza, ma senza incidere sugli assembramenti, che, anche se riferiti agli studenti, non dipendono dalla didattica svolta in classe e, comunque, sono risolvibili mediante misure di altra natura”.

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