Reggina: chi è Adriano Montalto, il “tagliagole” o “l’animale”. Dai record con la Ternana a un insolito vizietto… [VIDEO]

StrettoWeb

Reggina, la presentazione del nuovo attaccante amaranto Adriano Montalto: l’exploit di Terni, i soprannomi e un insolito vizietto…

Di calciatori a cui vengono affibbiati vari nomignoli ce ne sono tanti. Ancor di più se si è esperti, quindi con tanti anni alle spalle, o anche bomber. Anzi, ancor di più se si è “giramondo”. Adriano Montalto un giramondo lo è. Diciamo meglio un “gira Italia”. Nato ad Erice (Trapani), cresciuto al Messina, ha cambiato 15 squadre in 14 anni. Mai più di una stagione nello stesso club, dopo le prime esperienze in C2 si è perlopiù diviso tra Serie B e C. Ora, a 32 anni, un’altra avventura al Sud, a Reggio Calabria. Arriva alla Reggina dal Bari e firmerà un contratto fino al 2022.

Dalla Scafatese fino al ritorno a casa

Adriano Montalto cresce calcisticamente nella “sua” Sicilia, al Messina. Il suo periodo nelle giovanili coincide con quello di massimo splendore per il club giallorosso, che arriva fino alla Serie A. Poi la società peloritana fallisce e lui comincia a formarsi da solo. Un lungo girovagare, prima del ritorno a casa. Dalla prima esperienza Prof alla Scafatese nel 2007, quasi dieci anni dopo, nel 2015-2016, Montalto torna a Trapani, sua città natale. 29 presenze e 3 reti nella stagione che permette ai granata di sognare ad occhi aperti, sfiorando la Serie A con un dito. Con Cosmi in panchina (e il “vecchio-nuovo” compagno Nicolas in porta) la promozione si ferma all’ultima curva, alla finale playoff persa contro il Pescara.

L’exploit di Terni e i tanti soprannomi

Dopo una sola stagione, Montalto lascia Trapani e passa alla Juve Stabia – in Serie C – dove trova poco spazio e segna un solo gol in appena cinque presenze. E’, però, solo “l’anteprima” di quella che è tutt’ora la sua miglior stagione in assoluto, un autentico exploit. Torna in Serie B, alla Ternana, e con Sandro Pocheschi fa faville. Da titolare, in 34 presenze segna 20 reti, raggiungendo e superando la doppia cifra per la seconda volta in carriera e per la prima volta in cadetteria. Si ricorda a tal proposito il record di quattro reti in una sola gara (Ternana-Pro Vercelli 4-3) e la grande doppietta in rimonta a Perugia nello storico derby umbro. E’ qui che nasce il soprannome di “Tagliagole“, un’esultanza che nella scorsa stagione – da queste parti – abbiamo già visto fare a Reginaldo. Ma “Tagliagole” non è l’unico soprannome. Un altro è quello che lo stesso Pocheschi amava affibbiargli quell’anno: animale. Per la sua prestanza fisica e potenza, ovviamente, ma anche per la sua personalità prorompente in campo e fuori. Le successive due stagioni, sempre in B, Montalto non riesce a ripetersi, segnando 7 gol tra Cremonese e Venezia. In una di queste, con i lagunari, scatena le ire dei tifosi perugini. Dopo un gol in Venezia-Perugia, infatti, Montalto – beccato dai supporters ospiti – esulta alzando le mani che recitano il 2-3 con cui due anni prima aveva deciso il derby. Ultima esperienza quella con il Bari, con cui da quest’estate ha messo a segno quattro reti.

Le caratteristiche: grande forza, fiuto del gol ed un vizietto particolare…

Adriano Montalto è il classico centravanti d’area di rigore. Forte fisicamente, possente, letale sotto porta, sfrutta molto la sua prestanza atletica per farsi spazio tra i difensori, approfittando anche dell’altezza per il gioco aereo e del suo micidiale sinistro. A tal proposito, il nuovo attaccante amaranto ha nelle sue corde un particolare “vizietto“, insolito per uno del suo ruolo e della sua struttura fisica: le punizioni. Non di precisione, ma di potenza. Alla Roberto Carlos, per intenderci, ovviamente con le dovute proporzioni. Diverse le reti in carriera di Montalto direttamente da calcio piazzato, due delle quali nelle quattro totali segnate a Bari fino ad ora. Una di queste, da lontanissimo, la riproponiamo nel VIDEO qui di seguito (minuto 0.35) : è valsa il momentaneo 1-0 dei galletti contro la Juve Stabia.

Reggina, chi è Elia Petrelli: il paragone con Ibrahimovic e quella chiamata di Allegri alla Juventus

Condividi