Ponte sullo Stretto, Sturniolo dice ‘No’: “solo propaganda elettorale”

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Il candidato a sindaco della lista “Messina In Comune” commenta la nuova iniziativa di Forza Italia durante la campagna elettorale: “il Ponte non l’hanno ancora costruito. Ci viene da pensare che non abbiano alcun peso nell’ambito dei loro partiti di riferimento”

Il Ponte sullo Stretto diventa tema di dibattito politico in vista delle imminenti elezioni amministrative a Messina. Come sempre, alle fazioni pro Ponte si aggiungono anche quelle contrarie. In una nota, interviene il candidato a sindaco della lista “Messina In Comune” Gino Sturniolo, commentando la presentazione “dell’ennesimo disegno di legge ‘acchiappavoti'”. “Che al sopraggiungere di una nuova tornata elettorale Forza Italia – afferma il candidato sindaco – presenterà un nuovo disegno di legge che favorisca la costruzione del Ponte sullo Stretto è scontato quanto il fatto che domani sorgerà il sole. È sintomatico, d’altronde, che questa volta a depositare il nuovo testo sia una ex 5 stelle, poi passata a Italia Viva e, infine, approdata a Forza Italia. Sembra la plastica descrizione del processo di deriva a destra del centrosinistra”.

“Ma qual è, al momento, la situazione?”: Sturniolo entra nel merito della questione e prova ad affrontare l’argomento dal punto di vista tecnico. “Dopo avere per due decenni dilapidato centinaia di milioni di euro nel vecchio progetto a una campata unica (sono 312 i milioni certificati dai bilanci della Stretto di Messina Spa), la Commissione De Micheli, istituita dal Governo PD-Cinquestelle) ha stabilito che il vecchio disegno era obsoleto – ricorda Sturniolo – . Certo, non ci voleva una Commissione ministeriale per rilevare che i ponti a campata unica già costruiti arrivavano al massimo a 2000 metri, mentre nel caso del Ponte sullo Stretto la campata unica sarebbe di 3.300 metri. Un salto ingegneristico improponibile, evidentemente”. In realtà, lo studio del Ponte a campata unica, ha richiesto diversi anni di studi prima di essere approvato da ogni punto di vista. La dimostrazione di questo è il fatto che in diverse parti del mondo, ultime su tutte lo Stretto dei Dardanelli in Turchia, è stata costruita l’infrastruttura gemella, proprio basandosi sul progetto del Ponte di Messina. Quindi, parlando di “disegno obsoleto”, Sturniolo dimostra di essere contrario alla realizzazione del collegamento stabile e segue la posizione di chi sino ad oggi non ha voluto prendere una decisione chiara per dire piuttosto “No”.

“Poggiata la pietra tombale sul vecchio progetto, il Governo Draghi (al quale, ricordiamo, partecipano tutti i grandi partiti tranne Fratelli d’Italia) ha deciso di impiegare 50 milioni di euro del Pnrr per un nuovo studio di fattibilità: altro giro, altra corsa, altra filiera progettuale che ha, ovviamente, generato scontri interni alla compagine pontista (intanto arricchitasi dall’arrivo di un bel pezzo di Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri in testa)”, asserisce il candidato a sindaco. E sugli studi di fattibilità indetti dal Ministro Enrico Giovannini, Sturniolo non è il primo a porre dei dubbi. I risultati avrebbe dovuto essere già stati presentati, ma di concreto ancora non è stato reso noto nulla. Secondo molti esperti, tra cui il Professore Enzo Siviero, si tratta di una “perdita di tempo”, perché gli studi non potranno confermare nulla di più rispetto a cosa già si sa, ovvero che il ponte a tre campate non è fattibile (per motivi tecnici) e l'”opzione zero” non è contemplabile vista la necessità di collegare Messina e Reggio Calabria.

“Il tema del Ponte irrompe, dunque, come al solito nella campagna elettorale delle amministrative messinesi. Certo, la deputazione locale ben distribuita a Messina nelle coalizioni di centrodestra, centrosinistra e Sicilia Vera dovrebbe spiegare come mai, visto che sono tutti d’accordo, il Ponte non l’hanno ancora costruito. Ci viene da pensare che non abbiano alcun peso nell’ambito dei loro partiti di riferimento – conclude Sturniolo – . Noi restiamo orgogliosamente “No Ponte”. Chi ha partecipato alle mobilitazioni contro la costruzione dell’infrastruttura fra le due sponde nei decenni passati può dire di avere vinto, perché il Ponte non è stato costruito”.

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