Pepe, il retroscena sull’arrivo in Portogallo: 18 anni, niente soldi per mangiare e quel gesto che gli ha cambiato la vita

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Pepe racconta un retroscena sul suo arrivo in Portogallo a 18 anni: non aveva neanche i soldi per mangiare, il gesto di un commesso gli cambiò la vita

Nell’immaginario comune, quando un calciatore sbarca in aeroporto ad accoglierlo c’è una folla più o meno numerosa, si sentono i cori e le domande dei giornalisti, qualche tifoso prova a scattarsi il primo selfie insieme o ad ottenere il primo autografo. Per Pepe non fu così. Sbarcato in Portogallo appena 18enne, quando i social ancora non avevano preso piede, l’arrivo di un giovane calciatore chiamato dal Maritimo non fece notizia. Del resto, il difensore che in futuro sarebbe diventato un pilastro del Porto e successivamente avrebbe vinto 3 Champions League con il Real Madrid, non lo conosceva quasi nessuno. Pepe arrivò in Portogallo con appena 5 euro in tasca e due scelte: comprarsi una scheda telefonica per chiamare la madre e dirle che il viaggio dal Brasile era andato bene, oppure trovare qualcosa da mangiare.

Scelse la prima opzione, da bravo figlio. Poi però i crampi allo stomaco si fecero sentire, specie perchè il volo successivo per Madeira era 17 ore dopo. Pepe racconta la vicenda a ‘Expresso’ spiegando: “quando sono arrivato, avevo in tasca l’equivalente di cinque euro. Ero al settore immigrazione, perchè sono arrivato dal Brasile da solo, a 18 anni. Dovevo portare con me un fax del Maritimo, che richiedeva che entrassi in Portogallo. Con quei soldi dovevo comprare una scheda telefonica per chiamare mia madre e dirle che stavo bene. L’altra opzione era comprare qualcosa da mangiare. E ho pensato ‘ok, tranquillizziamo mamma’. Sono arrivato alle sei di mattina e il mio volo successivo era alle undici di sera. E dovevo mangiare qualcosa. Quindi sono andato a un negozio dell’aeroporto e ho chiesto: ‘Avete qualcosa da mangiare?’. Mi ha risposto di sì, ma io ho spiegato che non avevo soldi. Mi ha guardato e mi ha portato una busta con un panino. Da quel momento mi è venuta voglia di aiutare chi è più sfortunato, è un qualcosa che mi segnato parecchio. Soprattutto perchè quella persona non sapeva chi fossi, come io non so ancora chi era e mi dispiace. Ma quel gesto mi ha aiutato per tutto il resto della mia vita”.

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