Messina, De Luca: “ho pianto per le minacce”. Il Sindaco annuncia una nuova ordinanza di zona rossa e spiega il motivo delle sue dimissioni

StrettoWeb

La conferenza stampa del Sindaco di Messina Cateno De Luca che ha annunciato le sue dimissioni dopo le minacce ricevute

Tante accuse da parte delle istituzioni messinesi, ma anche tanti messaggi di vicinanza sono arrivati al Sindaco Cateno De Luca. Il primo cittadino di Messina questa sera ha poi indetto una conferenza stampa, ecco le sue parole: “Ringrazio coloro che mi hanno inviato messaggi di vicinanza e chiunque sia venuto in segno di solidarietà a Palazzo Zanca. Ho subito un’imboscata in un momento delicato, un Consiglio comunale avvenuto durante la mia conferenza dal Coc. Un’arena senza il protagonista principale, che ha visto lo show di alcuni consiglieri comunali. Io non mi sono mai sottratto al confronto, e un vero confronto ad oggi non c’è mai stato. Ci sono stati addirittura degli applausi quando ho annunciato di ritirare la mia ordinanza. Chiunque sta agendo contro Messina e sta minacciando la mia persona sarà identificato. Ho considerato queste cose un rischio del mestiere, ma questo lede l’incolumità della nostra città. Ora ho 3 settimane per preparare le mie dimissioni. Ho pianto a leggere nel post tutti quegli insulti, ho visto Messina alla deriva. In un giorno in cui ci sono stati ben otto morti per Covid”.

Dopo aver accusato Ferdinando Croce, candidato a Sindaco alle prossime elezioni comunali, e averlo definito “depistatore”, e il direttore dell’Asp Paolo La Paglia, De Luca ha poi affrontato l’argomento delle dimissioni ha spiegato il motivo per cui ha istituito una zona rossa molto più restrittiva di quella del Governo: “non sono una mossa pubblicitaria, ma l’esito di una lotta combattuta in modo isolato per difendere la città. A dimostrazione di questo non rilascerò interviste per i prossimi 20 giorni, parlerò solamente attraverso le dirette sulla pagina Facebook. E’ stata una battaglia contro muri di gomma, ma le inchieste giudiziarie andranno avanti col loro tempo. Non si fermano le nostre denunce su tutte le criticità e le problematiche che state vivendo. Ho lavorato per scongiurare il dilagare dell’epidemia ed evitare che il tasso di mortalità vada ad aumentare. Manca tutt’oggi l’organizzazione, non ci sono posti letto, manca il personale medico, non esiste un programma informatico riguardante i dati di tamponi e positivi. E’ tutto frammentato e siamo in piena pandemia, manca totalmente il tracciamento, ecco perché oggi abbiamo il triste primato di essere tra i territori con più contagiati. Siamo la nuova Bergamo! La nuova zona rossa del Presidente Conte è una presa in giro, perché chiude tutto e non chiude niente, perché si può uscire di casa per acquistare qualsiasi prodotto. Ecco perché, caro Ferdinando Croce, ha fatto un’ordinanza comunale. Queste sono scelte di una politica che non ha il coraggio di non prendersi le responsabilità, di dire alle persone di stare a casa e basta. Con normative del genere, le forze dell’ordine e un questore non possono fare niente”.

Non manca poi un riferimento molto pesante al Presidente di Regione Nello Musumeci: “Tutto questo sangue non ricadrà su di me, e non lo dico da perché me ne voglio lavare le mani, ma perché sono sicuro che andare avanti così non può aiutarci ad allentare dal morsa del Coronavirus, ma a favorire istituzioni dal fare mafioso. L’Asp non è in grado di dare risposte all’altezza dell’emergenza. Perché non trasmette la la relazione del Cts Sicilia nella quale veniva consigliata la zona rossa in tutta l’isola? Se non lo fai, verrò a cercarti, senza se e senza ma. Fosse anche l’ultima cosa che farò da vivo”.

Infine De Luca ha letto la lettera delle sue dimissioni inviata al Presidente del Consiglio comunale: “con profondo rammarico sono costretto a rassegnare le dimissioni da Sindaco. Mai mi è mancato di sentire il sostegno dei miei concittadini e il forte legame con la comunità. Una comunità che oggi si trova a fronteggiare l’emergenza Coronavirus, a fronte dell’inefficienza dell’Asp e della sanità regionale. Mi viene data la colpa di essere io la ragione della diffusione del Coronavirus. Ho sempre difeso in tutte le sedi la comunità e i soggetti contagiati, non sono mancati i sostegni economici. Nessuno a Messina è rimasto privo di aiuti. Mai avrei pensato che ad ottobre l’epidemia fosse esplosa in questo modo, che l’Asp si potesse far trovare così impreparata, che i tavoli istituzionali e le denunce alle autorità giudiziari da me portate avanti non avessero prodotto effetto. La mia ordinanza è stata oggetto di accuse, ma non è stata una scelta politica, mira solamente a tutelare la salute della comunità che ho rappresentato. Ho capito di non poter aiutare i miei concittadini, perché non mi viene permesso, nel momento in cui è la città peggiore in Italia nel rapporto positivi/tamponi. La mia coscienza non me lo consente. Questa non è solo una dimissione, spero che da domani si accendano i fari su Messina e sulla mala gestione siciliana, su quelle che sono le cupole politiche mafiose. Io non me ne andrò, perché da domani scatta il conto alla rovescia, passeranno venti giorni quando poi non sarò più Sindaco. Voglio vedere se davanti alle dimissioni di un Sindaco, La Paglia resterà al suo posto, non posso accettare che la mia città venga uccisa dalla visione del Presidente Musumeci e dell’assessore Razza. Domani io preparerò una nuova ordinanza, aspetterò la Regione cosa farà e poi sabato metterò in vigore dell’ordinanza di chiusura totale. Chiuderò il mio mandato cercando di contrastare i contagi. Il prefetto sa già cosa rischio, ma io mi prendo le mie responsabilità, perché sono un uomo delle istituzioni. Se il risultato non arriverà entro questi venti giorni, io mi dimetterò. Farò di tutto per far rimuovere La Paglia che sta uccidendo Messina. Anche io sono stremato dalle chiusure, ma è il momento di restare a casa. Non ci sto a dare il benvenuto al Covid, così domani l’ordinanza sarà sistemata e spiegata bene. Non voglio ritrovarmi a fare il becchino di questa città”.

Condividi