Luoghi simbolo di Reggio Calabria intitolati a Vittorio Emanuele III: il dibattito continua

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  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
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StrettoWeb

L’articolo di StrettoWeb “Cancelliamo le intitolazioni a Vittorio Emanuele III dai luoghi simbolo di Reggio Calabria” ha scatenato il dibattito sull’argomento

di Kirieleyson – L’altro ieri abbiamo pubblicato un articolo sull’opportunità di eliminare dalla toponomastica della città di Reggio Calabria qualsiasi riferimento a Vittorio Emanuele III, penultimo re d’Italia.

Al riguardo abbiamo ricevuto tantissimi commenti da parte dei lettori, in massima parte in sintonia con il nostro, altri in discordanza, altri ancora asserenti che “non sono questi i problemi della città”.

Tra i vari messaggi ricevuti, abbiamo selezionato quello del Sig. Felice Lopresti, interessante anche perché  amplia l’argomento della discussione, proponendo una visione alternativa del Risorgimento (peraltro già ben nota a chi ha letto il libro di Pino Aprile, cui il nostro lettore fa riferimento), tutt’ora e tuttavia ignorata dalla  storiografie ufficiale.

Spettabile Redazione,

ho finito di leggere l’articolo a firma Kirieleyson e mi permetto di portare un piccolo contributo alla richiesta di cancellare il nome di Vittorio Emanuele III dal Cippo e dalla via Marina Alta.

Devo premettere che i miei bisnonni, trisavoli ecc. indietro nel tempo erano sudditi del Regno delle due Sicilie.

Leggendo qualche pagina di storia, non solo il libro di Pino Aprile “TERRONI”, ho scoperto che questo Regno aveva:

– la prima flotta mercantile d’Italia (seconda solo agli Inglesi);

– la maggiore industria metalmeccanica d’Italia;

– primarie industrie attive in vari campi;

– costruito la prima ferrovia in Italia;

ecc., quindi non in una situazione di indigenza o arretratezza.

Con l’arrivo di Garibaldi e il passaggio ai Savoia, senza ricordare le stragi compiute

dai Piemontesi, e se al Sud, depredato allora a favore del Regno sabaudo, oggi ci troviamo in una situazione che “si stava meglio quando si stava peggio”, certamente “merito” della classe politica che abbiamo avuto nel tempo, che continuiamo a sceglierci, ma se dobbiamo fare i processi a fatti e personaggi lontani nel tempo, e si deve trovare un responsabile per la situazione del Sud, forse Garibaldi dovrebbe essere il primo della lista.

Quindi, se vogliamo riscrivere la Storia, e vogliamo essere coerenti, cambiando nomi a vie e piazze, credo che dobbiamo eliminare il monumento a Garibaldi davanti alla stazione Centrale e trovare un altro nome per il Corso più importante di Reggio, che non dovrà essere più Corso Garibaldi.

Per evitare che quanto sopra possa essere inteso in modo non corretto, voglio precisare che sono contrario a quanto suggerito da Kirieleyson, perchè la Storia è la Storia, e non si può riscriverla a nostro piacere, secondo appartenenza partitica, associazioni umanitarie (benemerite, s’intende), o revisionismo storico fine a se stesso, e forse sarebbe meglio che a scuola si insegnasse la Storia, gli avvenimenti e personaggi che si sono succeduti nel tempo, che piaccia o no, hanno contribuito alla Storia dell’Italia, con tutti i risvolti, positivi e negativi che li hanno caratterizzati.

Il Sig. Lopresti aggiunge infine:

Per completare devo far presente che in Piazza Italia, come indicata dai Reggini,

su alcuni fabbricati che la circondano sono installate le lastre portanti la scritta PIAZZA VITTORIO EMANUELE senza i numeri I nè II nè III.

Certamente la piazza originariamente era stata intitolata a VITTORIO EMANUELE III, ma a Reggio hanno subito provveduto a declassare il “legittimo” Vittorio Emanuele, togliendo il III.

Egr. Sig. Lopresti.

La ringrazio per la Sua precisazione su piazza Italia (che in verità ignoravo).  Evidentemente qualcuno aveva già autonomamente pensato che era il caso di depennare (anche se parzialmente)  il nome di “Sciaboletta” (il nomignolo che il popolo dava al re, a causa della sua bassa statura) dalla toponomastica della nostra città.

Peraltro, anch’io ho letto il libro di Aprile e mi sono venute le Sue stesse perplessità su quanto insegnatici a scuola.  Sono ancora  con lei d’accordo sul fatto che la Storia è Storia e non la si può riscrivere a nostro piacere.

Mi consenta tuttavia di dissentire dalla Sua opinione riguardo l’opportunità di lasciare inalterata la toponomastica. E ciò perché la toponomastica non è solo storia, ma anche riconoscimento di merito che, evidentemente per certi personaggi non ci può stare.

La ringrazio ancora per il Suo contributo e mi auguro che mai nessuno consentirà che vi possa essere una piazza Hitler, un corso Stalin o una via Benito Mussolini.

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