Ciclismo, troppo sexy per fare la DS: la storia di Tara Gins, respinta per delle foto su Playboy

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Tara Gins, troppo sexy per il ruolo di direttore sportivo. La storia della ex ciclista respinta da una squadra per alcuni scatti su Playboy

Ancora una volta, femminilità e lavoro non riescono a conciliarsi perfettamente, nemmeno nel mondo dello sport. La storia di Tara Gins dà la triste prova di come, ancora nel 2021, per le donne ci sia troppo spesso un ostacolo di troppo, una buona scusa, per escluderle da determinate posizioni lavorative. La bellissima ex ciclista belga sognava di ricoprire il ruolo di direttore sportivo in una squadra del suo paese: oltre all’esperienza in carriera, sentiva di avere le competenze adatte. Accordo trovato, seppur solo verbale, abbastanza in fretta. Al momento di finalizzare il tutto però, arriva un brusco cambio di decisione. Il motivo? Alcuni scatti giudicati troppo sexy.

Tara Gins ha infatti posato su Playboy a maggio 2020 e successivamente in topless in un calendario per un’azienda belga. Niente di troppo esagerato, ma quanto è bastato per gettare nel cestino il principio di accordo. La ragazza ha spiegato nelle sue storie Instagram: “mi hanno detto che un membro dello staff si era imbattuto in qualche mia foto. Ha girato quegli scatti agli altri membri della dirigenza e qualcuno a quel punto ha minacciato il presidente della squadra di girare quelle foto allo sponsor.. Nel servizio per Playboy ero nuda, ma con le parti più intime coperte, quindi niente di volgare. Nel calendario invece ero in topless. E non c’era nessun riferimento al ciclismo”.

Inutile la telefonata al proprietario della squadra che, seppur dicendosi d’accordo con Tara, le ha spiegato di non voler correre il rischio di perdere gli sponsor: “dopo la telefonata di sabato, ho inviato un messaggio al presidente della squadra spiegandogli il mio punto di vista e cosa ne pensavo. Ovvero, mi sarebbe piaciuta essere giudicata per le mie capacità come direttore sportivo e non da alcune foto. Lui mi ha risposto che in linea di principio era d’accordo con me, ma mi ha anche detto: ‘Non posso farci niente perché ho degli sponsor e non posso perderli’”.

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