Sanità in Calabria, il retroscena del neo Commissario Longo: dal confronto con Lamorgese e Conte, al racconto del suo periodo da questore a Reggio

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Coronavirus, il neo Commissario alla Sanità in Calabria Longo: “Non ho paura”, “Sono come San Tommaso”, da “lunedì a Catanzaro”

“Io non ho paura, non l’ho mai avuta nella mia vita di uomo delle istituzioni e sono sempre andato là dove lo Stato mi ha chiesto di andare. Sarà così anche questa volta”, dice il neo Commissario alla Sanità per la Calabria Guido Longo sul Corriere della Sera. “Mia moglie è abituata, è una funzionaria di polizia, oggi è di stanza a Catania, che è la mia città, ma spesso e volentieri in passato mi ha seguito nelle mie missioni. Insomma, anche lei è d’accordo se è questo che volete sapere. Ora vedremo di organizzarci, comunque entrambi siamo sempre andati là dove lo Stato ha voluto”, aggiunge rispondendo a una domanda sulla denuncia dell’ex rettore della Sapienza. “In Calabria c’è la ‘ndrangheta. Ma ci sono anche tanti, tantissimi calabresi per bene, probi, che lavorano e hanno voglia di lavorare. Insieme a loro sono convinto che potremo provare a risollevare la sanità regionale, io di sicuro farò la mia parte, ognuno dovrà fare la propria”, aggiunge parlando della situazione della sanità calabrese. Longo vuole “toccare con mano” perché si definisce “peggio di San Tommaso”.

Su Repubblica Longo aggiunge: “Lunedì sarò a Catanzaro. Voglio vedere con i miei occhi e capire come stanno le cose prima di fare qualsiasi tipo di valutazione”. E racconta: “Dopo aver ricevuto la proposta dal ministro dell’Interno (Luciana Lamorgese, ndr) d’accordo con il premier Giuseppe Conte, ho subito accettato”, “sono sempre stato inviato a lavorare in situazioni complicatissime e ad affrontare sfide complicate. Ringrazio il governo per la fiducia e spero di poterla ripagare. La cosa più importante è consentire a tutti in Calabria di avere assistenza sanitaria”. Il neocommissario ricorda che conosce “il territorio nella sua complessità, ho avuto modo di leggerne le dinamiche e lavorarci anche in momenti delicati. Bisogna confrontarsi sempre, capirne le esigenze e le urgenze. Altrimenti qualsiasi azione diventa inefficace. A Reggio Calabria sono stato da questore nel periodo buio dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Questo nuovo incarico non mi trova impreparato”.

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