Karl-Anthony Towns, la lotta infinita contro il Coronavirus: ha perso la madre e 6 familiari, ora è positivo anche lui

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Karl-Anthony Tows è risultato positivo al Coronavirus: il centro dei Timberwolves ha già perso la madre e 6 familiari a causa della malattia

La vittoria o la sconfitta, il tiro che entra sulla sirena, o quello sputato fuori dal ferro, la tripla doppia o una giornata in cui per arrivare in doppia cifra serve metterle insieme tutte e 3 le statistiche di punti, assist e rimbalzi. Spesso l’umore di un giocatore può essere influenzato da tanti fattori che, a fine giornata, ‘sono solo basket’. Karl-Anthony Towns ha imparato a sue spese a dar priorità a ben altre cose nella sua vita, nonostante la pallacanestro e l’NBA abbiano, com’è normale che sia per un cestista, un ruolo fondamentale.

In poco meno di un anno, il centro dei Minnesota Timberwolves si è ritrovato a comprendere sulla sua pelle quanto possa essere letale il Coronavirus. Il big man americano ha inizialmente provato le difficoltà dell’isolamento e la lontananza dal campo da gioco per diversi mesi a causa dello stop dell’NBA. Successivamente, ad parile, ha perso la madre alla quale era profondamente legato al punto da definire ‘morto’ il Karl-Anthony Towns che il mondo conosceva prima di questo triste evento. Negli ultimi mesi altri 6 parenti sono deceduti a causa del Coronavirus. Poche ore fa la notizia: questa volta ad essere positivo è lui.

Su Instagram, Karl-Anthony Towns ha informato i fan con un messaggio nel quale fa anche riferimento ad una straziante promessa fatta ai nipotini:“prima della partita ho ricevuto un’altra terribile chiamata, dalla quale ho saputo che sono risultato positivo al COVID. Mi isolerò immediatamente e seguirò tutti i protocolli. Prego ogni giorno affinché questo incuba del virus svanisca e chiedo a tutti di continuare a prenderlo sul serio e di prendere tutte le precauzioni necessarie. Non possiamo fermare la diffusione del virus da soli. Deve essere uno sforzo di gruppo. Mi spezza il cuore che la mia famiglia, in particolare mio padre e mia sorella, debbano continuare a soffrire per l’ansia che deriva da questa diagnosi, poiché sappiamo tutti bene quale può essere il risultato finale. A mia nipote e mio nipote, Jolani e Max, prometto che non finirò in una bara con mia madre e che supererò questo“.

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