Da 280 mila lire a 11 punti vendita, la storia mozzafiato di Nino Gullì: “Clivia è nata inseguendo un grande sogno”

StrettoWeb

Reggio Calabria, Nino Gullì racconta la storia di successo di Clivia Profumi. Quella convocazione a Motta San Giovanni per fare il Vigile Urbano e il rifiuto che fece infuriare papà: una storia mozzafiato

Clivia è oggi un marchio molto conosciuto sul territorio calabrese: si tratta di un’attività estremamente nota con 11 punti vendita nella Provincia di Reggio Calabria dove rappresenta un “must” per tutti gli amanti dei prodotti di bellezza, cura della persona, igiene, pulizia, ma anche accessori e moda. Il titolare di Clivia, Nino Gullì, è testimone personale di una storia di successo straordinaria: è partito da zero nel 1984 insieme al suo socio Nicola Scordo ed è riuscito in un territorio difficile a raggiungere gli attuali livelli di eccellenza con impegno, sacrificio e lungimiranza. “Tutto è iniziato nel 1984, un periodo di grandi fermenti: il mondo era ancora diviso in due blocchi ma veniva scosso dal neoliberalismo economico di Reagan e Thatcher. Insieme all’entusiasmo che ancora si respirava per la vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio dell’82, questa ventata di ottimismo e di libertà aveva influenzato anche me. A quel tempo avevo appena 23 anni, studiavo alla facoltà di farmacia e, insieme al mio socio di sempre, nonché compagno di gioventù, Nicola Scordo, con pochi soldi da investire e con tanto coraggio, ci lanciamo nella fornitura di prodotti per parrucchieri, barbieri ed estetisti”, racconta Gullì ai microfoni di StrettoWeb ripercorrendo le prime tappe della sua straordinaria avventura di successo.

L’imprenditore reggino, con gli occhi lucidi per l’emozione, racconta quei giorni e riesce a trasmettere un tale trasporto che sembra rimaterializzarli davanti a noi: “Era tutto una grande incognita, non sapevamo nulla: non conoscevamo il settore né il mercato, né quante possibilità avevamo di poter guadagnare, tanto che nei primi due anni siamo stati più volte sul punto di arrenderci. Eravamo solo due ragazzi con tanta voglia di spaccare, ma pure di dimostrare ai nostri cari che eravamo giovani capaci e orgogliosi, che non volevamo dipendere da loro e soprattutto che volevamo creare qualcosa di utile per la nostra comunità. Ci bastava solo il loro appoggio morale, che infatti non è mai mancato“.

E’ vero che è partito da appena 280 mila lire per arrivare agli attuali 11 punti vendita?  

Sì, in tasca avevamo appena 280 mila lire, oggi circa 200 euro. Duecento euro in due! Una cifra misera, che abbiamo speso interamente per comprare la prima fornitura. All’inizio avevamo pochi clienti, e ancor meno entrate. Ogni settimana prendevamo le ordinazioni e le consegnavamo la settimana successiva. Ogni sabato andavamo a Messina per prendere la merce, e finché era in centro ci andava pure bene! Poi il nostro fornitore si sposta a Tremestieri, a più di 10 km da Messina, e per i primi dieci anni abbiamo fatto questa vita. A farne le spese, la vecchia Dyane 6 di Nicola! L’abbiamo logorata al punto che a volte perdevamo i pezzi per strada all’andata e li ritrovavamo al ritorno! Alla fine l’abbiamo dovuta vendere per reinvestire il denaro nell’attività, ma quanto darei per riaverla indietro… Di quanto guadagnavamo non ci restava quasi niente, perché lo reinvestivamo tutto per creare magazzino. Magazzino che, tra l’altro, avevamo approntato prima in una vecchia stanza e poi in un garage più vicino alla città che ci avevano messo a disposizione dei parenti di Scordo. Almeno per i primi due anni, per le esigenze personali si spendeva giusto lo stretto necessario, ma, anche se volevo essere indipendente, senza il sostentamento iniziale dei miei genitori, per me sarebbe stato impossibile. Sebbene oggi non ci siano più, il loro ricordo è sempre vivo dentro di me“.

Comunque, come detto, eravamo giovani – prosegue Gullìe con tanta voglia di fare. Mettevamo tanta passione nel nostro lavoro e per questo i clienti crescevano di mese in mese, tanto che, convocato per un posto di vigile urbano presso il comune di Motta San Giovanni, ho avuto la sfrontatezza e l’incoscienza di rifiutare. Mio padre si è arrabbiato così tanto che non mi ha parlato per tre mesi! Questa piccola “crisi familiare” è poi rientrata perché comunque gli affari stavano prendendo il piede giusto“.

A un certo punto, con l’aumento dei clienti, non ce la facevamo più a far fronte agli ordini noi due da soli come facevamo all’inizio. Così, nel 1987, siamo passati da ditta individuale a s.r.l. Per farlo dovevamo registrare il marchio e quindi scegliere il nome dell’azienda. Non mi sono mai piaciuti i nomi inglesi, volevo qualcosa di italianeggiante… Ricordo come se fosse ieri la mattina in cui ciò è avvenuto: stavamo andando dal notaio e ancora non avevamo il nome da dare alla società. Fino a quel momento avevamo pensato solo a lavorare e ad essere puntuali coi clienti. Prima di arrivare allo studio notarile, siamo passati dall’allora fidanzata e oggi moglie del socio Nicola”.

“Mentre parlavo con loro, mi sono soffermato davanti a un libro di piante e ho cominciato a sfogliarlo. A quel punto, la folgorazione: CLIVIA! Era una pianta che nemmeno conoscevo! Bellissima, coi suoi fiori gialli e arancioni! E poi anche il nome mi aveva colpito: originale, snello, semplice… Mi è piaciuto subito tanto! Scelto il nome e registrato il marchio, abbiamo aperto il nostro primo punto vendita ingrosso e dettaglio in zona San Brunello e da qui ci siamo allargati nel settore della profumeria e pelletteria e abbiamo iniziato ad assumere personale. Non potendo ancora permetterci grossi reinvestimenti, facevamo quanto potevamo, e, grazie a partnership che stabilivamo passo dopo passo, riuscivamo a ottenere in comodato d’uso nuovi mezzi che ci permettevano di trasportare maggiori quantità di merce su più lunghi tragitti. Così arriviamo agli anni ’90, quando da San Brunello ci spostiamo in quello che ancora oggi è il nostro quartier generale, in via Ravagnese 62/b, e da qui comincia l’espansione di Clivia, che dal primo punto vendita satellite del 1999 è arrivato a ben 11 su tutto il territorio reggino, da Gioia Tauro fino a Bovalino“.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Non è stato affatto facile – conclude Nino Gullìanche dopo che Clivia ha iniziato ad essere un brand conosciuto in città e provincia. La globalizzazione minacciava le piccole realtà, tante hanno chiuso, e per questo noi abbiamo deciso di rafforzarci sempre di più anche istituendo nuovi partenariati con persone già del settore e che da sole non riuscivano più ad affrontare la concorrenza. In pratica abbiamo concretizzato il motto “l’unione fa la forza” e oggi siamo arrivati ad avere 60 dipendenti, sfiorando gli 80 sotto le festività natalizie, più – aspetto tutt’altro che da sottovalutare – tutto l’indotto che si è venuto a creare! Abbiamo altresì colto al volo la sfida del digitale. Abbiamo realizzato il nostro sito cliviaprofumi.eu, un’e-commerce che intendiamo ulteriormente sviluppare per affrontare meglio il mercato dell’online e la nostra presenza sui social è assidua da tempo con un’informazione costante sui servizi offerti“. E siamo convinti che con questa mentalità, Clivia continuerà a crescere anche in tempi così difficili.

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