Serie B, il presidente Balata svela tutto: le 3 retrocessioni, il piano B in caso di stop per Covid e gli stadi di proprietà

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Il presidente della Lega Serie B, Mauro Balata, ha affrontato interessanti argomenti a Reggina Tv

Il presidente della Lega Serie B, Mauro Balata, è stato ospite di ‘Tutti Figli di Gallo‘ sui canali ufficiali della Reggina. Ha parlato di numerosi argomenti discussi in questi ultimi mesi in consiglio, tra cui le tre retrocessioni nella stagione in corso (la proposta dovrà passare in Consiglio Federale), il piano B in caso di stop del campionato per Covid e la questione stadi di proprietà, che riguarda anche da vicino la Reggina. Queste le sue parole.

LE 21 SQUADRE – “Ci son voluti 16 anni per fare questa riforma, quella del ritorno a 20 squadre, anche perché sostenibile dal punto di vista del calendario. Non è però, sotto l’aspetto economico, un sistema simmetrico, digeribile e corretto. Noi vogliamo dare una spinta in avanti perché riteniamo che il format del nostro campionato sia folle, così come cambiare 7 società su 20 ogni anno. Se ci sono 3 promozioni è giusto che ci siano anche 3 retrocessioni”.

IL PIANO B IN CASO DI STOP PER COVID – “Questo piano B io lo sento citare continuamente, ma ancora non ho ben capito in cosa consista da parte chi lo propone. Noi abbiamo le idee chiare. Intanto incrociamo le dita e speriamo che non ci si debba arrivare, anche se siamo in una situazione sicuramente imprevedibile e in continua evoluzione. Sicuramente stiamo lavorando al nostro, di piano B, ma non è ancora concretizzato e non mi piace parlare di cose non ancora definite”.

STADI DI PROPRIETA’ – “In Italia siamo indietro rispetto, per esempio, all’Inghilterra? Ovviamente ci sono problemi di natura burocratica, legislativa ed economica. Ho visto tante progettualità con esigenze di investimenti sopportabili e sostenibili, esistono società che già hanno investito e che stanno investendo in termini di nuovo stadio o di miglioramento dello stesso. Servono però norme atte a tutelare tutto. A Reggio Calabria, ad esempio, c’è grande entusiasmo e passione, ma questo deve sempre coniugarsi e sposarsi con i sacrifici che fanno le proprietà. Non è facile gestire una società di calcio, troppe volte si fa il passo più lungo della gamba”.


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