Fusione Fca-Psa: nasce il quarto gruppo al mondo

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Nel 2021 sarà completato l’accordo di fusione tra il gruppo italo-americano FCA e il gruppo francese PSA e nascerà il quarto gruppo mondiale dell’automobile

All’inizio del 2021 sarà completato l’accordo di fusione tra il gruppo italo-americano FCA e il gruppo francese PSA e nascerà il quarto gruppo mondiale dell’automobile. Sarà così esaudito il sogno di Sergio Marchionne che per primo aveva visto la necessità per il gruppo automobilistico italiano di crescere di dimensioni e fatturato per poter competere ad armi pari con gli altri produttori mondiali di automobili. Marchionne diceva già una decina di anni fa che a causa degli enormi investimenti futuri che ci sarebbero stati nel settore auto (tecnologie ibride ed elettriche da affiancare ai motori termici) sarebbero stati solamente cinque o sei i grandi costruttori che avrebbero potuto competere sul mercato globale e di conseguenza i costruttori medio/piccoli sarebbero stati costretti ad aggregarsi tra di loro operando delle sinergie per la riduzione di costi. Proprio in questi giorni è stato deciso anche il nome del nuovo gruppo che nascerà dalla fusione. Si chiamerà STELLANTIS. “Illuminato di Stelle”. Il nome richiama quindi la congiuntura “astrale” dei marchi riuniti sotto lo stesso cielo. Ma andiamo con ordine. Quando Sergio Marchionne dopo la morte di Gianni e Umberto Agnelli fu chiamato nell’anno 2004 alla guida della FIAT trovò una situazione molto compromessa. In quell’anno il bilancio mostrava una perdita di 1,5 miliardi di €. La FIAT storico marchio italico dell’automobile era sull’orlo del fallimento.

Nel 2009 ci fu quello che tutti definiscono il capolavoro di Marchionne. Con la grave crisi economico-finanziaria che coinvolse il mondo intero e in particolare il settore automobilistico il gruppo Chrysler era in condizioni disastrose e Marchione con l’appoggio del Governo Americano e in particolare del presidente Obama, dopo una dura trattativa con i forti sindacati americani acquisisce la Chrysler storico gruppo automobilistico USA. Uno tre grandi competitor americani dell’auto: General Motors, Ford e appunto Chrysler. Nasceva così il gruppo FCA Fiat Chrysler Automobiles. La piccola FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino) fondata a Torino da Giovanni Agnelli nel 1899 e che da sempre era molto forte in patria ma molto debole fuori dai confini nazionali acquisì la grande società Americana che comprendeva marchi prestigiosissimi. Un solo esempio per tutti il marchio Jeep utilizzato dall’esercito Americano durante la seconda guerra mondiale. All’epoca ci furono molte polemiche in Italia. I sindacati non erano d’accordo perché temevano un ridimensionamento della forza lavoro in Italia con la chiusura degli stabilimenti che davano lavoro a moltissime persone. Ovviamente una riduzione di personale ci fu ma si riuscì a contenerla in limiti accettabili. C’era poi il pericolo che avendo la FCA sede legale in Olanda e sede fiscale nel Regno Unito FCA non pagasse le tasse in Italia. Pericolo in realtà anche questo scongiurato. Infatti nell’anno 2019 la FCA per tutte le attività in Italia ha pagato tasse che ammontano a circa 4 miliardi di €.

Il gruppo FIAT cioè aveva fatto il miracolo era riuscito acquisendo la Chrysler ad essere un interlocutore valido nella grande partita che a forza di acquisizioni e fusioni si sarebbe aperta poco più tardi tra le maggiori società automobilistiche mondiali. Ma non bastava ancora. Secondo Marchione la FCA era ancora troppo piccola e dopo una tentata acquisizione della Opel (venduta dalla GM successivamente proprio alla PSA) il CEO provò a prendere contatti con il gigante americano GM per operare una fusione tra i due gruppi. La GM (prima dell’avvento delle società tecnologiche) era stata per molti anni la più grande società di automobili al mondo e la più grande società americana. Ma con la crisi dell’auto e gli enormi investimenti che le nuove tecnologie richiedevano i suoi conti non erano più floridi. GM non ne volle sapere. La presidentessa Barra non accettò mai di interloquire seriamente con Marchionne. E qui bisogna fare una considerazione. La FIAT nell’anno 2000 con l’avvocato Agnelli fece un accordo con la GM. Questo accordo prevedeva il concambio di azioni. Il gruppo GM avrebbe acquisito il 20% della FIAT in cambio del 5% di GM. Inoltre GM avrebbe acquisito un opzione PUT su FIAT sul restante 80% del capitale esercitabile fino all’anno 2009. Praticamente la FIAT avrebbe avuto la possibilità di vendere fino all’anno 2009 il restante 80% alla GM. Quest’ultima però non era assolutamente interessata alla FIAT che nell’’anno 2004 era praticamente sull’orlo del fallimento e dopo una durissima trattativa gestita proprio da Marchionne pagò 2 miliardi di dollari (1,55 miliardi di €) per non esercitare l’opzione put.

E nemmeno quando la FIAT era ormai diventata FCA e produceva oltre 4 milioni di auto l’anno la GM volle mai intraprendere accordi, probabilmente ricordando quella situazione in cui perse 2 miliardi di dollari. Poi “l’uomo dal maglione blu” nell’anno 2018 mori e non poté mai vedere realizzato di suo sogno di essere tra le prime cinque società automobilistiche mondiali. I vertici attuali e Jhon Elkann in particolare nell’ottica di continuare questo progetto tentarono nel 2019 di fare una fusione con la Renault. Ma li sorsero problemi in quanto il governo francese comproprietario della Renault non se la sentì e l’accordo sfumò. Successivamente i colloqui ripresero con il gruppo PSA (marchi Peugeot, Citroen, Opel e DS) e si giunse finalmente ad un accordo. E’ storia di questi giorni. I due consigli di amministrazione hanno approvato il piano di fusione alla pari e dal prossimo anno nascerà il nuovo gruppo STELLANTIS. Un gruppo da 8,7 milioni di vetture l’anno, oltre 400.000 dipendenti e un fatturato che sfiorerà i 200 miliardi di € l’anno. Sorgerà il quarto gruppo automobilistico al mondo. Il sogno di Marchionne si era avverato.

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