Alluvione a Scilla, l’esperto zittisce i catastrofisti: “clima non c’entra, dipende tutto dalla cementificazione selvaggia”

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StrettoWeb

Alluvione Scilla, le parole dell’esperto: “fenomeni meteorologici di questi giorni non hanno nulla d’eccezionale, disastro provocato dalla scorretta cementificazione del suolo”

L’alluvione di Scilla non ha alcun legame con i cambiamenti climatici, come i soliti catastrofisti da strapazzo cercano di trasmettere in queste ore mistificando la realtà e strumentalizzando un disastro che non ha nulla a che vedere con il clima. A Scilla, infatti, Venerdì mattina sono caduti soltanto 42mm di pioggia, e sul Monte Scrisi – a monte del paese – appena 82mm, nulla d’eccezionale rispetto alla pluviometria della Costa Viola. Eppure un disastro analogo a quello di ieri si era già verificato 9 giugno 2021 e del 16 luglio 2017, soltanto per rimanere negli anni più recenti. Altri eventi altrettanto distruttivi si erano verificati in precedenza, basti pensare a quello più significativo del 2012. Sempre nei mesi estivi.

Da cosa dipende, quindi, quanto accaduto a Scilla? Il geologo Giampiero Petrucci, straordinario conoscitore del territorio di Scilla, in un’intervista a MeteoWeb ha spiegato che “a prima vista, penso che che la colpa di quest’alluvione sia legata all’impermeabilizzazione del suolo dovuta alla cementificazione e in particolare del torrente Liurni, sulle carte segnato come Livorno. E’ chiaro che necessitano ulteriori indagini e approfondimenti, ma è altrettanto evidente che il torrente è stato tombato, l’alveo è stato chiuso e sopra ci passa la strada. Hanno lasciato delle griglie ma quando piove in questo modo l’acqua si convoglia nel torrente che però è chiuso, e quindi trovando la strada ostruita, l’acqua che scende dalla collina esonda, va sopra la strada, ma ricorda il percorso dell’alveo, segue il vallone, e arriva fino al mare trascinando tutto ciò che trova. L’acqua, quindi, continua a scorrere nel suo alveo naturale, che però è stato tombato dagli uomini per farci una strada. Le responsabilità di questo disastro, quindi, dovrebbero essere attribuite alla cementificazione e impermeabilizzazione del suolo: non è la prima volta che accade e accadrà nuovamente semplicemente perché l’acqua non riesce a scorrere regolarmente nel suo tracciato originale, che è stato chiuso e cementificato“.

Petrucci ci tiene a specificare che “situazioni simili si ritrovano in tutta Italia: torrenti tombati, chiusi, cementificati e suolo impermeabilizzato. Anche le alluvioni di Genova e delle Cinque Terre, dove ci sono stati morti e quindi con conseguenze molto più gravi che a Scilla, furono legate a questi fenomeni. L’acqua passa dove passava un tempo, anche secoli fa, ma trova il percorso ostruito dal cemento e dunque esonda e fa danni. Dal punto di vista strettamente meteorologico e climatico non sono eventi eccezionali: l’eccezione sta nel suolo consumato e negli alvei ostruiti“.

La circostanza è confermata dall’evidenza che il disastro di venerdì a Scilla si è verificato esclusivamente a valle del torrente Livorno: non è successo nulla di grave nel resto della Marina Grande o a Chianalea, a parità di evento meteorologico.

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