Nuovo DPCM in arrivo, cosa sappiamo finora: il Governo non cambia idea sulla misura più contestata

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Nuovo DPCM in dirittura di arrivo: il Governo non cambia linea su una delle misure più contestate dalle Regioni

Terminata in tarda notte la riunione tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i capi delegazione: sul tavolo le misure del nuovo DPCM, la cui firma dovrebbe arrivare oggi.

Al termine della riunione tra il premier e i capi delegazione delle forze di maggioranza sulla nuova stretta anti-Covid, sembrerebbe confermata la chiusura anticipata per bar e ristoranti alle ore 18, nonostante la contrarietà delle Regioni e le divisioni esistenti nella stessa maggioranza: si tratta di uno dei punti più dibattuti del nuovo DPCM che dovrebbe entrare in vigore lunedì.
E’ possibile che il governo consenta ai ristoranti di restare aperti la domenica a pranzo.

La nuova stretta dovrebbe inoltre prevedere lo stop a palestre, piscine, teatri, cinema e sale giochi.
Il primo ciclo a scuola resta in presenza, alle superiori DAD al 75%.

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A quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti di governo, l’esecutivo ha previsto ristori sostanziosi per i settori colpiti dalle nuove misure anti-Covid. Le risorse messe a disposizione di chi è costretto a tirare giù le saracinesche ammontano a ben 2 miliardi di euro, che potrebbero essere inseriti in un decreto già la prossima settimana.

La chiusura di bar e ristoranti alle 18, lo stop totale a palestre e piscine nonché le fortissime limitazioni ai centri commerciali per il weekend rappresentano un colpo di grazia per l’economia italiana, con il rischio di fallimento per una percentuale enorme di micro, piccole e medie imprese: se le misure del nuovo DPCM, per ora in bozza, saranno confermate, dovranno essere accompagnate da ristori immediati o sarà catastrofe economica. Non è accettabile che il governo aspetti il 24 ottobre per accorgersi che la pandemia è riesplosa e tornata a livelli di contagio preoccupanti“: lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, commentando la bozza del DPCM in via di definizione. “Tra commercio e turismo, c’è il rischio di bruciare mezzo miliardo di euro al giorno, quasi 20 miliardi al mese, denaro che va trovato nelle pieghe del bilancio pubblico oppure facendo immediatamente ricorso ai sussidi europei, ma comunque assicurato alle imprese e alle famiglie“.

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