Le accuse infondate che spianarono la strada alla scalata del M5S: il Sindaco di Parma Pietro Vignali riabilitato dal Tribunale 10 anni dopo

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Pietro Vignali (Forza Italia), ex Sindaco di Parma, è stato riabilitato con una sentenza Tribunale di sorveglianza di Bologna: si sono rivelate completamente false le accuse nei suoi confronti, che all’epoca dei fatti portarono alla scalata del Movimento 5 Stelle dapprima al Comune emiliano e poi al parlamento

Un “colpo di spugna” ha cancellato dieci anni di accuse inesistenti. Pietro Vignali, Sindaco di Parma fra dal 2007 e al 2011, ha ottenuto la riabilitazione dal Tribunale di sorveglianza di Bologna. E’ questa la sentenza dopo l’archiviazione di un procedimento che si è trascinato per quasi 10 anni, prima di giungere in pratica ad un nulla di fatto, cancellando anche un patteggiamento che l’ex primo cittadino aveva richiesto nell’ambito dell’inchiesta Easy money che aveva portato in carcere 15 persone facenti parte dei vertici cittadini. Quell’episodio ribaltò completamente la tradizione politica del comune ducale che, dopo il seguente commissariamento, vide la scalata del Movimento 5 Stelle con l’inesperto Federico Pizzarotti alla ribalta grazie al suo slogan ‘vaffa’, edizione Beppe Grillo. L’inizio di una vera e propria scalata verso il successo per un partito che, con quel primo successo nella grande città emiliana, iniziò ad essere considerato come un modello anti-sistema, acquisendo grande consenso a livello nazionale.

“Nei confronti della giustizia è ‘intonso’ non avendo peraltro più alcun carico pendente come certificato anche dalla Procura e acquisito agli atti dal Tribunale di Bologna”. Afferma l’avvocato Benedetta Berselli, che spiega la posizione giudiziaria dell’ex primo cittadino ed esponente di Forza Italia dopo la recente decisione dei giudici di Sorveglianza. Vignali lasciò in una sera di fine settembre 2011, quando al teatro Regio inaugurava il festival Verdi con Un ballo in maschera. Disse: “Pago per colpe non mie”. Oggi però si scopre che tutte quelle accuse erano false e che lo stesso procuratore di Parma, Gerardo Laguardia, che proprio su Vignali indagò, raggiunta la pensione, decise di candidarsi con il Pd nel 2017, ma perse contro l’ormai ex grillino Pizzarotti bis. “Fui sorpreso – afferma Vignali – di un arbitro che indossa la maglia di giocatore. Ma oggi non cerco vendette, prendo atto delle parole della pm Dal Monte che ha parlato di errori investigativi e ha confermato che non c’è stato alcun reato”. La decisione del tribunale estingue le pene accessorie e ogni altro effetto penale conseguente a un procedimento giudiziario, Vignali vede così terminare l’Odissea giudiziaria e può riprendere in mano la sua vita. “L’inchiesta paralizzò la città”, ricorda ancora l’ex Sindaco, oggi sicuramente più tranquillo, ma con tanti nodi in gola. Tanti rimpianti per non aver potuto lavorare nella sua visione ambiziosa e in grande per Parma.

La notizia in città ha subito aperto il confronto politico sull’eredità politica della Giunta civico-forzista con uno sguardo alle elezioni amministrative 2022, visto che Forza Italia ha colto la palla al balzo per iniziare a progettare la propria campagna. La vicenda però guadagna anche molta visibilità a livello nazionale, visto che negli ultimi anni sia il Governo centrale che molte città d’Italia hanno assistito alla scalata politica dei pentastellati, rivelatasi nel tempo un clamoroso flop. Ne è un esempio Roma, dove il Sindaco Virginia Raggi è finita al centro della polemica, ed è oggi criticata dalla quasi totalità dei cittadini della Capitale. Viene così da chiedersi quanto il “rumoroso” avvento dei grillini abbia davvero inciso sul cambiamento del Belpaese. Nulla è cambiato, anzi gli italiani sono addirittura tornati a chiedersi se in realtà non si “stava meglio quando si stava peggio”, persino a rimpiangere figure politiche che chissà, tra alti e bassi, non erano poi tanto male rispetto al presente.

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