Nino Gullì su Corrado Augias: “ottuagenario che nella sua lunga e agiata vita da intellettualoide non ha mai fatto nulla per la Calabria”

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Reggio Calabria, l’imprenditore Gullì su Corrado Augias: “le dichiarazioni dello scrittore sulla Calabria hanno giustamente indignato, ma lasciano il tempo che trovano”

“Nella giornata di sabato 23 gennaio, il noto scrittore e saggista Corrado Augias ha rilasciato su Rai 3 una dichiarazione a dir poco infelice. Ha sostenuto che quella della Calabria è ormai una causa persa, che è una terra perduta e irrecuperabile. Non ho avuto la “fortuna” di vedere in diretta la sua affermazione, ma quando più tardi ho letto la notizia mi sono immediatamente indignato, arrabbiato. Ero furioso!“. Lo afferma in una nota Nino Gullì, Imprenditore e fondatore di Clivia Profumi.

Come spesso accade, istintivamente avevo preso il cellulare per esprimere sulla mia pagina Facebook i miei sentimenti, ma poi mi sono fermato e c’ho ragionato. D’altra parte, lo ha detto lui stesso: “la Calabria è irrecuperabile? Sì, è la mia opinione personale che non conta nulla”. È esattamente così: l’opinione di Augias non conta nulla, vale solo per Augias. Vale per un ottuagenario signore che nella sua lunga e agiata vita da intellettualoide non ha mai fatto nulla per la Calabria e che ciononostante si permette pure di esprimere giudizi. In molti come me si sono arrabbiati e ne hanno chiesto le scuse. Onestamente io nemmeno le pretendo. Valgono poco, come valgono poco le suoe esternazioni para-razziste su cose, luoghi e persone che non conosce. Come diceva Dante per bocca di Virgilio: «Non ti curar di loro, ma guarda e passa». E noi passiamo oltre. Sta a noi calabresi rendere la Calabria ancor più bella e vivibile di quel che è, renderla altra cosa rispetto agli sprezzanti stereotipi di un Paese che ci ha sempre trattato come una colonia. Lo sappiamo che da questo Stato ci dobbiamo aspettare poco, che ci aiuta poco o nulla e che invece ci ostacola tanto. Noi calabresi siamo abituati a lavorare il triplo degli altri e ottenere la metà di loro. E ciò malgrado siamo orgogliosi di noi, del fatto che non dobbiamo dire grazie a nessuno. Noi lo sappiamo chi siamo e cosa facciamo, onestamente. Non abbiamo bisogno del riconoscimento di un attempato intellettuale che non sa nulla della Calabria e dei calabresi e che ciononostante (s)parla”.

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