Calabria, l’ex sub Commissario alla Sanità Scaffidi: “riuscimmo nel 2014 ad azzerare il debito, ma fu la malapolitica a vanificare quel percorso virtuoso”

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Sanità in Calabria, il sub Commisario Scaffidi spiega come tra il 2010 e il 2014 si riuscì a mettere in pratica il Piano di rientro ed azzerare i debiti

In merito all’articolo pubblicato qualche giorno fa sulla nostra testata, “Sanità in Calabria, ecco come Scopelliti era riuscito a cancellare il debito: il piano di Loiero e gli ospedali riconvertiti”, il Dott. Gianluigi Scaffidi ha ritenuto opportuno chiarire alcuni passaggi. Insieme al Generale della Guardia di Finanza Dott. Luciano Pezzi e al Dott. Luigi D’Elia, anche il Dott. Scaffidi era uno dei sub Commissari nominati dal Governo e chiamati, durante la presidenza di Giuseppe Scopelliti, per attuare il Piano di rientro dal disavanzo sanitario. Ecco di seguito la lettera completa:

Egregio Direttore,
 
leggo una ricostruzione dei fatti relativi al Piano di rientro avvenuto sotto la Presidenza Scopelliti e, per amore di verità, ritengo doveroso fornire alcuni elementi di chiarezza in merito avendo ricoperto dal Luglio 2010 al Dicembre 2013 l’incarico di Responsabile del settore “Piano di rientro” del Dipartimento Tutela della Salute appositamente creato dalla Giunta regionale nel Luglio 2010 per sinergizzare le azioni tra Struttura commissariale e Regione.
 
Il Presidente Scopelliti nella legislatura 2010-2014 ha ricoperto, in contemporanea, anche l’incarico di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario sceso dai 280 milioni annui iniziali, rilevati dagli organismi competenti, ai 30 milioni certificati dal Tavolo di verifica nel Novembre 2014 e ciò aveva condotto ad un passo dalla automatica cessazione del piano di rientro ed alla restituzione della sanità alla gestione ordinaria della Regione.
 
Questo risultato era stato raggiunto da chi si era concretamente occupato del Piano di rientro e cioè dai sub Commissari nominati dal Governo, il Generale della Guardia di Finanza Dott. Luciano Pezzi e il Dott. Luigi D’Elia, nonché dallo scrivente.
 
Il notevole decremento del disavanzo è stato possibile attraverso una corretta ed adeguata riprogrammazione del Servizio Sanitario Regionale in attuazione della nuova rete disegnata, con il contributo di Agenas, e decretata con il Decreto del Commissario ad acta n. 18 dell’Ottobre 2010.
 
Tale riassetto, in stretta coerenza alle linee guida emanate dai Ministeri e dal Tavolo di verifica, ha logicamente comportato la disattivazione di strutture inutili e non congrue al bisogno, cosa che ha comportato numerose proteste, a mio parere strumentali e demagogiche, da parte di rappresentanti regionali e locali anche della stessa maggioranza che governava la Regione. Che fossero strumentali e demagogiche è chiaramente dimostrato dal fatto che una volta cambiato il colore politico sia del Governo nazionale che regionale non si è assistito ad alcun mutamento del piano originale di riassetto.
 
A tali proteste la Giunta intera diede una connotazione fortemente negativa preoccupata più dei possibili risvolti elettorali negativi che della definizione del riassetto del servizio sanitario e del rientro dal disavanzo.
 
Sulla base di queste manifestazioni di dissenso, insorte già fin dai primi decreti commissariali emanati nel 2010, il Presidente della Regione diede luogo ad una forte attività di contrasto all’attività dei due sub commissari delegati dal Governo che insieme allo scrivente ed a pochissimi collaboratori furano ideatori e redattori di tutti i decreti commissariali. Ovviamente il contrasto era finalizzato al mantenimento dello status quo e non all’attuazione del Piano di rientro onde evitare ulteriori dissensi di natura politica.
 
Si giunse, così, nell’Ottobre del 2013 allo scontro finale fra Regione e Struttura commissariale laddove la prima, nella redazione del Programma Operativo (che costituisce l’aggiornamento triennale del Piano di rientro) intendeva formalizzare che la Struttura commissariale fosse subordinata al Dipartimento Tutela della Salute contraddicendo, in tal modo, non solo quanto stabilito dallo stesso Presidente della Regione in uno dei suoi primissimi decreti commissariali (n. 3/2010) che individuava nel Dipartimento l’organismo di supporto della Struttura commissariale ma, addirittura, annullando la norma di legge relativa all’istituto del commissariamento ed i contenuti della stessa delibera del Consiglio dei Ministri con cui era stato attivato il regime di commissariamento.
 
Tale scontro portò alle immediate dimissioni del Dott. Luigi D’Elia dall’incarico di sub commissario ed alla cacciata dello scrivente, un mese dopo, in quanto lo stesso Ufficio regionale che mi aveva ammesso al concorso “si accorse”, ben un anno e mezzo dopo il suo espletamento, che non potevo essere ammesso a quel concorso e per completare l’opera la stessa Giunta abolì il settore “Piano di rientro”. Alla liquidazione del Generale Pezzi ci pensò, invece, il Governo che dopo un po’ di tempo lo rimosse senza nemmeno i ringraziamenti di prammatica. Quindi il giocattolo, perfettamente funzionante e produttivo di ottimi risultati, non si è rotto per colpa del destino cinico e baro ma perché qualcuno lo ha, volutamente e scientificamente, preso a martellate.
 
La morale della favola è sempre la stessa. La malapolitica ha bisogno di yesmen o di utili idioti per potere attuare le logiche di potere e clientelari ed i professionisti competenti e seri non rientrano tra le squallide categorie sopra citate nemmeno se minacciati, per mesi e mesi, di essere cacciati. All’ex Presidente Scopelliti dò atto della Sua iniziale fiducia nei confronti dei due sub Commissari governativi e dello scrivente scomparsa, però, molto presto su pressione dei pessimi consiglieri che lo attorniavano, non certo per motivi di natura filantropica.
 
Non aggiungo altro se non la mia personale soddisfazione per avere dimostrato che anche a queste bistrattatissime latitudini esiste chi sa interpretare il ruolo di amministratore pubblico a favore dei Cittadini e non degli interessi privati delle consorterie di vario genere che impongono nomine di personaggi che accettano di essere loro servi. Non è stato il caso del compianto Dott. Luigi D’Elia, non è stato il caso del Generale Luciano Pezzi, non è stato il caso di chi scrive.
 
Chiudo constatando che dal Novembre 2014 il disavanzo è quintuplicato risalendo dai famosi 30 milioni agli attuali 160 ed il Servizio Sanitario Regionale, sotto il profilo assistenziale, si trova in un grande marasma.
 
Peccato, perché quella Giunta ha avuto l’occasione di chiudere il Piano di rientro e dotare la Calabria di un buon servizio sanitario ma ha preferito, consapevolmente, gettarla al vento.
 
Nel ringraziare per l’ospitalità invio cordiali saluti”.

Dr. Gianluigi Scaffidi

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