Messina, il Mume riapre in grande stile con la BIAS: “vogliamo che il Museo sia percorso come una via cittadina”

StrettoWeb

Messina, la riapertura del Mume e l’inaugurazione della Biennale Internazionale Arte Contemporanea Sacra. Il Direttore Micali: “vogliamo che il Museo sia percorso come una via cittadina”

Oggi, 1 luglio, dopo quasi quattro mesi di chiusura forzata a causa della crisi sanitaria prodotta dal diffondersi del coronavirus, ha riaperto al pubblico il Museo Regionale Interdisciplinare di Messina.

La riapertura ha coinciso con l’inaugurazione di una delle tappe siciliane della Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra (BIAS), diretta da Chiara Donà Dalle Rose [INTERVISTA], che arricchirà l’offerta del MuMe integrandosi con le opere stabilmente preseti, realizzate da artisti del calibro di Antonello da Messina e Michelangelo Merisi da Caravaggio, innescando una riflessione sul tema del “tempo” (il tema della rassegna è appunto “The game of time, the time of game”), in un continuo gioco di richiami tra il vecchio e il nuovo che coinvolge immediatamente i visitatori grazie ad una sapiente opera di allestimento.

Ricomincia così il percorso virtuoso di rilancio del Museo di Messina che nel gennaio del 2020 aveva registrato un incremento del 90% dei biglietti venduti rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, come dichiarato dal Direttore, Orazio Micali.

Lo stop dell’otto marzo ha determinato un cambiato radicale e non solo nell’ambito museale – ha commentato il Direttore Micali –. Quando le proiezioni hanno consentito di immaginare una riapertura intorno alla metà di giugno abbiamo infatti avviato un percorso programmatico che potesse portare non solo alla ripresa delle attività del Museo ma che potesse fare di quest’ultimo un faro in grado di guidare la rotta di tutte le realtà che si occupano di cultura”.

Più nel dettaglio, il progetto descritto da Micali, già avviato nel 2019 con la redazione di un documento programmatico, ma inevitabilmente modificato conseguentemente alla crisi prodotta dal diffondersi del coronavirus, si propone di fare del Museo un centro di aggregazione che possa superare i confini di quelle che tradizionalmente sono le attività che vengono associate ad una realtà museale. “Il Museo – prosegue il Direttore – difficilmente riesce ad andare a percorrere le vie cittadine ma deve fare in modo di essere percorso come una via cittadina”.

Obiettivo che, se da una parte vuole essere raggiunto attraverso l’erogazione di servizi collaterali come quelli di ristorazione, dall’altra passa per l’incentivazione dell’espressione della cultura in tutte le sue forme, mettendo a disposizione anche per gli operatori dei settori collegati le strutture del Museo e le sue potenzialità.
Un esempio in questo senso è offerto dalla collaborazione inaugurata con il cinema Apollo che ha consentito di allestire un’arena dotata di 160 posti per proiezioni cinematografiche e che consentirà al Museo di utilizzare le attrezzature ed il personale tecnico fornito dal cinema come allestimento di base ad uso delle compagnie e dei settori delle arti duramente colpiti dal lockdown, anche al di là del settore cinematografico. Grazie a questo accordo, sono state infatti messe a disposizione tramite avviso pubblico 18 date, due alla settimana per nove settimane, in occasione delle quali i richiedenti potranno usare gli spazi e gli strumenti di cui sopra.

Benché sia difficile definirsi soddisfattiha commentatoOrazio Micali –, dato che tutto ciò accade come conseguenza di un triste evento, questa impostazione ha portato già a 13 richieste formulate rispetto alle 18 date disponibili e questa mattina ne abbiamo assegnate ufficialmente 9. Questo farà si che il piazzale del Museo, in determinati periodi anche per 7 giorni alla settimana, possa essere ricco di eventi che spazieranno dalla musica, al teatro, agli spettacoli circensi, ai dibattiti culturali.

Tra gli artisti che espongono temporaneamente le loro opere, in occasione della tappa messinese della BIAS, i fratelli Cristiano e Patrizio Alviti con le loro due sculture in gesso (“bozzetti” propedeutici alla realizzazione di due ulteriori sculture di 8 metri che verranno realizzate in bronzo ed esposte, nel 2021, nell’abazia benedettina di Charleroi in Belgio) contratte in uno spasmo che appare l’unica alternativa in virtù del conflitto tra la volontà di spiccare il volo e l’impossibilità di farlo, ed allo stesso tempo di quello tra il desiderio di rimanere con i piedi per terra senza riuscirci del tutto. Ma sull’interpretazione dell’opera Cristiano Alviti chiarisce: “Il mio intento è stato quello di creare qualcosa che potesse offrire un’emozione ma che non fosse statica. Le esperienze che collezioniamo sono influenzate dal momento, dalle nostre emozioni e dal nostro umore. Oggi osserviamo qualcosa che ci restituisce una certa sensazione, ma osservandola domani con un umore diverso ce ne potrebbe restituire un’altra. È un po’ la logica della differenziabilità della materia. Concetto che mi porto dietro dai miei studi di ingegneria”.

Tra gli artisti presenti anche Edoardo Dionea che ispirato dalle scienze ed in particolare dal tema dei buchi neri, propone un’installazione che richiama il tema della distorsione del tempo e dello spazio, quindi della realtà stessa. Questa, il cui titolo è “XYZT.SP”, si presenta come una struttura autoportante in metallo con una superficie specchiante sul fronte. La superficie dello specchio, dritta e nitida, presenta una particolarità: a tratti riflette la realtà, appunto, distorcendola attraverso un gioco di riflessi, anche con i dipinti di Caravaggio presenti nella sala dov’è esposta e grazie ai quali l’artista crea un dialogo tra presente e passato, tornando al tema del tempo. Infatti, ad intermittenza, gli specchi distorcono la realtà riflessa e gli osservatori “spariscono” in un flusso dinamico che prima gli consente di “fondersi” con lo spazio circostante e con i dipinti stessi, per poi essere “sputati fuori” dall’opera. Riprendendo alcune delle teorie relative a quanto possa accadere alla materia che entra all’interno dell’orizzonte degli eventi di un buco nero.

Chiara Donà Dalle Rose presenta la tappa messinese della Biennale Internazionale Arte Contemporanea Sacra [VIDEO]

Condividi