Roccella è in provincia di Cosenza e Amantea nel reggino: la gaffe di Repubblica sulla geografia della Calabria

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“Roccella Ionica è in provincia di Cosenza” e “Amantea è in provincia di Catanzaro”: Repubblica e i problemi con la geografia

La Calabria, diciamoci la verità, nemmeno avrebbe bisogno di grandi spot o di grandi campagne pubblicitarie per attirare turisti: nella nostra regione c’è tutto. E’ non è solo un modo di dire: vuoi la montagna? Noi ce l’abbiamo. Vuoi il mare? Noi ce l’abbiamo. Vuoi l’arte? Noi ce l’abbiamo. Vuoi percorsi eno-gastronomici? Abbiamo anche quelli. Insomma, abbiamo tutto questo e anche di più. Esattamente come, a ragion del vero, tante altre regioni italiane. Il problema, però, sta nella conoscenza che gli italiani hanno di questa realtà: se nemmeno i giornalisti delle grandi testate nazionali conoscono la geografia della nostra regione – e non si prendono manco la briga di fare una veloce ricerca su Google per conoscerla – significa che qualcosa che non va c’è. E non è in Calabria.

In un articolo pubblicato su Repubblica.it dal titolo “Calabria, proteste ad Amantea dopo l’arrivo di 13 dei 28 migranti positivi al coronavirus. Santelli: “Navi quarantena o blocco gli sbarchi”“, la giornalista Alessandra Ziniti, siciliana di Palermo, ha scritto queste sue frasi: “Il sindaco di Roccella Jonica, in provincia di Cosenza” e “Ad Amantea, in provincia di Reggio Calabria, alcuni cittadini scendono in strada per protesta“. Ora, va bene tutto, ma l’argomento è anche importante e delicato, dunque che cosa poteva costare ad una navigata collega fare una brevissima e veloce ricerca per scoprire che è esattamente il contrario? Ovvero che Amantea è una ridente località della provincia di Cosenza, sulla costa tirrenica, e invece Roccella è in provincia di Reggio Calabria, sulla costa ionica? I migranti in questione sono sbarcati e Roccella e alcuni di essi sono stati trasferiti tra Bova e Amantea, in due strutture attrezzate per altri accertamenti e, ovviamente, per la quarantena, visti i casi di positività.

Insomma, spesso noi giornalisti ci ritroviamo a doverci difendere, nostro malgrado, da attacchi che arrivano da ogni dove, mondo politico e mondo ‘dei social’ in primis, ma cadere in questi errori degni di un discolo studente di prima media è deleterio per l’intera categoria. Almeno la geografia, noi altri, dovremmo cercare di conoscerla. D’altronde si tratta dell’Italia, mica dei confini del Kazakistan o del Turkmenistan.

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