Lettera a Giuseppe Conte, il premier che ha abolito il Natale

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C’era una volta il Natale, ma un signore di nome Giuseppe e di cognome Conte ha ben pensato di abolirlo. Ha tolto tutto ciò che di bello, magico, semplice poteva contornare il periodo più bello dell’anno

Caro Giuseppe Conte,

La sa una cosa? Io mi ritengo fortunato. Io il Natale, dal mio primo anno di vita, l’ho vissuto nella maniera più bella, semplice e naturale possibile: con la mia famiglia, con i parenti più cari.

La sa una cosa? E’ che a me del Natale hanno insegnato questo. Hanno insegnato le tradizioni, le luci, il camino acceso, le canzoni, i mercatini, l’atmosfera tutta legata a quello che considero il momento più bello dell’anno.

La sa una cosa? Io non sono abituato ai trenini, né ai cenoni di 100 persone o agli “assembramenti” (come ama chiamarli lei), ma desidero semplicemente riunirmi con chi considero importante nella mia vita, al di là del materialismo e del consumismo che con questa festa non c’entrano niente.

La sa una cosa? E’ che a lei di tutto questo non importa nulla, non è mai importato nulla. Non le importa nulla di un figlio che lavora da solo in un’altra regione e che non ha la possibilità di trascorrere il Natale con la propria famiglia. Non le importa nulla di un’anziana mamma che aspetta proprio questa festività per riunire la famiglia e che invece si trova costretta a cenare tristemente in solitaria davanti a una tv. Però chi va all’estero e torna dovrà obbligatoriamente mettersi in quarantena. E menomale, le diamo pure la statuetta. Forse, per lei, il Natale è tutt’altro, o magari non è tutto questo. Parla tanto di “fare sacrifici” ma, probabilmente, perché lei il sacrificio non lo deve fare. Perché forse, a differenzia mia, è stato sfortunato, magari non le hanno insegnato il vero significato di questa festività.

La sa una cosa? Lei è un egoista. E lo ha dimostrato per l’ennesima volta. Millanta tanto un “Modello Italia” che in realtà dovrebbe solo farci vergognare, millanta tanto un lavoro eccellente che in realtà ha portato solo ad essere, nel mondo, uno dei paesi con più morti in percentuale alla popolazione. E non solo è egoista, ma è anche presuntuoso. Perché non ha mai ascoltato le richieste delle regioni,  di tutte le opposizioni e di buona parte della sua maggioranza, perché non si è mai immedesimato nel popolo e nelle sue paure, ma ha pensato soltanto di enfatizzarle, le paure.

La sa una cosa? A me ha fatto passare voglia di trascorrere il Natale, e di questo mi dovrà rendere conto un giorno. La magia che c’è dietro, l’albero, il presepe, i film la sera. Nulla, zero. Nessun “trasporto”, nessuna atmosfera. Non c’è niente. Niente di tutto questo. Mi ha tolto tutto, mi ha tolto anche quello.

La sa una cosa? Mi sono sbagliato. In realtà, invece, lei è fortunato. Perché questa politica “chiusa”, del terrore, dell’anti-scienza e del divieto è considerata dai cittadini come un’opera grandiosa da lei compiuta. Perché la gente sarebbe disposta ad accettare qualsiasi cosa lei imponga. Anche il Natale. E se va così, vorrà dire che il Natale è magia solo per me. Sarò sbagliato io?

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