Riaperture e tensioni: la Lega si oppone, Draghi si impunta. E il coprifuoco resta alle 22, con buona pace delle Regioni

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Il Cdm di oggi pomeriggio, nonostante tensioni e diverse posizioni contrarie, ha stabilito la conferma del coprifuoco alle 22: la Lega si astiene e Draghi si impunta

E alla fine il coprifuoco resta alle 22, almeno fino all’1 giugno. E’ quanto è stato deliberato oggi nel Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera alle riaperture a partire dal 26 aprile. Non sono mancate le tensioni, con le richieste di Lega e Regioni sullo spostamento del coprifuoco alle 23 che hanno trovato la ferma posizione di Draghi: rimane alle 22, per ora. Dopo maggio potrebbe essere valutata, dopo un’ulteriore analisi dei dati epidemiologici, una delibera per eliminarlo o farlo scattare alle 23. La Lega, a quanto si apprende, ha annunciato in Consiglio dei Ministri che si asterrà sul voto sul decreto.

Già prima del Consiglio dei Ministri il partito capeggiato da Matteo Salvini aveva minacciato di votare no al decreto e, secondo più di un ministro presente, a tal proposito il premier avrebbe mostrato una certa irritazione sul cambio di linea, sul coprifuoco, rispetto a quanto già stabilito in precedenza. Sul mantenimento del coprifuoco alle 22 si erano già espressi favorevolmente i ministri di Pd, M5S e Leu. Il Cdm, slittato oltre le 18, alla fine ha confermato sostanzialmente la bozza del decreto riaperture, incluso il no ai ristoranti al chiuso la sera a maggio e all’anticipo di uno slittamento dell’orario del coprifuoco. Ed è a quel punto che la Lega ha annunciato la sua astensione sul provvedimento.

“Voteremo il prossimo di decreto, se aiuterà i lavoratori. Questo no – ha affermato Salvini – Se sono convinto vado in fondo: la scelta di sostenere Draghi è stata giusta, sarebbe stato più comodo starne fuori ma ora l’Italia merita impegno e sacrifici. Se siamo zona giallo è grazie alla Lega, però se 500 persone possono chiudersi in un cinema perché 20 non a cena, o in due in palestra. Chiediamo rispetto. La Lega chiede di dare fiducia agli italiani che hanno dimostrato per un anno pazienza e rispetto delle regole. Non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco, limitazioni. I dati sanitari fortunatamente sono in netto miglioramento: negli ultimi giorni sono migliaia i letti di ospedale che si sono liberati”.

“La piattaforma che abbiamo condiviso e che sosteniamo è un punto di equilibrio giusto tra l’esigenza di ripartenza e la tutela della salute – rivelano invece dal Pd – Ravvisiamo nell’atteggiamento della Lega la conseguenza di una contraddizione che è quella di un continuo susseguirsi di ultimatum che portano a questo tipo di incidenti di percorso. Il Pd da sempre è per le riaperture in sicurezza e la strada indicata da Draghi, graduale ma attenta a tutelare salute ed economia, è quella giusta. La scelta di Salvini è irresponsabile e crea confusione nel Paese. Questo è il momento della responsabilità e della coesione nelle scelte di governo per consentire al Paese di ripartire in sicurezza. E’ incomprensibile che la Lega punti a privilegiare un interesse di partito e per questo rompa l’unità del governo su decisioni tanto delicate. La speranza è che si tratti solo di una parentesi e che venga chiusa quanto prima”, le parole di Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.

“Spiace per atteggiamento Lega – dicono dal fronte M5S – Questo Governo è nato per incoraggiare la coesione nazionale. Oggi è stata messa in discussione l’unità delle nostre decisioni. In un momento come quello che stiamo vivendo, l’interesse per il Paese viene prima di quello di partito. Purtroppo dalla Lega è un film già visto, che non ha pagato.”

“Con il decreto varato oggi in Cdm abbiamo definito una road map per riaperture intelligenti e in sicurezza – come aveva chiesto Forza Italia – introdotto un green pass italiano, riportato la gran parte degli studenti in aula, ripristinato la fascia gialla, che era stata sospesa per legge. Come ha affermato Antonio Tajani, siamo soddisfatti, ma si può migliorare”, dice invece afferma Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali, sottolineando che FI “insisterà perché si ponga rimedio ad alcune incongruenze sui settori della ristorazione, dello sport e del wedding, ma questo resta il decreto della ripartenza in sicurezza”.

Le misure che non sono passate in Cdm vanno contro le richieste di gran parte delle Regioni, che avevano chiesto  di “consentire, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, i servizi di ristorazione sia al chiuso che all’aperto, senza distinzione di trattamento in base agli orari di somministrazione, la proroga del coprifuoco dalle 22 alle 23, la ripresa delle attività individuali in palestra al chiuso e in piscine all’aperto, già a partire dal 26 aprile”.

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