Bene l’alta velocità ma solo se sarà quella vera. E senza Ponte sullo Stretto il Sud non potrà mai esultare

StrettoWeb

L’analisi dei fondi del PNRR per il Sud: ben venga l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria e Palermo-Catania-Messina, ma solo se è quella vera con velocità di progetto a 300km/h. E solo affiancata al Ponte sullo Stretto, altrimenti per il Sud non ci sarà ripresa

Tanto si parla degli investimenti per il rilancio del Sud con l’approvazione del PNRR che stanzia “misure senza precedenti” per il Mezzogiorno, ma poco si entra nel merito dell’utilizzo di questi fondi e dei risultati che porteranno ai territori. Il Sud può davvero ritenersi soddisfatto delle scelte del Governo, oppure si doveva fare di più? Analizzare la situazione con lucidità è complicato perchè da un lato c’è la rassegnazione tipica di una società, quella meridionale, ormai scottata da decenni di tradimenti, false promesse e disillusioni che determinano uno scetticismo cronico a fronte di qualsiasi annuncio, anche se reale. Dall’altro, però, bisogna fare molta attenzione a cadere nei facili entusiasmi della politica. Cerchiamo di fare chiarezza.

Nel PNRR non c’è il Ponte sullo Stretto, e a prescindere da tutto il resto è fondamentale ribadire che senza Ponte il Sud non potrà mai esultare. La grande opera è realizzabile da subito, c’è la più grande società di costruzioni del mondo, la WeBuild di Pietro Salini, disponibile e pronta a posare “domani mattina” la prima pietra del cantiere in base al progetto definitivo approvato il 29 luglio 2011, quello a campata unica. L’unico Ponte che – almeno sulla carta – esiste davvero, a fronte delle idiozie blateranti di chi vuole lasciare il Sud nel Medioevo ma per non cadere nella palese irragionevolezza di un “No” ideologico, ha inventato l’alibi di studiare la fattibilità di nuovi fantomatici progetti “alternativi“, a più campate o addirittura sottomarini, già ampiamente scartati dai migliori tecnici del mondo negli scorsi decenni.

ponte sullo stretto

Il Ponte si può fare e si può fare subito. Italia Viva, Forza Italia e Lega hanno istituito a marzo un “intergruppo parlamentare” proprio per spingere sulla realizzazione del Ponte, su cui anche Fratelli d’Italia e Pd si dicono ampiamente favorevoli. Se davvero sono queste le intenzioni politiche, la stragrande maggioranza del parlamento è favorevole al Ponte sia alla Camera che al Senato, lasciando in forte minoranza i contrari (Movimento 5 Stelle e LeU). Ecco perchè il Ponte si può e si deve fare adesso, con un’intensa battaglia parlamentare: sarà l’unico finanziamento che finalmente potrà rendere il Sud soddisfatto con piena convinzione delle scelte della politica nazionale, guardando al futuro con fiducia ed entusiasmo per un processo virtuoso di crescita e sviluppo che la grande opera dello Stretto innescherebbe sui territori.

Fermo restando che il Ponte per adesso non c’è, passiamo ad analizzare ciò che è entrato nel Recovery per le infrastrutture del Sud.

Nel documento ufficiale del Piano, pubblicato dal Governo sul sito ufficiale, si legge molto genericamente che “Si estenderà l’Alta Velocità al Sud, con la conclusione della direttrice Napoli-Bari, l’avanzamento ulteriore della Palermo-Catania-Messina e la realizzazione dei primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio Calabria e Taranto-Potenza-Battipaglia“.

Gli interventi vengono poi specificati così:

Gli investimenti proposti nella rete ad Alta Velocità permetteranno lo sviluppo dei servizi ferroviari passeggeri e merci a lunga percorrenza, coerentemente con la struttura del territorio italiano e con le esigenze di connettività delle Regioni meridionali. Gli interventi proposti saranno integrati con i sistemi di trasporto regionali, che svolgono un ruolo primario nel sostenere la domanda di mobilità locale alimentando il sistema dei collegamenti ad Alta Velocità a livello nazionale. In particolare, gli interventi sulla rete ad Alta Velocità previsti nel Sud permetteranno di ridurre i tempi
di percorrenza e di aumentare la capacità, come illustrato di seguito:

  • Napoli-Bari: al completamento del progetto la tratta sarà percorribile in 2 ore, rispetto alle attuali 3 ore e 30 minuti; ci sarà un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle sezioni adoppio binario, e un adeguamento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci di lunghezza fino a 750 m, senza limitazioni di peso assiale

  • Palermo-Catania-Messina: saranno realizzate le tratte intermedie del progetto, al completamento del quale si otterrà una riduzione del tempo di percorrenza di oltre 60 minuti sulla tratta Palermo-Catania rispetto alle attuali 3 ore, e un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle tratte in raddoppio

  • Salerno-Reggio Calabria: al completamento dell’intero progetto, il tempo di percorrenza sarà ridotto di 80 minuti; inoltre, ci sarà un miglioramento delle prestazioni per consentire il transitodei treni merci, in particolare per il porto di Gioia Tauro ulteriori significative risorse sono previste da subito a valere su risorse nazionali

Il documento non fornisce alcuna altra informazione sui progetti: non conosciamo i dettagli, i tempi, le caratteristiche della linea, la velocità di progetto, il tracciato o altro. Per farlo, dobbiamo affidarci alle dichiarazioni con cui i rappresentanti del Governo hanno annunciato le opere. Il premier Mario Draghi, alla Camera durante la replica ai parlamentari che avevano espresso dubbi e perplessità sui progetti dell’alta velocità al Sud chiedendo chiarimenti al Governo, ha chiarito che “la linea ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria è vera alta velocità, dove i treni potranno viaggiare a oltre 300km/h. Con questi investimenti, ci si metterà lo stesso tempo da Roma a Torino e da Roma a Reggio Calabria“.

Se una figura autorevole come Mario Draghi assicura che quella da Salerno a Reggio Calabria sarà “vera alta velocità“, con velocità di progetto a 300km/h come da Salerno in sù, allora non ci sarebbe motivo di non credergli. Se però subito dopo aggiunge che dopo la realizzazione di quest’opera, da Reggio Calabria a Roma ci impiegheremo lo stesso tempo che da Roma a Torino, allora inizia a sorgere qualche dubbio. Perchè significherebbe che il progetto Salerno-Reggio Calabria non è a 300km/h: oggi Roma-Torino sono collegate con l’alta velocità da treni che impiegano 4 ore e 49 minuti. Ma sempre oggi il Frecciargento di Trenitalia che collega Roma e Reggio Calabria, lo fa in 5 ore e 11 minuti (vedi orari tratte ufficiali su https://www.trenitalia.com/). Già oggi, quindi, da Roma si viaggia più o meno con lo stesso tempo sia per Torino che per Reggio. La differenza è di 22 minuti in meno per Torino rispetto a Reggio. Se davvero la nuova alta velocità Salerno-Reggio Calabria ridurrà il tempo di percorrenza di 80 minuti rispetto ad oggi, come si legge nel documento ufficiale del PNRR, significa che Roma-Reggio Calabria si farà in 4 ore nette, cioè 50 minuti in meno di Roma-Torino. Anche questo, però, sembra un obiettivo di basso livello perchè se davvero la nuova Salerno-Reggio Calabria sarà una linea con velocità di progetto a 300km/h, come ha detto Mario Draghi ufficialmente in parlamento, significa che i treni potranno viaggiare ad una velocità media di 200-220km/h e che quindi da Roma a Reggio Calabria ci vorranno circa 3 ore di tempo, scarse, e i tempi di percorrenza saranno abbattuti in modo molto significativo rispetto ad oggi.

Allora il punto è questo: se sarà una VERA alta velocità, con velocità di progetto a 300km/h, analoga alla rete che collega l’Italia da Salerno in sù, e quindi Reggio-Roma saranno collegate in circa 3 ore di tempo, allora è un’opera buona e giusta che porterà crescita e sviluppo al meridione (aspettando il Ponte).
Se, invece, è l’ennesima presa per i fondelli, si rivelerà soltanto un altro spreco di denaro pubblico con l’aggravante di così tanto fumo negli occhi venduto ai cittadini.

Oltre al premier Draghi, tanti altri rappresentanti politici e istituzionali si sono fortemente esposti parlando di “vera alta velocità”. Tra questi, il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto che ha annunciato il nuovo tracciato dell’AV Salerno-Reggio Calabria, spiegando come passerà da Cosenza seguendo il percorso autostradale e quindi differenziandosi dall’attuale linea ferroviaria costiera. L’eventualità di un progetto interno non è da considerare negativa, perchè consentirebbe di collegare meglio gli snodi principali del Sud. Con l’alta velocità a Cosenza significa che la Calabria sarà finalmente davvero interconnessa (meno di 50 minuti da Reggio a Cosenza) e in generale il Sud potrà beneficiare di collegamenti più veloci interregionali in quanto anche Puglia e Calabria sarebbero molto più vicine. Ma oltre alla geografia del percorso, Occhiuto ribadisce che “si tratta della realizzazione in sei lotti di una nuova linea ferroviaria di Alta Velocità (vera alta velocità 300km/h, a differenza del progetto del governo Conte che voleva solo velocizzare la vecchia linea)“. Quello di Occhiuto è stato l’unico passaggio (con tanto di mappa) tecnico specifico sulle caratteristiche della nuova Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, ben differenziato dai progetti precedenti. Se davvero fosse così, allora sì, c’è motivo di gioire. Perchè sarebbe una grandissima rivoluzione positiva per i trasporti del Sud.

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Occhiuto ha anche aggiunto che il progetto prevede anche una trasversale ad alta velocità tra Lamezia e Catanzaro, una deviazione sulla Tirrenica per Praia collegando quindi con l’alta velocità una delle coste turistiche più belle del Mediterraneo, e ricongiungendo tramite Tarsia la principale linea dei trasporti calabrese con la fascia jonica, con la piana di Sibari e con Crotone.

Occhiuto ha concluso il suo intervento spiegando che “La nuova linea metterà in contatto l’alta velocità Milano/Salerno con infrastrutture strategiche come l’aeroporto di Lamezia e il porto di Gioia Tauro. Purtroppo non potrà proseguire per Messina, Catania e Palermo a causa dell’attuale mancanza del Ponte sullo Stretto, ma anche riguardo a questa importantissima opera la discussione è ancora in atto e non è detto che alla fine il maestoso collegamento dell’Europa con l’isola non possa finalmente essere concretamente realizzato“. Torniamo, quindi, al Ponte che è imprescindibile. I fondi nazionali aggiuntivi al PNRR “finanziano progetti relativi a un orizzonte temporale più lungo rispetto al termine del 2026 imposto dal Pnrr, come il completamento dell’Alta velocità Salerno-Reggio Calabriaha spiegato il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. Peccato che proprio lui aveva detto che il Ponte non poteva essere inserito nel PNRR “perchè non si può fare entro il 2026“.

Grandi parole ha speso per i fondi per il Sud un altro ministro del governo, Mara Carfagna che guida il dicastero per il meridione. Carfagna sta lavorando bene da Ministro come ha già fatto da parlamentare negli scorsi anni con un’importante e proficua attività legislativa a tutela delle donne, dei soggetti più fragili e deboli. Purtroppo, però, continua ad avere un approccio troppo freddo nei confronti del Ponte sullo Stretto: siamo convinti che possa e debba diventare anche la sua battaglia, in piena coerenza con l’identità storica, con i principi liberali e con i valori del partito che rappresenta.

ponte sullo strettoOggi il Sole24Ore dedica uno speciale proprio al Ponte sullo Stretto documentando che i siciliani pagano 6,5 miliardi di euro l’anno di Pil mancato per l’assenza del Ponte, una cifra che corrisponde a 1.308 euro pro capite per ogni siciliano. Anche il RapportoSud del Sole, quindi, ribadisce un concetto tanto semplice quanto rifiutato: il Sud può ripartire soltanto se si farà il Ponte sullo Stretto, ovviamente legato ad una vera alta velocità ferroviaria sia in Sicilia fino a Catania e Palermo, sia nel resto del Sud. L’obiettivo è Roma-Catania in 4 ore e Roma-Palermo in 5 ore. Con Ponte e alta velocità si può fare. Significa portare il Sud in Europa, colmare un gap storico e rilanciare l’intero Paese. Perchè soltanto se cresce il Sud, l’Italia potrà tornare grande. E il Ponte sullo Stretto sarebbe il simbolo della rinascita di un Paese che tornerebbe baricentrico nell’intera area Euro-Mediterranea.

Ben venga, quindi, l’alta velocità. Ma solo se è quella vera e se sarà affiancata dal Ponte.

Altrimenti questo pezzo di Paese sarà perso per sempre.

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