Ponte sullo Stretto, Siracusano: “5 Stelle vivono di pregiudizio ideologico”, e poi bolla come “strampalata barzelletta” il progetto di Giovanni Saccà

StrettoWeb

Matilde Siracusano, dopo la bocciatura del suo odg sul Ponte, accusa gli avversari politici di avere pregiudizi ideologici sul tema, ma si dimostra altrettanto intransigente nel valutare alternative

Il viceministro per le Infrastrutture e i trasporti Cancelleri – ideologicamente contrario al Ponte sullo Stretto di Messina – da qualche giorno ha rilanciato una vecchia e strampalata barzelletta, archiviata già parecchi anni fa: la costruzione di un tunnel sottomarino per collegare la Calabria e la Sicilia”. Così Matilde Siracusano, deputata messinese per Forza Italia, fervente sostenitrice del Ponte sullo Stretto e autrice, in proposito, di un ordine del giorno presentato ieri alla Camera ma rifiutato dall’Aula.

Esiste già un progetto validato e strutturato per il Ponte? Ai grillini non interessa, loro vogliono sabotare ad ogni costo l’ipotesi più logica solo perché vivono del pregiudizio ideologico che si tratti di un’opera promossa dal centrodestra e da Berlusconi”, dichiara Siracusano. Salvo però, poi, procedere ad una descrizione delle criticità che sarebbero presenti nel progetto apprezzato da Cancelleri che ha ben poco di tecnico, motivo per cui rischia di apparire essa stessa frutto di un pregiudizio ideologico nei confronti degli avversari politici.

Il solo attraversamento ferroviario richiederebbe la costruzione di tre gallerie, le auto difficilmente potrebbero transitare” dichiara la deputata, senza specificare il motivo che creerebbe questi impedimenti al traffico automobilistico.

Il fondale dello Stretto di Messina è profondo oltre 150 metri e geologicamente giovane, con la presenza di faglie e di strati rocciosi difficili da bypassare: si dovrebbe, dunque, scavare a 250 metri sotto il livello del mare (solo per fare un esempio, il tunnel della Manica è stato realizzato a 100 metri di profondità). La galleria sotto lo Stretto dovrebbe essere lunga almeno 30 km, con il paradosso che le città di Messina e Reggio Calabria sarebbero fortemente penalizzate”. Tesi, anche questa, scarsamente argomentata e rispetto alla quale dunque sfuggono i presupposti che implicherebbero detto svantaggio per la città di Messina. Nel progetto in analisi, infatti, sono previste stazioni intermedie all’interno della città.

Per non affrontare, infine, il problema della sicurezza, del rischio sismico e dei proibitivi costi di manutenzione. Senza considerare l’eliminazione di uno dei fattori più rilevanti per il rilancio dell’economia che è l’attrattività turistico”.
Anche in questo caso le generiche dichiarazioni di Siracusano non soddisfano fino infondo dato che il progetto in esame (studiato dall’ingegnere Giovanni Saccà, responsabile del Settore Studi Trasporti Ferroviari presso il Collegio Amministrativo Ferroviario Italiano) contempla la costruzione di tunnel dotati dei cosiddetti “rivestimenti doppi”. Tecnica già utilizzata per altri tunnel attivi in zone la cui attività sismica è paragonabile a quella dell’area dello Stretto.
Infine, appare altrettanto curioso che Siracusano ritenga che un’area che trova nella bellezza della natura il suo punto di forza possa essere arricchita, sotto il profilo dell’attrattività turistica, dalla collocazione di una mastodontica opera infrastrutturale e danneggiata dalla sua assenza.

Tutto questo per impedire la realizzazione di un Ponte lungo 3,3 km, che avrebbe bisogno solo del via libera per poter diventare realtà in pochi anni. Purtroppo i 5Stelle sono contrari per statuto alle grandi opere e per questo la Sicilia – a braccetto con il resto del Paese – rischia di pagare un prezzo altissimo.” Conclude la deputata forzista, dimostrando se non altro la stessa rigidità mentale che imputa ai suoi avversari nel non voler considerare le alternative ad un progetto rispetto al quale, se è vero che nel 2011 venne approvato come “definitivo” dalla Stretto di Messina Spa, sono decaduti tutti gli obblighi contrattuali conseguentemente alla messa in liquidazione della Società e che pertanto è difficile pensare che possa essere realizzato un lasso di tempo così inferiore rispetto ad altri da legittimare un tale grado di intransigenza.

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