L’ipocrisia del tifoso medio: critica la Superlega, ma pretende spese pazze e contesta i presidenti “tirchi” attenti al bilancio

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Gran parte dei tifosi contestano la Superlega e il ‘calcio dei ricchi’: poi sognano le spese pazze e criticano i presidenti con l’occhio attento al bilancio

In un anno dominato dal Coronavirus, argomento di punta di media, social e semplici chiacchierate da bar (quando aperti), da qualche giorno a questa parte l’hot topic sul quale esprimere la propria opinione sembra essere cambiato. In molti hanno svestito il camice da virologo, ritornando ai tanto amati panni da analisti del pallone. La Superlega è entrata con prepotenza nelle vite di tutti gli appassionati di calcio. Un nuovo torneo, fondato nella notte fra il 18 e il 19 aprile, da alcuni fra i più grandi club del mondo: le spagnole Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid; le italiane Juventus, Inter e Milan; le inglesi Manchester City, Manchester United, Liverpool, Chelsea, Arsenal e Tottenham. Una dozzina di superpotenze calcistiche riunite in una competizione, parallela e dunque rivale della Champions League, in cui i club fondatori partecipano ‘di diritto’, insieme ad altre 5/8 squadre che dovranno guadagnarsi l’accesso. Un sistema che non premia la meritocrazia e arricchisce, visto la cascata di milioni che pioverà sui club, 12 delle squadre più forti e ricche al mondo.

Superlega, un calcio per ricchi? Lo sport è business

striscione lazio roma superlegaNeanche a dirlo, a parte ai presidenti firmatari, l’idea non è piaciuta quasi a nessuno. UEFA e FIFA hanno fatto fronte comune (il che è tutto dire…) per bloccare con ogni mezzo, minaccia, sanzione l’inizio del torneo. Alcuni allenatori e calciatori delle squadre partecipanti, specialmente quelle inglesi, hanno espresso il loro dissenso. Gli altri club tenuti fuori dalla competizione hanno chiesto a gran voce l’esclusione delle 12 squadre dai rispettivi campionati. Anche la politica ha preso una netta posizione contraria. I tifosi infine, hanno espresso il loro dissenso attraverso forti proteste dichiarando di non riconoscersi in un “calcio per ricchi“, che spezza i sogni dei supporter stessi e dei piccoli club che sperano nell’impresa storica. Proteste legittime fin quando si parla di meritocrazia, un po’ meno quando si fa riferimento all’aspetto economico. Da diversi anni a questa parte il calcio è un business, le squadre sono vere e proprie aziende che devono tenere sotto controllo incassi e spese, trovare nuovi sponsor e rinforzare il proprio brand e la propria immagine tanto nei confini nazionali quanto in quelli internazionali. Funziona così per ogni sport e non per questo la passione sportiva viene messa in secondo piano.

Superlega, big alla ricerca di fondi: ma i tifosi pretendono i colpi

La pandemia di Coronavirus ha fatto danni enormi anche fra le big di tutto il mondo. Il presidente del Real Madrid ha parlato di 5 miliardi di euro persi dal sistema calcio, 300 milioni solo dai ‘Blancos’ in questa stagione. In Italia Juventus e Inter hanno affrontato pesanti problemi economici, un po’ meno il Milan che si porta dietro comunque i danni della gestione cinese. A proposito della gestione cinese. Tanto i rossoneri quanto le altre squadre, sono obbligate a rinforzarsi sul mercato per stare al passo con le avversarie, ma anche con le aspettative dei tifosi. Un mercato ritenuto al di sotto delle aspettative, mentre la squadra rivale spende e spande, è ragione di mugugni e proteste nelle piazze reali e virtuali. I tifosi sognano le vittorie e le sognano con i campioni pagati a peso d’oro. Il modello Bayern è un caso raro fra i 250 milioni per Mbappè, lo stipendio faraonico di Cristiano Ronaldo e l’adeguamento al rialzo dei prezzi in proporzione ai nuovi standard ai quali qualcuno è costretto ad arrivare.

Foto di Ian Langsdon / Ansa

Anche i tifosi delle squadre piccole, è inutile negarlo, vorrebbero un colpo per confermare la categoria o puntare ad una dimesione differente, ben consapevoli dell’esborso economico che serve per cartellini e stipendi. E guai a non accontentarli. Il sogno di tutti sarebbe un presidente tifoso, in stile Franco Sensi con la Roma, pronto a dilapidare un patrimonio per il bene della propria squadra. Presidenti come Lotito o De Laurentiis, definiti ‘dal braccino corto’ ma che portano stabilmente le proprie squadre in Europa tenendo perfettamente sotto controllo il bilancio, vengono sistematicamente contestati e derisi, in primis dai loro stessi tifosi. Dunque perchè criticare la Superlega sul piano economico, quando il sogno di gran parte dei tifosi stessi è avere i petrodollari degli arabi per comprare Neymar e affidargli la 10 in qualità di degno erede di Ciccio Cozza?

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