Coronavirus, le Regioni bloccano il Dpcm. Lettera al Governo con le richieste: “chiusura dei ristoranti alle 23 e ristori, non chiudere i confini regionali”

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Coronavirus: è rissa tra Regioni ed Governo. La lettera con le richieste: “chiusura dei ristoranti alle 23 e ristori, non chiudere i confini regionali”. I dettagli

Coronavirus– L’avanzata dei contagi in Italia ha portato il Governo a valutare delle misure più stringenti per disinnescare l’avanzata del Covid 19. Il nuovo Dpcm che doveva nascere in serata, però, è stata letteralmente bloccato dalle Regioni, le quali non sono d’accordo su vari punti del provvedimento.  Il presidente del Consiglio ed i capidelegazione della maggioranza sono tornati a riunirsi nuovamente dopo l’incontro di questo pomeriggio. In una lettera, che riportiamo integralmente in basso,  indirizzata al premier Giuseppe Conte, ai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, le Regioni, chiedono all’esecutivo di inserire nel provvedimento l’impegno a riconoscere ristori adeguati ai settori più colpiti dal Dpcm. I governatori chiedono, tra le altre cose, di ripensare alla stretta sulle chiusure di bar e ristoranti, non chiudere gli impianti di scii, sottoporre a tampone solo i sintomatici e i conviventi di chi ha contratto il virus.

Di seguito il testo integrale del presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini:

Illustre Presidente, gentili Ministri,
con riferimento allo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, concernente “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, vista l’urgenza di procedere ai sensi dell’articolo 3, comma 1, del decreto legge 6 del 3 febbraio 2020, esprimo il parere, salvo successiva ratifica in Conferenza, nei termini di cui alle allegate osservazioni. In via generale, si fa rilevare la necessità di prevedere adeguate forme di ristoro per i settori e le attività economiche interessate dalle limitazioni introdotte dal provvedimento oggetto del presente parere, mediante la contestuale attivazione di specifici tavoli di confronto con i Ministeri competenti.

Osservazioni al DPCM del 24 ottobre 2020

1) Si richiede l’estensione della didattica a distanza fino al 100% per le scuole secondarie superiori e per le università.
2) Al fine di rendere sostenibile il lavoro delle ASL/Regioni in tempo di emergenza riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing si dovrebbe destinare i tamponi (molecolari o antigenici) solo ai sintomatici e ai contatti stretti (familiari e conviventi) su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione e si dovrebbe riservare la telefonata giornaliera per i soggetti in isolamento o quarantena a specifici casi su valutazione dell’operatore di sanità pubblica.
3) Prevedere l’orario di chiusura per i ristoranti alle ore 23.00, con il solo servizio al tavolo; per i bar prevedere la chiusura alle ore 20.00 ad eccezione degli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo. Eliminare l’obbligo di chiusura domenicale.
4) Eliminare all’art.1, comma 6 lettera f), il riferimento “impianti nei comprensori sciistici”.
5) Prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di alimentari e farmacie.

Si sottopone, inoltre, all’attenzione del Governo, la necessità di:
– eliminare alla lettera r) le parole “previa comunicazione al ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali”, come già richiesto in occasione del DPCM del 18 ottobre 2020;
– valutare le chiusure relative a: palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc., anche valutando i dati epidemiologici di riferimento;
– prevedere nel DPCM un impegno da parte del Governo a ristorare le attività che hanno subìto limitazioni e/o chiusure”.

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