Le giravolte di Jole Santelli sul Covid: eravamo orgogliosi della Calabria liberale dei tavolini, oggi aborriamo quella liberticita delle mascherine

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Le ordinanze del Presidente della Regione Calabria sul Coronavirus: dalla riapertura anticipata dei tavolini all’aperto all’obbligo di mascherina, una giravolta clamorosa in meno di 5 mesi

Sono passati meno di 5 mesi da quando, a fine aprile, il governatore della Regione Calabria Jole Santelli emanava un’ordinanza che avrebbe fatto discutere per settimane, consentendo già a fine aprile, in pieno lockdown, la riapertura dei locali (bar, pizzerie, ristoranti) che avevano i tavoli all’aperto in linea con la situazione epidemiologica della Calabria che era stata costretta a mesi di sacrifici enormi nonostante non avesse mai vissuto alcuna emergenza sanitaria. Il Governo Conte faceva ricorso tramite il Ministro Boccia, il Sindaco di Reggio Falcomatà si opponeva rispondendo con un’altra ordinanza che vietava a Reggio di adottare quella Regionale seguendo logiche di opposizione politica mentre nel resto del territorio calabrese, da Cosenza a Tropea, i ristoratori e i baristi riaprivano commossi e ricominciavano a servire i clienti, con le dovute precauzioni (mascherine, visiere, guanti), nei tavoli all’aperto. In nessun Comune che adottava l’ordinanza regionale ci sono stati contagi per l’attività dei tavolini all’aperto, e dopo oltre un mese tutt’Italia s’è adeguata a ciò che la Calabria aveva iniziato per prima.

Siamo stati orgogliosi di quella scelta così liberale da posizionare la Calabria, forse per la prima volta nella Storia dell’Italia, al primo posto tra le Regioni più innovative e progressiste rispetto alle restrizioni di un lockdown folle, deviato, incomprensibile perchè era già durato due mesi e in Calabria non c’era mai stata alcuna emergenza. Siamo stati orgogliosi e abbiamo apprezzato la scelta del governatore Santelli, che con quell’ordinanza geniale ha ottenuto enorme pubblicità gratuita per la Calabria mettendo i presupposti per una stagione turistica senza precedenti, che ha consentito a molti operatori di recuperare in toto tra Giugno e Settembre le perdite dei mesi del lockdown. Siamo stati orgogliosi del fatto che quella di Jole Santelli fosse una scelta politica, fortemente condizionata dai valori e dai principi liberali tipici del partito del governatore calabrese, Forza Italia. E per questo motivo eravamo animati dalla speranza che avrebbe continuato a comportarsi così per tutta la legislatura.

Con enorme stupore, invece, ieri abbiamo battuto la notizia di un’altra ordinanza che sembra partorita da un’altra persona di un altro partito con altri principi e valori di riferimento completamente opposti: l’obbligo di mascherine all’aperto, incondizionato, anche per chi è da solo in un sentiero di collina o su una spiaggia senza bagnanti! Un provvedimento liberticita, che insegue il becero populismo di un altro governatore, Vincenzo De Luca, che aveva emanato la stessa ordinanza il giorno precedente. In quel caso in piena coerenza con tutto ciò che De Luca ha fatto dallo scoppio dell’emergenza: un vero e proprio squadrismo della pandemia, sia nei modi che nel linguaggio. Eppure i calabresi avevano apprezzato la gestione-soft di Jole Santelli molto più rispetto a quella del governo centrale.

I motivi di questo capitombolo ci sfuggono. Fatto sta che il virologo e professore alla Emory University di Atlanta, Guido Silvestri, ha commentato così: “Obbligare l’uso delle mascherine all’aperto a tutti e senza riguardo per la distanza inter-personale — quindi, per esempio, ad una persona che passeggia da sola in un parco o al mare — è, scientificamente parlando, una completa idiozia, e tutti quelli che capiscono un briciolo di epidemiologia e virologia lo sanno benissimo“.

coronavirusBen vengano – sia chiaro – tutte le misure precauzionali necessarie a combattere la diffusione della pandemia. La Regione Calabria ha gestito magistralmente l’emergenza negli Ospedali, smentendo tanti luoghi comuni sulle inefficienze della sanità. La Regione ha raddoppiato i posti letto di terapia intensiva, si stanno facendo più tamponi di tutte le Regioni d’Italia in proporzione alla popolazione e alla diffusione del contagio, non c’è mai stata alcuna emergenza grazie al monitoraggio realizzato da Asp e Prefetture. Ma non c’è bisogno di scomodare altri scienziati per capire che l’uso della mascherina all’aperto fuori da zone affollate è una follia. Equivale a obbligare la gente a vestirsi di rosso o di blu, e per questo motivo tutte le persone democratiche e liberali della Calabria quella mascherina all’aperto devono continuare a non indossarla. Anzi, a maggior ragione adesso che c’è l’obbligo non devono indossarla. Non è atto di illegalità, ma resistenza a norme che violano diritti umani e libertà. Diritti che abbiamo conquistato con il sacrificio dei nostri nonni e bisnonni e che non possiamo consentire in alcun modo di calpestare.

L’unica verità è quella che pochi giorni fa ha detto il premier britannico Boris Johnson, affermando che storicamente il popolo inglese è molto più sensibile alle violazioni della libertà individuale rispetto a quello italiano e tedesco. Nessuno può smentire questa acclarata realtà storica, che viene soltanto ribadita dal massimo rappresentante del Paese della Magna Charta, del Paese che ha inventato il parlamento rappresentativo, del Paese liberale per storia e dna, del Paese che ha sempre separato la sfera religiosa da quella politica e che non è dovuto passare dalla rivoluzione per conquistare la democrazia. E’ il Paese che in Europa ha combattuto e sconfitto l’aberrazione delle dittature e dell’imperialismo (a cui invece italiani e tedeschi avevano creduto con entusiasmo), difendendo quella libertà che oggi l’Europa ha soltanto grazie alla resistenza britannica. Se la “serietà” (?) di cui si vanta Mattarella a nome del popolo italiano è quella dell’obbligo di mascherine all’aperto, allora noi oggi vorremmo essere tutti britannici. E in Calabria, con Jole Santelli, ci eravamo illusi di poter rappresentare una piccola enclave liberale nell’Italia dei cittadini considerati sudditi da terrorizzare, dei droni calati sulla spiaggia per multare un runner solitario, del divieto di uscire di casa.

Invece un giorno di fine Settembre ci siamo risvegliati all’improvviso come se fossimo nella Campania dello sceriffo De Luca, con la differenza che in Calabria si stanno riscontrando soltanto 9, 10, 12 casi al giorno. In prevalenza immigrati giunti dall’estero e strettamente monitorati dai centri di accoglienza, quindi meno pericolosi per la diffusione del contagio.

L’unica ordinanza che vorremmo è quella adottata dal Sindaco di Sutri (Viterbo) che ha deciso di multare chi indossa la mascherina senza motivo. Vorremmo che la Polizia fermasse tutti quegli idioti che stanno da soli in macchina con la mascherina e gli elevasse un verbale di 400 euro, vorremmo che i Carabinieri andassero nelle spiagge deserte a beccare qualche psicofobico che si trova a 500 metri dal resto del mondo ma si copre naso e bocca e gli facessero un TSO. Vorremmo istituzioni democratiche e liberali che difendono, prima di tutto, la libertà della loro gente e tutelino la sanità mentale e psichica della popolazione, anzichè alimentare un ingiustificato terrore che sta provocando da mesi isterie e ipocondrie che determinano gravissime ripercussioni sociali.

jole santelliCi basterebbe tornare indietro a cinque mesi fa, con un governatore coraggioso che restituisce libertà in uno Stato che con la scusa della pandemia ha calpestato i diritti della gente. Perchè siamo tutti d’accordo a dover rispettare le norme indicate dalla scienza per evitare il contagio (distanziamento, igiene delle mani, mascherina nei luoghi chiusi e affollati). Ma l’obbligo della mascherina all’aperto, anche lontano da folle e assembramenti, non c’entra nulla con la sicurezza sanitaria e con la pandemia. E’ un’ordinanza liberticita che – senza alcuna motivazione sanitaria – annulla i diritti umani. E per questo non la rispetteremo.

Siamo in migliaia. Veniteci a prendere.

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