Bambina cade dallo slittino sulle piste di Gambarie, la replica del papà al Soccorso Alpino

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Il papà della bambina caduta dallo slittino a Gambarie risponde al presidente del Soccorso Alpino

In riferimento alle affermazioni del Presidente del Soccorso Alpino e Speleologico della Calabria, Avv. Giacomo Zanfei, in merito al nostro articolo sullincidente avvenuto domenica sulle piste di Gambarie, riceviamo e riportiamo di seguito le dichiarazioni del padre della bambina caduta dallo slittino, in risposta al Soccorso Alpino.

In risposta alla lettera inviata dal Presidente del Soccorso Alpino Avv. Giacomo Zanfei, vorrei precisare alcune cose.
Il Presidente nella sua lettera ha scritto che i fatti sono stati travisati, tengo a precisare che (dato che le telefonate sono tutte registrate), risulta per quanto riguarda la mia persona la chiamata effettuata ai vigili del fuoco di Reggio Calabria dove richiedevo il loro intervento spiegando che persone accanto a me avevano già contattato 118 e Soccorso Alpino, e nessuno dei due Enti si apprestavano a intervenire.
“Il Presidente scrive: ad ogni buon conto, viste le affermazioni di un signore e da Voi riportate, abbiamo fatto un nostra indagine interna ed è emerso che intorno alle ore 17 ad un componente della CoopAspro Service veniva richiesto in maniera molto generica una barella topoga per prestare soccorso ad un infortunato che si sarebbe fatto del male con uno slittino fuori dall’aerea sciabile ovvero dall’aerea di competenza della CoopAspro Service”.
Caro Presidente da persona qualificata al soccorso ed operante presso un Corpo che ha come principio la salvaguardia della vita umana, mi è stato sempre insegnato che non esistono né limiti territoriali, comunali, regionali né confini di Stato per salvare una vita umana…per esempio le ricordo che un paio di mesi fa il Corpo dei Vigili del Fuoco è intervenuto a sostegno della popolazione Turca in emergenza a causa del sisma che li ha colpiti. Il Soccorso Alpino opera solo in zone limitate (dal proprio organo) o in qualsiasi situazione siano chiamati a intervenire? Da quello che ha scritto nella sua lettera di risposta, ha lasciato intendere proprio questo, cioè, che una banale “fuori area di competenza immaginaria” lasci che una persona può sia lasciata al suo destino.
Lei scrive “inoltre, è emerso che visto che le condizioni dell’infortunato erano buone, e non presentava elementi di criticità, così chi era con questa persona – supponiamo parenti – decidevano di trasportarla con la propria auto in totale autonomia. Tengo a precisare che nessun presidio medico sanitario atto a l’immobilizzazione è stato adoperato.”
Nuovamente le scrivo Caro Presidente, forse non ha letto bene la mia lettera. Secondo Lei, io in veste di “parente” dove prendevo attrezzature o presidi sanitari per poter effettuare un’immobilizzazione se nessuno degli enti preposti e chiamati non solo da me ma anche da altre persone “non parenti”, non si sono presentati? Potevamo passare la notte lì sotto le stelle aspettando forse un miracolo?
E’ normale che sotto la mia responsabilità, mi sono visto costretto a trasportarla nelle migliori condizioni che potevo attuare in quel momento.
Per quanto riguarda “una formale denuncia all’autorità giudiziaria”, ho preferito, dopo le visite effettuate dai medici del pronto soccorso, che le condizioni della bambina non erano gravi, di non procedere con la denuncia…ma solo dopo aver constatato le reali condizioni della bambina!
Lei scrive “quel signore che non merita neanche di essere qualificato”.
Rispondo…Sicuramente Signore non potrà esserlo nemmeno Lei, perché non si è minimamente preoccupato di sentirsi come un “Padre o Parente” di quella bambina di 10 anni, sofferente, sotto gli occhi di tutti, ma si è solamente preoccupato di scrivere una lettera di “offese gratuite alla mia persona” e di accuse ingiustificate e senza senso. Non si è preoccupato di agire (chi per Lei in quel momento prestava servizio) nello spirito di Soccorritore verso tutti senza pensare da quale parte della pista fosse l’infortunato!
Autorizzo la redazione a fornirle i miei dati qualora lei vorrebbe visionare personalmente, attestati, qualifiche, elogi e benemerenze per quanto riguarda la mia persona (QUALIFICATA), o anche solo per poter parlare telefonicamente con me per poter capire e chiarire la situazione. Mi auguro che quest’accaduto possa essere da monito a tutti gli enti preposti al soccorso e alla salvaguardia della vita, dove alla chiamata di soccorso subentra all’arrivo sul posto di personale qualificato dove valuta e gestisce l’intervento nel migliore dei modi, (non come questo)…

Distinti saluti

un cittadino QUALIFICATO

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