MessinAccomuna al vetriolo: “Altro che cavaliere errante e solitario, De Luca è il punto di riferimento delle lobby in città”

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MessinAccomuna: “Il sindaco ha vinto le elezioni non per sua forza, ma per alleanze precostituite. La candidatura di Antonio Saitta serviva a togliere ad Accorinti il voto di opinione”

All’indomani dell’approvazione in Aula del Cambio di Passo proposto dal sindaco, gli attivisti di MessinAccomuna tracciano un’analisi sulla figura di De Luca e che riguarda anche alcuni dettagli sul periodo della competizione elettorale. Per MessinAccomuna: “De Luca non è un personaggio singolare, un po’ pazzo e un po’ maleducato. È un “rinisciutu” che siede al tavolo dei “pezzi grossi”(?) locali; è il punto di riferimento delle lobby e delle logge che hanno guidato la politica messinese nei decenni scorsi, escluso la parentesi accorintiana“. E dietro di lui, per gli attivisti “ci sono e c’erano D’Alia, Picciolo, Navarra, Calderone, Buzzanca“. 

“L’inutile e sbrodolata kermesse del “cambio di passo” rivela alleanze che risalgono a prima del 10 giugno 2018. L’opposto dell’immagine di cavaliere solitario cucita sopra De Luca. Il sindaco ha vinto le elezioni non per sua forza, ma per alleanze precostituite”- prosegue MessinAccomuna.
“Accorinti aveva vinto col voto di opinione e per fiducia nella sua storia personale. Chi voleva sconfiggere Genovese- si legge ancora nella nota- si era aggregato, senza poter negoziare nulla. Alla proposta di finanziamento della campagna elettorale, Franza si era sentito rispondere: “no, grazie; lottiamo a mani nude”. E i mafiosi intercettati dicevano dell’amministrazione Accorinti: “non è gente influenzabile dalla vecchia casta”. Di qui la necessità di estinguere questa esperienza. Per chi non l’avesse capito, la candidatura di Antonio Saitta serviva a togliere ad Accorinti il voto di opinione. I voti controllati dai ras erano invece destinati a De Luca, portandolo al ballottaggio. Oggi questa realtà diventa, semplicemente, evidente. Ma, è altrettanto evidente, non è De Luca a vincere: dietro i suoi affamati alleati, è in realtà Messina a perdere“- concludono gli attivisti.

 

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