Hiroshima, il 6 agosto di 75 anni fa veniva sganciata la prima bomba atomica: un orrore da non dimenticare [FOTO]

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Ricorre oggi il 75esimo anniversario del bombardamento di Hiroshima, il primo ad essere effettuato ricorrendo ad un ordigno atomico. Tre giorni dopo la stessa sorte toccherà alla città di Nagasaki, i morti saranno oltre 200 mila

La mattina del 6 agosto del 1945, esattamente 75 anni fa, alle 8:14 del mattino, Enola Gay, un bombardiere B29 dell’aeronautica militare statunitense chiamato così in onore della madre del pilota, il colonnello Paul Warfield Tibbets, sorvola i cieli Hiroshima, Giappone.

Meno di un minuto dopo, alle 8:14 e 45 secondi, il B29 apre il suo vano di carico per sganciare “Little Boy”. Una Bomba che a dispetto del suo nome, ragazzino, è lunga 3 metri, pesa 4 tonnellate, ma soprattutto, con i suoi 60 kg di uranio arricchito detonerà a 600 metri di altezza sprigionando una potenza paragonabile a 12.500 tonnellate di Tnt. In 70 mila muoiono all’istante, spazzati via dalla potenza della deflagrazione dell’ordigno, come circa il 90% degli edifici presenti in città compresi i suoi 51 templi. Altri 100 mila moriranno nelle settimane e nei mesi successivi a causa delle ferite riportate e per l’avvelenamento da radiazioni.

È così che gli Stati Uniti intendono mettere la parola fine sulla seconda guerra mondiale, infliggendo un colpo irresistibile ad un avversario la cui determinazione faceva temere una prosecuzione del conflitto che avrebbe potuto produrre ancora numerose vittime. Ma questa è solo una faccia della medaglia, l’altra è rappresentata dal desiderio degli USA di dimostrare a quello che sta già cominciando a trasformarsi in un avversario, l’Unione Sovietica, ed al mondo intero la propria superiorità bellica. Prove tecniche di Guerra Fredda.

Inizialmente il bersaglio designato per il B29 era la città di Kokura, ma le avverse condizioni climatiche indussero l’aviazione statunitense ad optare per Hiroshima, all’epoca un centro di grande importanza industriale e militare.

Circa un’ora prima del bombardamento i radar Giapponesi avevano diramato un’allerta relativa alla presenza di aerei americani nell’area meridionale del paese, poi ridimensionato a causa dello scarso numero di velivoli. Verosimilmente due bombardieri ed un terzo aereo la cui missione era quella di documentare fotograficamente gli effetti del primo utilizzo della bomba atomica su un bersaglio nemico.

Tre giorni dopo, il 9 agosto, un altro bombardiere B29 americano sgancerà un secondo ordigno nucleare, “Fat Man”, sopra la città di Nagasaki, uno dei più importanti porti del Giappone, uccidendo all’istante circa 40 mila persone e ferendone altre 55 mila. Nel complesso il numero dei morti, tra decessi diretti ed indiretti, causati dai due bombardamenti supererà abbondantemente le 200 mila unità ed il 15 agosto l’imperatore giapponese Hirohito annuncerà alla radio ad un popolo sconvolto dalla devastazione subita nelle settimane precedenti l’accettazione dei termini per la resa dettati dagli Alleati.

Oggi, 75 anni dopo, il Giappone commemora quei tragici eventi con una celebrazione all’interno del parco del Memoriale della Pace nella città di Hiroshima. Qui è presente un edificio lasciato nelle stesse condizioni in cui venne ridotto dalla deflagrazione, come monito per le generazioni future.

Puntuale alle 8:15, l’orario in cui venne sganciata la bomba, il rintocco delle campane segnala l’inizio del minuto di silenzio a cui partecipano cittadini ed istituzioni, con i rappresentanti di 80 nazioni, intervenuti nonostante le difficoltà legate alla diffusione della pandemia da coronavirus.

Durante il suo discorso il sindaco di Hiroshima ha lanciato un monito affinché le nazioni del mondo si uniscano nel  ripudiare le forme di nazionalismo estremo e contro le minacce che affliggono l’umanità.

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