L’enigma dei Bronzi di Riace, si torna a parlare della terza statua misteriosamente trafugata. Esperti a confronto al Museo di Naxos

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    Sala-dei-Bronzi (fonte Museo Archeologico Reggio Calabria)
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    Guerriero di Riace, Bronzo A (fonte Museo Archeologico Reggio Calabria)
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  • LaPresse - LaPresse/Adriana Sapo
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Il terzo Bronzo di Riace e il mistero su lancia, scudo ed elmo mai recuperati in mare. Se ne parla sabato al Museo di Naxos con gli autori de “Il cammino degli eroi. Da Argo a Riace”

Chi erano nella vita reale i due affascinanti Bronzi di Riace? Che fine hanno fatto lancia, scudo ed elmo che – verosimilmente – completavano le due statue, opere originali della metà del V secolo a.C. oggi esposte nel Museo Archeologico di Reggio Calabria? E perché dal 1972 – anno in cui vennero trovate e recuperate in mare al largo di Riace Marina, in Calabria – periodicamente si torna a parlare di una terza statua, misteriosamente trafugata?

Argomento che appassiona in tanti, fra addetti ai lavori e appassionati di arte e cultura classica, i Bronzi di Riace saranno al centro del prossimo evento di “Comunicare l’Antico” (Museo di Naxos, sabato 25 gennaio, ore 17), ciclo di incontri letterari promossi dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto d Gabriella Tigano, e organizzati da NaxosLegge con la direzione artistica di Fulvia Toscano.

Protagonista dell’incontro sarà il volume “Il cammino degli Eroi. Da Argo a Riace” (Società Editrice Dante Alighieri) racconto in cui Dan Faton – pseudonimo dietro cui si celano tre studiosi – ricostruisce il percorso di questi straordinari capolavori dell’arte greca formulando delle ipotesi sulla loro misteriosa identità e su altre incognite legate al loro ritrovamento.

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Guerriero di Riace, Bronzo (fonte Museo Archeologico Reggio Calabria)

Dietro Dan Faton sono Daniele Castrizio, Fabio Cuzzola e Tonino Perna – docenti d’area umanistica all’Università di Messina e al liceo classico (le iniziali dei loro nomi compongono l’autore del volume) – e saranno tutti presenti sabato a Naxos per indagare sull’origine dei bronzi di Riace, le ipotesi sul loro viaggio nel Mediterraneo (conclusosi con un naufragio e l’inabissamento del vascello vicino alle coste della Calabria) e i misteri che aleggiano sul loro ritrovamento e sulla scomparsa di altri reperti collegati alle statue. L’ingresso è libero.

Parco Archeologico Naxos – Taormina

Il Parco archeologico Naxos–Taormina è stato istituito nel 2007 e gode di autonomia scientifica e di ricerca, organizzativa, amministrativa e finanziaria. Dal 2013 al Parco Archeologico di Naxos-Taormina è stata affidata la gestione di alcuni siti monumentali e paesaggistici della provincia di Messina: il Museo Archeologico di Naxos e delle sue collezioni; del Teatro Antico di Taormina; di Villa Caronia (sede amministrativa del Parco); del Museo naturalistico di Isolabella, delle aree archeologiche di Taormina e Francavilla. Dal 2019 sono gestiti dal Parco anche Palazzo Ciampoli e Odèon (Taormina) e la Chiesa Basiliana dei Santi Pietro e Paolo (Casalvecchio Siculo). Dal giugno 2019 è diretto dall’archeologa Gabriella Tigano. Fra i grandi eventi gestiti dal Parco e che hanno visto in protagonista il Teatro Antico di Taormina – secondo sito più visitato in Sicilia dopo la Valle dei Templi, mentre il sito di Naxos è sesto nella classifica italiana – figurano il G7 del maggio 2017 e la visita del Dalai Lama nel settembre dello stesso anno. Nel corso del 2018 i siti gestiti dal Parco Naxos Taormina hanno registrato complessivamente 993.668 visitatori (esclusi gli oltre 150.000 spettatori degli eventi serali nel Teatro Antico di Taormina nel periodo tra giugno e settembre).

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