Trent’anni fa veniva ucciso dalla mafia Rosario Livatino, il giudice ragazzino: “Ci inchiniamo al suo coraggio; le istituzioni tolgano acqua alla mafia dando lavoro” [FOTO]

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  • Un'immagine d'archivio che mostra l'auto del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990. Livatino aveva 38 anni. ANSA
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Sicilia. Ricorre oggi il 30esimo anniversario della morte di Rosario Livatino, giovane giudice siciliano ucciso dalla mafia a causa delle sue inchieste nell’agrigentino

Sono trascorsi trent’anni da quella mattina in cui, in un vile agguato mafioso, venne ucciso il giudice Rosario Livatino. Aveva neanche 38 anni quando nel tragitto tra Canicattì, la città dove abitava, al tribunale di Agrigento, dove aveva aperto inchieste scomode per le cosche locali, il 21 settembre 1990, venne crivellato di colpi. Tutti gli italiani, e noi siciliani in particolare, ci inchiniamo alla sua memoria e al suo coraggio e rinnoviamo l’impegno ad una guerra senza quartiere alla criminalità mafiosa e a chi ne è complice”. Queste le parole scelte da Gianluca Rizzo (M5S), Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, nel ricordare Rosario Livatino, giovane magistrato siciliano e martire della guerra alla criminalità organizzata, di cui oggi, lunedì 21 settembre, ricorre il 30esimo anniversario della scomparsa.

Il giudice ragazzino, come venne definito – prosegue Rizzo – sia da esempio per le nuove generazioni, riscattando la nostra amata terra di Sicilia dal giogo della prepotenza mafiosa e dalla violenza della criminalità organizzata. Compito del Governo e delle istituzioni repubblicane è invece quello di togliere l’acqua dove i mafiosi nuotano, dando ai giovani lavori, un futuro migliore e una condizione di vita dignitosa. Non possiamo infatti più privarci, anche in un’ottica di lotta alla mafia, della nostra migliore gioventù, costretta a lasciare la Sicilia per trovare fortuna altrove”.

 

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