Reggio Calabria, presentata a Palazzo San Giorgio la metaconferenza sui Bronzi di Riace: “occasione per conoscere meglio i guerrieri” [FOTO e INTERVISTE]

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Reggio Calabria: presentata questa mattina a Palazzo San Giorgio la metaconferenza sui Bronzi di Riace prevista per sabato 9 novembre alle ore 21:00 presso il Teatro Francesco Cilea

Presentata questa mattina a Palazzo San Giorgio la metaconferenza sui Bronzi di Riace prevista per sabato 9 novembre alle ore 21:00 presso il Teatro Francesco Cilea a Reggio Calabria. A presentare l’innovativa iniziativa nel Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, il sindaco Giuseppe Falcomatà, l’Assessore alla Valorizzazione del Patrimonio Culturale Irene Calabrò, il Presidente del Consiglio Comunale Demetrio Delfino e gli autori Fulvio Cama, Daniele Castrizio e Saverio Autellitano.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

La metaconferenza sui Bronzi di Riace

Un’occasione per conoscere i Bronzi di Riace – simbolo di una terra e del suo immenso valore culturale – da un punto di vista completamente diverso. La Metaconferenza sui Bronzi di Riace, infatti, è molto più di una conferenza: è un vero e proprio spettacolo di successo, ideato da un trio di professionisti di settori completamente differenti – un professore universitario e archeologo, un Maestro Musicantore e un Grafico – composto da parti divulgative scientifiche, alternate a recitazione, canto e video, capace di raccontare in maniera inedita e coinvolgente le bellezze del patrimonio storico, archeologico e monumentale del territorio reggino. Sulla scia della public archaeology di stampo anglosassone, nata sulla scorta delle crescenti preoccupazioni degli archeologi riguardo alla mancata difesa e divulgazione dei siti scavati e dei beni culturali in generale, in Italia si è pervenuti gradualmente a una “archeologia pubblica”, adattata alla cultura e alla sensibilità del nostro popolo. Si tratta di una sorta di “archeologia educativa”, avente come caratteristica la gestione da parte degli stessi archeologi e storici degli obiettivi educativi, sociali e culturali da perseguire. Lo scopo dell’azione della “archeologia pubblica” consiste nel trasmettere, non solo agli specialisti, ma a un vasto pubblico (una platea che, nelle finalità ideali, corrisponde all’intera popolazione), la comprensione dei dati archeologici, dei siti e dei reperti musealizzati, legandoli fortemente alla Storia del territorio.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

In contrasto con una valorizzazione dei beni archeologici e culturali in genere legata alla mera fruizione visiva, con schede tecniche che “parlano” solo agli addetti ai lavori, la nuova “archeologia pubblica” intende fornire una nuova narrazione della Storia e dell’Archeologia, che, utilizzando tutti gli strumenti che la mente può immaginare, permettano di rendere fruibili e comprensibili i beni culturali di ciascun territorio, rispondendo così ai nuovi bisogni sociali di inclusione e di partecipazione culturale. In ultima analisi, il fine ultimo che ci si propone è quello di affermare il valore del patrimonio storico e culturale, legandolo alla possibilità di crescita civile ed economica delle popolazioni che lo posseggono e lo custodiscono per i figli e i nipoti. Il progetto della “Metaconferenza sui Bronzi di Riace” rientra pienamente nelle caratteristiche della “archeologia pubblica” per molteplici aspetti, ma soprattutto perché ha come finalità la divulgazione scientifica con linguaggi nuovi e accattivanti. In quest’ottica, la Metaconferenza sui Bronzi di Riace sarà ospitata ed eseguita presso l’importante “Festival internazionale della Public Archaeology”, che si terrà dal 13 al 16 novembre sotto l’egida dell’Università del Salento.

Chi erano i Bronzi? Chi li ha realizzati? Come sono finiti nel mare di Riace? Ce ne sono degli altri? Molte sono le domande, ma altrettante sono le risposte che avrete allo spettacolo messo in scena da Daniele Castrizio, Fulvio Cama e Saverio Autellitano il 9 novembre al Teatro Cilea alle ore 21, con ingresso completamente gratuito. Chi ama Reggio e intende sostenerne il suo futuro non potrà mancare alla prima produzione culturale totalmente reggina che si propone di esportare in tutto il mondo la conoscenza dei suoi capolavori custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale.

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