Atm spa, i sindacati: “Le procedure sul transito dei lavoratori si devono spostare  al Centro dell’Impiego di Messina”

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Filt Cgil, Uiltrasporti, Cub: “solo al Centro dell’impiego di Messina ed in sede protetta possono essere formalizzate  garanzie certe con cui tutelare concretamente i lavoratori”. Il dubbio dei sindacati è se sia legittimo procedere nel trasferimento con un piano di liquidazione bocciato e una richiesta di liquidazione coatta in corso

Oggi si è svolto l’incontro con le organizzazione sindacali Filt Cgil UIltrasporti e Cub Trasporti per l’avvio della procedura legge 223/91 e  trasferimento dei lavoratori in Atm Spa. A seguito della nota dei commissari liquidatori di ATM datata 17 dicembre 2019 inviata alla Regione Siciliana con richiesta di attivazione della procedura di liquidazione coatta dell’azienda speciale ATM e alla bocciatura del piano di liquidazione da parte del consiglio comunale avvenuta in data 16.12.2019 , Cgil Uil e Cub  manifestano perplessità sull’attivazione delle procedure di cui alla legge 223/91 confermando nell’incontro la disponibilità a proseguire il confronto nei confini previsti della normativa a tutela dei lavoratori ed al contempo hanno chiesto in via preliminare la formale garanzia che tale atto rientri nelle prerogative attuali del collegio dei liquidatori e se il licenziamento ed il transito dei dipendenti  può espletarsi in mancanza di un piano liquidazione dell’azienda in liquidazione . Il collegio dei liquidatori ha confermato la volontà di proseguire nella cessazione del servizio e il transito dei dipendenti e pertanto Filt Cgil UIltrasporti e Cub hanno reputato che in questa fase in assenza di Atm Spa sia necessario che il percorso avvenga presso il Centro dell’impiego di Messina. 

“In questo momento  – dichiarano i sindacati  – l’unica certezza è che siamo in presenza di 461 lavoratori con cessazione di contratto al 30 marzo 2020 e non bastano le garanzie del sindaco o accordi con Atm Spa non ancora ufficialmente subentrata nel servizio a dare le necessarie garanzie occupazionali e economiche necessarie”. 

Particolare attenzione dovrà essere riservata al saldo delle competenze di fine rapporto ai lavoratori, quindi il Tfr, le ferie e i contenziosi in essere. Nel piano di liquidazione il Tfr è stato quantificato in 5 milioni di euro, le ferie non godute che devono essere saldate ai lavoratori ammontano a 1 milione di euro e almeno 3 milioni per le cause in giudizio che vengono riconosciute come fondate. Questi sono nodi cruciali su cui il sindacato non potrà fare sconti.

“Abbiamo ritenuto – concludono i sindacati- che tutto quanto necessario,  già previsto normativamente nel contratto di categoria,  a tutela dell’occupazione e dei diritti acquisiti debba essere trattato presso il Centro dell’impiego con tutti gli attori presenti per evitare di porre a rischio i legittimi diritti dei lavoratori”.

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