Rino Gaetano, i 70 anni del mito: genio creativo ed ironico, la sua musica racconta vizi e virtù dell’Italia di ieri e di oggi

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Rino Gaetano avrebbe compiuto oggi 70 anni: il cantautore calabrese fra genio e ironia continua a raccontare vizi e virtù dell’Italia presente e passata

C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale!“. Rino Gaetano pronunciò queste parole nel corso di un concerto nel 1979, 2 anni dopo trovò la morte in seguito ad un tragico incidente autostradale. Oggi, a 70 anni dalla sua nascita in quel di Crotone, le sue parole risultano profetiche. Il ricordo di Rino Gaetano è rimasto cristallizzato nella memoria storica degli italiani, tramandato fra le generazioni, ancora attuale e moderno tanto che durante lo scorso lockdown la sua ‘Ma il cielo è sempre più blu‘ è diventata un inno in grado di unire tutta l’Italia in un momento molto complicato.

Rino Gaetano non può di certo essere circoscritto unicamente alle canzoni cantate dai balconi. Etichettarlo è sempre stato difficile, chi ci ha provato spesso ha fallito nel suo intento, finendo per non capire sul momento il suo genio creativo, in grado di dettagliare con sferzante ironia i vizi e le virtù dell’Italia passata, ma incredibilmente ancora validi nel 2020. Nei suoi 6 album rilasciati dal 1974 al 1980, Rino Gaetano è il cantante che unisce il giovane ribelle al genitore nostalgico, chi vuole prendere la vita con leggerezza e chi invece ha l’esigenza di esprimersi, il pubblico di nicchia e la platea più mainstream di Sanremo conquistata con la famosa ‘Gianna‘. Grazie alla sua scrittura anticonformista e scanzonata, carica di messaggi ma allo stesso tempo leggera ed orecchiabile, Rino Gaetano ha fotografato l’Italia con estremo realismo, dando anche ai più giovani i codici adatti a comprendere le maschere, i modelli sociali, le bellezze e le criticità, l’apparenza, le contraddizioni della società. Chissà al giorno d’oggi quanto si sarebbe allungata la lista della sua ‘Nuntereggaepiù‘, quali nuove figure avrebbe messo alla berlina, verso chi avrebbe puntato il suo microfono con il solito sorriso. Perchè… “In fondo è bello però, è il mio Paese e io ci sto“.

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