Reggio Calabria, 7° giorno senza raccolta porta a porta: i “fessazzi” continuano a pagare la TARI, differenziare e avere discariche dentro casa

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Reggio Calabria, situazione rifiuti drammatica: il vento e la pioggia di queste ore stanno determinando una vera e propria catastrofe ambientale

Altro che “differenziamola”: il barbaro e incivile metodo di raccolta differenziata “porta a porta” che l’amministrazione Falcomatà ha imposto alla città di Reggio Calabria da qualche anno, continua a provocare disservizi che fanno male non solo ai cittadini ma anche all’ambiente. Oggi, infatti, in molti quartieri della città (dalla popolosa zona collinare del centro, Reggio Campi, Trabocchetto, Condera fino a tutta la periferia Sud, Saracinello, Ravagnese, Arangea), per il settimo giorno consecutivo non è passato nessuno a ritirare i mastelli che giacciono fuori dalle abitazioni. Si sono accumulati quantitativi incredibili di indifferenziato, organico, plastica e carta, che ovviamente la gente non può tenersi dentro gli appartamenti.

E così i cittadini, etichettati dal Sindaco “lordazzi” (oltre al danno la beffa”), si sentono in realtà dei grandissimi “fessazzi”: pagano la TARI più alta d’Italia, fanno la differenziata senza alcun beneficio o agevolazione e per giunta sono costretti a vivere sommersi dalla spazzatura e invasi dagli animali.

Qualcuno, sui social, invita i concittadini a manifestare portando i sacchetti a piazza Italia. “Meglio a casa del Sindaco” aggiunge qualche altro. “No, perchè creeremmo un danno ai suoi vicini che non c’entrano nulla“, specifica qualcuno più moderato. Fatto sta che il vento e la pioggia di stanotte stanno trasportando la spazzatura in giro, disperdendola ovunque. In tutta la città. Uno scenario da terzo mondo che Reggio Calabria non merita e di cui questi amministratori così miopi rispetto a tutti coloro che da anni denunciano quanto sia sbagliato questo metodo di raccolta dei rifiuti, risponderanno molto presto alle prossime elezioni comunali.

Al netto dell’inadeguatezza (totale) di Falcomatà e dei suoi compari, una riflessione a margine è doverosa: facciano mea culpa anche tutti i signori del “No” che negli anni hanno bloccato lo sviluppo di questa terra impedendo la realizzazione dei termovalorizzatori che, all’alba del 2020, restano in qualsiasi Paese di qualsiasi Continente l’unica soluzione per lo smaltimento dei rifiuti e quindi la pulizia, il decoro e la salute delle città. In barba alle ipocrite e inefficaci manìe ambientaliste del momento.

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