Coronavirus, a Reggio Calabria l’emergenza è capovolta: “la gente se sta male ha troppa paura di venire in Ospedale e quando arriva non c’è più nulla da fare. Non abbiate paura, è tutto in sicurezza”

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Coronavirus, a Reggio Calabria l’emergenza è capovolta: la psicosi sta facendo più danni dell’epidemia. Intervista al Dott. Pasquale Fratto, primario del Centro Cuore del Gom

A Reggio Calabria l’emergenza Coronavirus è capovolta: la psicosi e la paura della gente sta facendo più danni dell’epidemia stessa, che è assolutamente sotto controllo (ci sono soltanto 4 persone con Covid-19 ricoverate in terapia intensiva!). Ma tanta gente sta male e non vuole andare al pronto soccorso, per paura (infondata) di essere contagiata, nonostante agli Ospedali Riuniti sia stato fatto un lavoro straordinario e la situazione è di grande sicurezza.

Intervista al dott. Pasquale Fratto, primario del Centro Cuore del GOM.

Dott. Fratto come è attualmente la situazione in cardiochirurgia?

“È una situazione molto ben consolidata. Come i grandi ospedali hub di secondo livello, abbiamo realizzato un percorso di protezione nei confronti dei pazienti, per cui noi in questo momento come in tutti gli ospedali non solo italiani, ma europei, vengono ricoverati soltanto i malati che hanno veramente necessità di intervento chirurgico. Sostanzialmente non ricoveriamo più pazienti cosiddetti elettivi che possono aspettare, ma chi ha effettivamente bisogno di un intervento chirurgico urgente”.

In questo momento la gente ha paura di venire in ospedale?

“Si, è quello che si sta attualmente verificando. Noi da prescrizione di quelle che sono le normative regionali e nazionali non ricoveriamo più ormai da tre settimane i pazienti cosiddetti “elettivi”, cioè quei pazienti che hanno necessità di un intervento chirurgico ma che possono aspettare e che quindi sono a casa. Per una serie di motivazioni, è evidente che le energie in questo momento devono andare verso i pazienti affetti da coronavirus, quindi energie e risorse vanno in quella direzione”.

In questa situazione si sta anche verificando che chi sta veramente male rischia di recarsi tardi in ospedale e quando lo fa arriva in condizione critiche?

“Si, sta succedendo. Abbiamo riscontrato un aumento di pazienti che arrivano in pronto soccorso in condizioni disperate, proprio perché tendenzialmente tendono a non venire in ospedale per paura di contrarre il coronavirus. A queste persone dico, non sopportate, non state male a casa per poi venire in ospedale quando ormai la situazione non è più recuperabile proprio perché come in tutti gli ospedali italiani sono stati realizzati dei percorsi distinti per i pazienti sia covid che non covid”.

Possiamo rassicurare i pazienti in questo senso su eventuali rischi di contagio?

“Si, possiamo rassicurare i pazienti dicendo che ogni paziente che entra in ospedale ha un percorso ben definito, cioè non c’è commistione tra paziente covid e paziente non covid, quindi esistono una serie di percorsi, il Gom per questo si è attrezzato molto bene creando uno spazio per i pazienti covid e simil- covid, cioè che possono essere in odore di positività. Quindi in questo senso, mi sento di rassicurare tutti i pazienti dicendo che se oggettivamente stanno male, di non stare a casa ma di venire in ospedale con una certa tranquillità perché tutto questo è stato fatto per loro, in modo da poterli proteggere da un eventuale coinvolgimento con i pazienti cosiddetti covid”.

La cardiochirurgia di Reggio ormai si può considerare un reparto d’eccellenza?

“La cardiochirurgia del Gom è l’ultima arrivata in Calabria, è la chirurgia del cosiddetto hub di secondo livello, si inserisce nel contesto di ospedale pubblico sede anche di pronto soccorso. Noi stiamo lavorando regolarmente e lo stiamo facendo soprattutto sulle urgenze, che è in questo momento il vero obiettivo di un’attività chirurgica, non solo cardiochirurgica ma in generale di tutte le chirurgie.  Quindi il messaggio va dato non solo per le malattie cardiovascolari ma per qualsiasi malattia per cui se un paziente può aspettare che stia a casa, ma se sta veramente male può venire in ospedale perché il percorso per i pazienti non covid è strettamente controllato con il cosiddetto triage ben differenziato”.

Quale messaggio si può dare ai pazienti Calabresi che vanno a curarsi in altre Regioni d’Italia?

“Il messaggio che si può dare ai pazienti calabresi in generale è quello di avere più fiducia nelle proprie strutture. In Calabria c’è tantissima competenza, ci sono professionisti seri, e soprattutto per le malattie cardiovascolari al di là di questa struttura, quindi non solo la cardiochirurgia, ma anche la cardiologia, tutto il centro cuore reggino è in grado di dare le risposte più ampie per quanto riguarda le malattie cardiovascolari dell’adulto. Da quando il centro cuore, la cardiochirurgia ha aperto i battenti a Reggio Calabria i trend sono in aumento anno per anno quindi ci possiamo ritenere soddisfatti per quello che è l’andamento dei numeri e dei risultati. Il centro cuore del Gom è un centro completo, quindi siamo in grado di trattare con una certa completezza tutte le malattie cardiovascolari dell’adulto sia sotto l’aspetto cosiddetto classico tradizionale sia mininvasivo transcatetere. C’è solo bisogno di maggiore fiducia da parte dell’utenza in generale per quello che riguarda la struttura pubblica calabrese, quindi credere di più nei propri ospedali e capire che in Calabria c’è molta più competenza di quello che si immagina”.

Coronavirus, a Reggio Calabria l’emergenza è capovolta: “la gente se sta male ha troppa paura di venire in Ospedale e quando arriva non c’è più nulla da fare. Non abbiate paura, è tutto in sicurezza”

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