20 anni fa il primo trapianto di fegato a Palermo: un data che ha cambiato il volto della sanità in Sicilia

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20 anni fa all’Ismett di Palermo il primo trapianto di fegato. Un evento epocale, che ha cambiato il volto della sanità in Sicilia e posto fine ai viaggi della speranza

Oltre 2.200 trapianti in 20 anni. Sono i numeri dell’Ismett di Palermo, che oggi celebra il ventennale del primo trapianto di fegato. Dal 1999 ad oggi dal centro di Palermo sono passati oltre 2000 pazienti, di cui 245 pediatrici. Ben 1.227 di questi sono stati trapianti del fegato. L’8 per cento dei pazienti curati nel 2018, è giunto da fuori regione o da altri Paesi.  “Immaginando il futuro del trapianto di fegato” è il tema della due giorni organizzata a Palermo per celebrare questi traguardi. Presenti, il ceo di Ismett Angelo Luca, il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, l’arcivescovo Corrado Lorefice; con gli interventi di Camillo Ricordi, presidente Ismett, di Alessandro Padova, presidente Ri.Med., di Bruno Gridelli, managing director Umpc Italy, di Jeffrey Romoff, presidente Upmc, del presidente della Regione Nello Musumeci, di Lewis Eiserberg, ambasciatore Usa in Italia, e del ministro per la Salute Giulia Grillo.

Il primo intervento di fegato

Vent’anni fa l’Istituto Mediterraneo Trapianti di Palermo celebrava un importante traguardo: un evento destinato a cambiare il volto della sanità in Sicilia, alimentando le speranza di tanti malati. All’epoca in Sicilia e in tutto il Sud Italia non esisteva al centro attivo nel settore del trapianto di fegato. I pazienti erano costretti a “viaggi della speranza” fuori dalla propria regione o addirittura all’estero. Fino al 1999 quindi la Regione Siciliana si sobbarcava costi per centinaia di miliardi di vecchie lire per trasferire i pazienti dell’Isola.  Senza trascurare i grandi disagi a cui erano costretti i pazienti in condizioni terminali e il dramma dei loro familiari, molto spesso obbligati a viaggi in  paesi dei quali non conoscevano neppure la lingua. La nascita dell’Istituto ha indubbiamente invertito la rotta e garantito cure di alta specializzazione ai pazienti siciliani nella loro regione.

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